A.c. Padova 1910

2016/17

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    la società conferma ufficialmente: separazione con Pillon e Tafuro
    Staff Padova Goal 27 maggio 2016

    Dopo le già avvenute anticipazioni del sig. Giuseppe Pillon, il Calcio Padova conferma che non sarà rinnovato il rapporto di collaborazione con il tecnico trevigiano e con il preparatore atletico sig. Giacomo Tafuro.
    La Società ringrazia Bepi Pillon per il lavoro svolto con impegno, professionalità e competenza, e per il risultato raggiunto in linea con gli obiettivi societari. Auguriamo a Bepi Pillon un prosieguo di carriera luminoso e ricco di soddisfazioni. Allo stesso tempo la Società ringrazia il prof. Giacomo Tafuro che ha contribuito con qualità ed efficacia al raggiungimento degli obiettivi.

    Pillon: “Mi sono sentito un po’ preso in giro, era diventato un tira e molla…”
    Gabriele Fusar Poli 28 maggio 2016

    Come volevasi dimostrare: dopo Fabrizio De Poli, l’ormai ex direttore sportivo con il quale il rapporto si chiuderà, in anticipo di un anno, il 30 giugno prossimo, anche l’allenatore Bepi Pillon lascia il Padova. Era arrivato a dicembre scorso dopo l’esonero di Carmine Parlato, legato ancora alla società biancoscudata da un accordo che scadrà fra 13 mesi. È stato lo stesso mister trevigiano ad ufficializzare una scelta che era già nell’aria, ma di cui ha rivendicato la paternità, e che comporta di fatto l’azzeramento dell’attuale area tecnica: «Con la società non abbiamo trovato unità d’intenti, e dunque vengono meno i presupposti per continuare insieme il percorso seguito in questi sei mesi. Sono cose che possono succedere», ha detto ieri mattina. Nel pomeriggio, il comunicato del club: «Dopo le già avvenute anticipazioni del sig. Giuseppe Pillon, il Calcio Padova conferma che non sarà rinnovato il rapporto di collaborazione con il tecnico trevigiano e con il preparatore atletico sig. Giacomo Tafuro. La società ringrazia Pillon per il lavoro svolto con impegno, professionalità e competenza, e per il risultato raggiunto in linea con gli obiettivi societari.

    Auguriamo a Pillon un prosieguo di carriera luminoso e ricco di soddisfazioni. Allo stesso tempo la Società ringrazia il prof. Giacomo Tafuro, che ha contribuito con qualità ed efficacia al raggiungimento degli obiettivi». Troppi punti di vista diversi. Il tono di voce dimesso, ma anche piuttosto incazzato, Pillon ha ripercorso velocemente al telefono gli ultimi 20 giorni, da quando si è giocata Padova-Alessandria (8 maggio, gara conclusiva della stagione) sino a ieri: «Ho avuto due incontri con Giorgio Zamuner (il futuro responsabile della gestione sportiva, ndr) e, nonostante avessimo valutato insieme diversi aspetti che ci trovavano in sintonia, non si è giunti alla fumata bianca». Il motivo? «A Padova ho percepito lo stipendio fin qui più basso di tutta la carriera (intorno ai 30 mila euro, ndr). Ho chiesto un adeguamento, mi è parso giusto per il lavoro svolto e per quello che ha fatto il mio staff. Morale? C’è stata distanza fra domanda ed offerta. Ma anche a livello di garanzie tecniche, sulla costruzione della squadra, non ci siamo trovati. E mi fermo qui».

    Una pausa, poi il congedo: «Ringrazio comunque la società per l’esperienza condivisa insieme e anche i tifosi, straordinari. In queste tre settimane ho dato priorità assoluta al Padova, adesso mi rimetto sul mercato. Mi sono sentito un po’ preso in giro perché ho perso del tempo prezioso…». Mistero sul budget. Pillon, sei mesi fa, fu chiamato dal ds De Poli, di cui era stato compagno di squadra a fine anni Settanta, per “tirar su” il Padova, scivolato ai margini della zona playout. Accettò, portando con sè il figlio Jacopo e il preparatore atletico Giacomo Tafuro, ma, proprio per fare un favore all’amico, firmò per un ingaggio molto basso. Nel primo colloquio con Zamuner, la settimana scorsa ha giocato a carte scoperte: aumento dello stipendio e valutazione della rosa attuale, dove, a suo giudizio, sarebbero necessari almeno 3-4 giocatori esperti per un salto di qualità.

    Mercoledì, al secondo incontro, successivo alla relazione fatta dallo stesso Zamuner ai soci di maggioranza, Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto, si è visto formulare una proposta che l’ha lasciato sconcertato: ingaggio al di sotto dei 60 mila euro per l’intera annata e, soprattutto, disponibilità di meno di un milione, euro più euro meno, per la gestione della stagione 2016/17, con un tetto di 700 mila euro per gli stipendi, partendo dai 12-13 biancoscudati riconfermati. Insomma, ci sarebbero fra i 250 e i 300 mila euro per gli acquisti. Ma quanti e quali? Impossibile avere risposte, va da sè che, se i soldi investiti per il “mercato” sono questi, non si va molto lontano. Ad esempio, si è saputo che all’allenatore piaceva assai l’esterno del Bassano, Gianluca Falzerano, obiettivo però costoso, dunque inarrivabile. Il toto-allenatore. Pillon, adesso, potrebbe finire in Serie B (su di lui ci sarebbero due società). La sua uscita di scena spiana, di fatto, la strada a Bruno Tedino, alla guida del Pordenone impegnato ancora nei playoff (domani il ritorno con il Pisa) e legato ai friulani sino al 30 giugno 2018. Se patron Mauro Lovisa non lo lasciasse andare, le alternative sarebbero quelle di Stefano Sottili (Bassano) e di Oscar Brevi (a Rimini sino a gennaio e poi esonerato).

    (Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel)



    «Ho deciso di interrompere il rapporto perché non c’erano più i presupposti per andare avanti insieme. Non vedevo la possibilità di raggiungere un accordo sul piano economico e su quello tecnico». Esordisce così Bepi Pillon nelle sue prime dichiarazioni da ormai ex allenatore del Padova. Si chiude dopo sei mesi la sua seconda avventura sulla panchina del Padova (l’altra nella stagione 1997-1998): subentrato a Carmine Parlato dopo il pareggio incolore con la Pro Patria, il tecnico di Preganziol ha dato via a una scalata in classifica che ha portato la squadra a chiudere il campionato al quinto posto, ai margini dei play off. «Era diventato un tira e molla che non mi piaceva più. Il campionato è terminato l’8 maggio, siamo quasi a primi di giugno e vedevo che le cose non andavano come avrei voluto. Quindi ho preferito chiudere qualsiasi tipo di trattativa per mettermi sul mercato e trovare una soluzione diversa».

    Una decisione comunque sofferta la sua, considerato il legame che ha con i colori biancoscudati. «In questo periodo ho dato sempre la priorità al Padova, ma non abbiamo raggiunto l’intesa. Mi dispiace molto perché lascio un lavoro di sei mesi che è stato fatto in maniera ottimale, e sono state poste delle basi solide per il futuro della squadra. Abbiamo raggiunto la salvezza con due-tre mesi d’anticipo, siamo arrivati a un passo dai play off, siamo stati la seconda migliore difesa del campionato. Ripeto, lascio con grande rammarico, anche perché sono stato sempre legato al Padova: quattro anni da giocatore, due esperienze come allenatore. Quest’anno sono venuto anche perché dovevo rifarmi della precedente esperienza, e ci sono riuscito. Ma adesso non vedevo più la possibilità e la volontà di andare avanti insieme, e per questo ho preso una strada diversa». Il suo futuro? «Contatti ne ho avuti, ma finora non ho parlato ancora con nessuno proprio perché ho sempre aspettato il Padova. Adesso comincerò a valutare le altre situazioni». Non manca un flash di Pillon rivolto al popolo biancoscudato. «Rivolgo a tutti i tifosi un caloroso saluto e posso garantire che seguirò sempre con un occhio di riguardo il Padova nel prossimo campionato».

    c’è la fila per Diniz: interesse pure del Sochaux
    Dimitri Canello 27 maggio 2016

    Aumenta di ora in ora la lista di pretendenti per Marcus Diniz, reduce da un campionato eccellente con il Padova. Secondo le informazioni raccolte in serata da Padovagoal.it, oltre a Vicenza, Avellino e Spal, anche il Sochaux (Ligue 2 francese) ha espresso un forte interesse per il difensore brasiliano. Una delle prime grane che Giorgio Zamuner sarà chiamato a risolvere sarà proprio il rinnovo di contratto (in scadenza il 30 giugno 2017) con adeguamento che era stato promesso a Diniz al momento della firma l’estate scorsa. Una cosa è certa: se non verrà trovato un accordo difficilmente Diniz, che a Padova sta bene e che aveva forte stima per Pillon, rimarrà biancoscudato. In caso di partenza, Vicenza in netta pole-position nelle preferenze di Diniz, considerato il rapporto che va al di là del calcio col direttore sportivo Antonio Tesoro. Situazione intricata e da seguire con molta attenzione.

    torna dalla prossima stagione lo storico scudo A.C.P.
    Gabriele Fusar Poli 28 maggio 2016

    Ritorno all’antico per il Calcio Padova? In attesa di comunicazioni ufficiali, sembrerebbe proprio di sì, con la società intenzionata a riesporre già dalla prossima stagione lo storico scudo. Il logo del campionato 2016/17 dovrebbe essere molto simile, praticamente identico, a quello sfoggiato negli ultimi anni di Serie B e la prova viene da alcuni oggetti di merchandising già disegnati e pronti ad essere messi in commercio. D’altra parte, in questi primi due anni di vita, dopo la rifondazione dell’estate 2014, il Padova non poteva usufruire del logo storico. La prima stagione non poteva nemmeno portare il nome Calcio Padova e così fu disegnato lo scudetto della Biancoscudati. Nell’annata appena conclusa, nonostante il ritorno al nome originario, il logo è stato una prosecuzione di quello della Biancoscudati Padova, visto che ancora non c’era l’accordo ufficiale tra il vecchio club di Penocchio e Cestaro e i creditori. L’intesa è giunta solo a fine 2015, con il Comune che ha riacquisito logo e memorabilia storica in cambio di uno sconto sul debito da pagare. Il logo è stato dato in comodato d’uso alla nuova società, e così il Padova ha deciso subito di ritornare a percorrere le orme originarie. Lo stemma, che s’ispira a quello degli anni ’50 con la scritta A.C.P, è praticamente lo stesso utilizzato dal 2011 al 2014.

    (Fonte: Mattino di Padova, Stefano Volpe)

    NEWS-BIANCOSCUDATE

    Edited by padova81 - 11/6/2016, 20:10
     
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    ufficiale: Giorgio Zamuner è il nuovo dg e responsabile dell’area tecnica
    Gabriele Fusar Poli 30 maggio 2016

    Il Calcio Padova informa che è stato concluso un accordo di collaborazione con il sig. Giorgio Zamuner che ricoprirà il ruolo di Direttore Generale e Responsabile dell’area tecnica. Il nuovo dirigente verrà presentato alla stampa domani alle 15 nella sede di viale Nereo Rocco.

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    (Fonte: Calcio Padova)

    Panchina Padova, Tedino sempre in pole-position: gli aggiornamenti
    Dimitri Canello 30 maggio 2016

    Dopo l’eliminazione del Pordenone dalla corsa alla finale playoff, adesso tutte le attenzioni si concentrano sulla corsa alla successione di Giuseppe Pillon. Ecco gli ultimi aggiornamenti raccolti da Padovagoal.it su quanto accadrà nei prossimi giorni.

    Bruno Tedino (60%) – E’ sempre in pole position (la foto è presa dall’account facebook ufficiale del Pordenone Calcio), come da 20 giorni a questa parte. Le dichiarazioni rilasciate da Mauro Lovisa ieri pomeriggio sembrano aumentare le chance che l’allenatore trevigiano, sotto contratto fino al 30 giugno 2018, possa essere liberato. Ma non è ancora uno sviluppo certo e, fino a quando non ci saranno decisioni ufficiali, sarà bene non nutrire sicurezze granitiche. Lovisa fra domani e dopodomani parlerà con Tedino, ma è Zamuner che farà il passo ufficiale manifestando apertamente a Lovisa la volontà di puntare sul tecnico trevigiano a Padova. Una cosa è certa: non si andrà per le lunghe, entro il fine settimana verrà presa una decisione, in un senso o nell’altro. Se arrivasse Tedino, è possibile (ma non certo, perché non si vuole ricalcare con lo stampino l’attuale Pordenone) qualche arrivo dal Friuli: Tomei, come già ipotizzato diversi giorni fa, fra i pali è il tipo di portiere capace di impostare l’azione che Tedino predilige, Martin piace molto ma sotto contratto c’è già Favalli e difficilmente arriverà un altro potenziale titolare sulla fascia sinistra. Ingegneri è molto stimato, difficile Stefani, mentre Pasa e Mandorlini sono in scadenza di contratto e verranno valutati e può arrivare Strizzolo come alternativa in attacco ad Altinier e/o (se verrà confermato) a Neto Pereira. Pederzoli sembra avviato verso Venezia: piace a Zamuner e Tedino, ma ben difficilmente tornerà a Padova, considerando anche che bisognerà decidere cosa fare con Giandonato. Il Lanciano, se riuscirà a rimanere in qualche modo a galla, ha già manifestato l’intenzione di trattare la sua conferma, magari tramite uno scambio di giocatori.

    Roberto D’Aversa (10%) – Piace a Zamuner, ha idee di gioco e di gestione che collimano con quelle del neo dg in pectore biancoscudato. D’Aversa era in procura di Zamuner quando era giocatore.

    Oscar Brevi (10%) – Altro tecnico molto gradito a Zamuner, i due hanno uno stretto rapporto. Fece bene a Catanzaro, quando portò la squadra ai playoff e, in parte, alla Spal, dove fu esonerato da terzo in classifica. Da dimenticare l’ultima esperienza al Rimini

    Mario Petrone (10%) – Forse il preferito dal punto di vista tecnico e gestionale se dovesse saltare Tedino, ma c’è un problema soprattutto economico: Petrone è sotto contratto con l’Ascoli e guadagna cifre elevate per il budget del club di viale Nereo Rocco. Resta una pista difficile

    Antonino Asta (10%) – E’ un profilo che intriga, ma ha un carattere forte e, a tratti, spigoloso. Difficilmente avvezzo a compromessi, piace comunque per il suo modo di mettere in campo la squadra. E’ stato accostato alla Pro Vercelli

    Stefano Sottili (0%) – Oggi, come conferma anche la stampa locale e come trapelato fra venerdì e sabato, dovrebbe arrivare l’annuncio ufficiale del suo passaggio all’Arezzo. Non è mai stato in corsa per la panchina del Padova, non è un nome tenuto in considerazione da Zamuner

    Carmine Parlato (0%) – E’ sotto contratto con il Padova con un ingaggio di 60mila euro. Nessuna chance e nessuna conferma che possa tornare in sella. Ha possibilità concrete a Trieste, dove Mauro Milanese è impegnato nella costruzione del budget e nei prossimi giorni si dedicherà alla questione allenatore, mentre è stato smentito un possibile approdo al Belluno, dove dovrebbe essere confermato Vecchiato. Non risulta nemmeno una trattativa col Delta Rovigo, dove i rumors danno per probabile la conferma di Francesco Passiatore

    presenze allo stadio: Biancoscudati primi nel girone A, ma gli spettatori sono meno che in D…
    Gabriele Fusar Poli 30 maggio 2016

    Ottimo nella qualità, da migliorare nella quantità, nonostante il primo posto nel girone. Questa la risposta da parte del popolo biancoscudato nell’ultimo campionato, con una partecipazione appassionata e costruttiva, sempre vissuta, nel bene e nel male, con lo spirito giusto alla gesta sul campo della squadra, ma con numeri non ancora all’altezza della piazza. Alla resa dei conti, tra abbonati (3.411) e paganti, hanno seguito le 17 partite casalinghe del Padova 72.549 persone, per una media di 4.267 a gara. Il match con la maggiore cornice di pubblico è stato il derby con il Cittadella (6.144), escluso il quale, mai è stata raggiunta quota 5.000, solo avvicinata con il Bassano (4.759). A vedere il bicchiere mezzo pieno, tali dati regalano il primato nel girone – seconda la Reggiana con una media di 4.041 presenze e sesto il Cittadella a quota 1.919 – e il sesto posto nell’intera Lega Pro alle spalle di Lecce (9.431, play off esclusi), Foggia (9.206), Catania (8.722), Pisa (6.279) e Spal (5.183)

    Aggiungendo tuttavia due ulteriori parametri di confronto, l’analisi diventa meno incoraggiante. Padova e provincia contano infatti circa 938 mila abitanti, cifre nettamente superiori alle realtà territoriali rappresentate nel girone A, con i 600 mila del cuneese e con solo Pavia, Cremona e Reggio Emilia a superare di poco il mezzo milione. Allargando l’analisi a livello nazionale, solo Catania (1.116.000 abitanti) in Lega Pro supera la città del Santo, avvicinata da Caserta (924 mila) e Lecce (805 mila). Va da sè, dunque, che nel rapporto tra spettatori e residenti si paghi decisamente dazio o quantomeno si capiscano le potenzialità inespresse della piazza. In pratica, una persona ogni 220 ha seguito quest’anno una partita del Padova, oppure ogni 210 se volessimo togliere i ventimila abitanti di Cittadella e altrettanti sportivi che vivono vicino alla citta murata e che scelgono di seguire la squadra granata per la quale la media è di un tifoso ogni 21 abitanti.

    L’altro parametro che mette in parte dietro la lavagna i tifosi biancoscudati è il confronto con la precedente annata in serie D, campionato che aveva il vantaggio di proporre una programmazione stabile nel giorno e nell’orario e minori vincoli legati alla sicurezza, ma il cui appeal a livello tecnico era decisamente inferiore. In quella stagione la media per partita è stata più alta: 4.543 spettatori, con un totale di 77.081 presenze, a parità di numero di incontri. Considerati i 3.511 abbonati, solo cento in più dell’ultimo campionato, emerge dunque la presenza di un costante zoccolo duro che sfiora le quattromila unità, ma la difficoltà di allargare la platea di coloro che seguono dal vivo le vicende biancoscudate, nonostante l’ampia copertura e promozione dei media locali. La società sta alzando l’asticella, mettendo nel mirino per il prossimo anno la serie B, ma è chiaro che il salto di qualità deve necessariamente arrivare anche dall’esterno, per accompagnare e dare un senso agli sforzi dell’attuale proprietà, che in più occasioni ha chiamato a raccolta soprattutto la città capoluogo, e per incentivare chi in futuro, come socio o come semplice sponsor, potrebbe investire sul Padova. La promozione, insomma, va conquistata anche fuori dal campo.

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    (Fonte: Gazzettino, Andrea Miola)
     
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    presentato ufficialmente Brevi: “Darò tutto me stesso, e spero di convincere i tifosi vincendo…”
    Gabriele Fusar Poli 10 giugno 2016

    Oscar Brevi (Allenatore Padova): “Vedo che siete in tanti, ma è normale perché le aspettative di una piazza come Padova sono tante. Questo uno stimolo ancora maggiore per dare il massimo. Sono ovviamente molto contento per questa opprtunità, mi reputo una persona seria, diretta e corretta. La mia idea del Padova? Arriva da un buonissimo campionato, quindi le basi solide ci sono già. L’ho visto giocare più volte l’anno scorso, conosco i giocatori e qualcuno l’ho già allenato. Ripeto: partiamo da una buona base, poi in accordo con Zamuner troveremo i giocatori ideali che ci permettano di migliorare. E’ ovvio che l’obiettivo di questa società migliorare quanto di buono è già stato fatto nella scorsa stagione. La mia carriera? Ho iniziato a Como per due anni, poi sono andato a Cremona ma l’ambiente e la piazza erano sfiduciate a causa del calcioscommesse e mi sono ritrovato ad allenare una squadra che partiva da -9 in classifica. Nonostante ciò abbiamo fatto un campionato incredibile arrivando ai playoff dove siamo stati eliminati dal Trapani con due pareggi. Poi l’anno successivo sono stato esonerato dopo poche gare, era cambiato il direttore che voleva un tecnico diverso. Poi sono andato a Catanzaro, piazza molto calda con molte aspettative e siamo arrivati quarti in un girone molto complicato, siamo andati ai playoff ma non siamo riusciti a fare il salto di categoria ed onestamente eravamo meno attrezzati. L’anno successivo sono andato a Ferrara, eravamo in linea con le aspettative ma poi la società ha fatto una valutazione. L’anno scorso non lo reputo un anno di lavoro, pensavo si potesse lavorare tranquillamente ed invece non c’erano i presupposti. Il mio modulo preferito? Uno vincente in assoluto non c’è, quindi credo che la mentalità e la personalità che si riescono a dare ad una squadra possano fare la differenza. Bisogna conoscere il materiale umano a disposizione e trarne il meglio, sfruttando al massimo le qualità all’interno della squadra. Ad esempio, Neto Pereira ha caratteristiche che conoscete molto bene ed è normale secondo me che se lo schieri come esterno in un tridente offensivo vai a togliere forza alla squadra.Io le mie idee le ho e cercherò di portarle avanti, se poi a partita in corso bisognerà cambiare a seconda della situazione e dell’avversario lo farò perché questo è ciò che vuole il calcio moderno. Dovemo avere giocatori con grandi motivazioni e grande personalità. A Cremona giocavo col 4-3-3, a Catanzaro giocavo inizialmente col 4-2-3-1 e poi da gennaio col 3-5-2 perché erano arrivati giocatori adatti a quel modulo. I playoff allargati? non ci saranno più gare nel finale di stagione con “poco valore”, perché fino all’ultimo ci si potrà giocare l’accesso. Le pressioni? Io sono qua per dare tutto me stesso, darò il massimo e poi potranno giudicarmi, com’è giusto che sia. Ci vorrà sintonia con la società, coi media e con la tifoseria, e noi possiamo far cambiare idea e convincere i tifosi solo dando il massimo e vincendo. Eredità pesante da Pillon? Ce l’ho avuto anche come allenatore ma non mi permetto di giudicare il suo operato. Io devo pensare a trasmettere le mie idee alla squadra. Giocatori di fiducia da portare? Non esistono, ne esistono solo di bravi. Se faccio un nome è perché penso che sia utile alla causa, non perché è di fiducia”.

    Giorgio Zamuner (Direttore Generale Padova): “Brevi è sempre stato la mia prima scelta, mi sono confrontato con altri allenatori ma nella mia testa la scelta era già presa da giorni. Bergamo viceallenatore? Conosce Brevi, abbiamo giocato insieme ed è ben visto a Padova quindi l’abbiamo scelto senza indugi”.

    Roberto Bonetto (Amministratore Delegato Padova): “Il contratto? Annuale con possibilità di rinnovo al raggiungimento di determinati obiettivi. Lavezzini? Ci siamo incontrati prima, rimarrà a fare parte della nostra società con la mansione di scouting perché ha il massimo rispetto da parte mia e del presidente Bergamin. vorrei che dalla società uscisse un messaggio chiaro: questa società ha una visione comune, è solida e vuole andare avanti per costruire un futuro roseo. Per il bene del Calcio Padova siamo una società coesa ed unita, quindi tutte le decisioni prese finora sono state condivise. La nostra volontà è di rendere più forte e solida la società a livello economico. Non siamo qua per fare business e puntiamo allla “padovanità”, perché poi magari arrivano americani, asiatici e via dicendo ed abbiamo visto com’è andata a finire… I cancelli sono aperti, chi vuole darci una mano ben venga. Il budget? E’ importante per la categoria, poi uno la pensi come vuole… Gli obiettivi? Siamo arrivat iquinti e quindi vogliao arrivare dal quarto posto in su. Non stiamo “sbaraccando” come qualcuno ha scritto, anche perché abbiamo confermato i giocatori più forti: De Risio è confermato, Neto Pereira è confermato, Diniz ed Altinier non serve confermarli perché sono già contrattualizzati… Poi andremo ovviamente anche sul mercato! Ora però provate a darci fiducia, perché se vogliamo riportare Padova dove più gli compiete riuniamoci e torniamo a remare dalla stessa parte. Poi magari sbaglieremo, ma se capiterà lo avremo fatto comunque in buona fede”.”.

    Giuseppe Bergamin (Presidente Padova): “Il dg Zamuner ha lavorato duramente in settimana per scegliere l’allenatore e lo staff tecnico. Il vice di Oscar Brevi sarà Andrea Bergamo, il preparatore atletico Fabio Martinelli, collaboratore tecnio Ottavio Sprano, preparatore dei portieri Adriano Zancopé, team manager Marcelo Mateos, responsabile scouting Simone Tognon. Non conoscevo personalmente Brevi ma mi ha subito fatto un’ottima presentazione”
     
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    Brevi: “Ho fiducia in Zamuner! Il modulo? Posso passare dal 3-5-2 al 4-3-1-2…”
    Gabriele Fusar Poli 20 giugno 2016

    Oscar Brevi ha appena archiviato la sua prima settimana all’ombra del Santo, dedicata completamente ai colori biancoscudati per preparare al meglio l’avvio di una stagione importante per lui e per la squadra. «A livello di sensazioni – racconta – sono molto contento. Ho conosciuto le persone che lavorano per il Padova e mi sono reso ulteriormente conto dell’organizzazione e serietà della società, aspetto molto positivo». Rinviata a momenti più tranquilli una passeggiata per le vie del centro. «Sono quasi sempre stato in sede perché ci sono da pianificare i test e il ritiro, ma conosco già la città; è molto bella e, come tutto il Veneto, ricca di beni artistici». Per lo stesso motivo non ha ancora iniziato a cercare casa. «Non c’è problema, mi adatto velocemente a tutto. Vacanze? Prima voglio sistemare tutto. Dovremmo ritrovarci intorno al 7 di luglio e semmai mi concederò qualche giorno prima di quella data». Sposato con Laura, ha due figli: Filippo di tredici anni e Alessandro di dieci. La famiglia resterà a Milano. «Di solito non la sposto per non creare problemi con scuola e amicizie, ma siamo abbastanza vicini». La sua attenzione ora solo è concentrata sul Padova che verrà. «In questo momento non c’è fretta perché, a differenza di altre esperienze in cui c’era da ricostruire e giravano vari calciatori in prova, qui non si parte da zero e si può già contare su un buon organico».

    E quindi, più che sulla quantità, si lavora sulla qualità. «Si tratta di aggiungere i giocatori più adatti e sono molto fiducioso sul lavoro di Zamuner, bravo e capace, e della società. Anche se non si andasse in ritiro al completo va bene e con l’attuale mercato è giusto terminare il lavoro di costruzione in un momento successivo perché, più si va in là, più si creano situazioni interessanti. Sono molto sereno e mi vedo o sento tutti i giorni con il diggì». Per chiedergli cosa? «Io mi esprimo più sulle caratteristiche. Di giocatori a disposizione ce ne sono tantissimi e bisogna cercare di non sbagliare sul piano tecnico, ma pure su quello caratteriale». In tal senso il centrocampista Francesco Dettori, che domani dovrebbe firmare un biennale ed essere il primo volto nuovo del Padova, costituisce un tassello importante. «L’ho già allenato a Cremona, è un professionista serio, un ragazzo a modo che si mette a disposizione, senza dimenticare i valori in campo. Una mezzala di qualità, dinamica, in grado di svolgere più ruoli a metà campo e bravo a calciare le punizioni». I presupposti per potere pianificare il nuovo Padova, oltre al budget e alla regola sulle rose su cui domani dovrebbe esserci una parola definitiva, è il modulo. Si partirà dal 3-5-2? «Sicuramente una situazione che mi piace è quella dei tre centrocampisti e, visto che in avanti Neto Pereira e Altinier sono elementi di grosso spessore, penso pure alle due punte».

    «Tutto questo può tradursi in un 3-5-2 che può tramutarsi, cambiando di ruolo un solo giocatore in un 4-3-1-2. Si dà un’impronta, si cerca di trovare una quadratura e poi bisogna essere bravi a cambiare senza stravolgere in funzione di infortuni, squalifiche o situazioni tattiche. Difficile comunque, pensare a tre punte larghe in avanti». In tale ottica nei giorni scorsi Petrilli ha dichiarato al nostro giornale che gli assetti previsti non favoriscono le sue caratteristiche. «Per come ragionavo io, ed è una battuta, se l’allenatore mi dava un’opportunità, andavo pure in porta. Quello che conta è la disponibilità completa del giocatore, anche se poi non si possono snaturare le sue caratteristiche. Russotto, ad esempio, è sempre stato un esterno offensivo, con me a Catanzaro giocava mezzala e ha avuto una stagione straordinaria che lo ha riportato in serie B». E farà il percorso inverso Giandonato, al rientro dal Lanciano. «Non so cosa sia successo prima e non conosco le situazioni. In generale posso solo dire che non ho mai mandato via, bocciato o portato nessuno. Esprimo solo delle idee, sia pure in maniera diretta. Poi – conclude Brevi – ci sono dinamiche, budget e regole da rispettare che non mi competono. Tante volte, vedendolo sul campo si cambia il giudizio che ci si era fatti su un giocatore».

    (Fonte: Gazzettino, Andrea Miola)
     
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    Dettori si presenta: “Una delle migliori occasioni che mi potesse capitare! E Brevi…”
    Gabriele Fusar Poli 21 giugno 2016

    Francesco Dettori è ufficialmente un giocatore del Padova. Queste le sue prime dichiarazioni in Biancoscudato:

    Francesco Dettori: “Può sembrare scontato dire che sono felicissimo ma è così. La società ha molte aspettative perché per loro ero la prima scelta, e questo oltre a farmi enormemente piacere ha contribuito a far pendere l’ago della bilancia su Padova. Ho già lavorato con Brevi a Cremona, mi piace il suo credo calcistico ed al pari suo più che parlare mi piace lavorare. Per me il lavoro è un chiodo fisso, ogni allenamento è fondamentale per crescere. Questa è una delle migliori occasioni che mi potesse capitare, Padova è una piazza importante con una grande storia ed in cui si respira davvero l’aria di calcio. Arrivo da una bellissima stagione personale, in cui ho segnato molto forse grazie anche alla cura che ho messo nelle palle inattive, ma so che venendo a Padova faccio un passo in avanti… Il mio ruolo preferito? A centrocampo ho giocato ovunque, da regista a trequartista ed anche l’esterno, ma da mezzala sinistra posso esprimermi al meglio. Però per necessità se serve gioco anche in porta… Ho sentito Sbraga con cui ho giocato alla Carrarese, e mi ha detto subito che a Padova si può fare calcio ad alti livelli”.

    Giorgio Zamuner: “Dettori ha delle doti importanti e ha subito accettato Padova quale destinazione. Ha grandi qualità, può giostrarsi in vari ruoli a centrocampo e ha anche i gol nelle sue corde. Altri colpi di mercato in settimana? Conto di chiudere altre trattative a breve…”.

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    ufficiale: acquistato Nicola Madonna, contratto biennale!
    Gabriele Fusar Poli 27 giugno 2016

    Nicola Madonna è un giocatore del Calcio Padova: nel pomeriggio di oggi è stato perfezionato l’accordo che lo legherà alla società biancoscudata fino al 30 giugno 2018.

    Nicola Madonna è nato ad Alzano Lombardo il 31 ottobre 1986. Può giocare in un centrocampo a quattro come esterno destro o esterno sinistro, come esterno destro di difesa, ruolo che ricopriva nelle giovanili dell’Atalanta. Inizia la carriera nelle giovanili dell’Atalanta. A 18 anni, nell’estate 2005, passa in Serie B all’Albinoleffe dove rimane per quattro stagioni, collezionando 81 presenze e 9 gol. Nell’estate 2009 viene prelevato in comproprietà dall’Atalanta, dove debutta in Serie A (30/08/2009 Atalanta-Genoa 0-1). A Gennaio, dopo 6 presenze in maglia nerazzurra, passa in prestito al Vicenza dove si impone con 2 reti in 13 incontri, prima di subire un grave infortunio al crociato anteriore del ginocchio destro durante una partita contro il Frosinone. La riabilitazione compromette il 2011 di Madonna che per riacquistare la forma partita scenderà in campo con la Primavera, ma dove riesce a collezionare 1 presenza a fine campionato in cui serve l‘assist per la rete di Tiribocchi che farà mantenere il primato in classifica della squadra orobica. A fine stagione viene totalmente riscattato dall’Atalanta, che lo gira allo Spezia con la formula del prestito con diritto di riscatto della comproprietà. Conclude la stagione con trentadue partite disputate ed un bottino di sei reti contribuendo in modo significativo alla promozione diretta dei liguri in Serie B. Nella stagione successiva è uno dei pochi giocatori a rimanere in squadra dopo la promozione in cadetteria per puntare la promozione in Serie A. Diventa titolare inamovibile fino al 15 settembre quando, nella gara contro l’Ascoli, subisce una lesione di secondo grado al bicipite femorale destro, costretto, così, ad uno stop di sei settimane. Dopo essersi riguadagnato il posto da titolare, il 30 dicembre, nel match contro il Vicenza, si infortuna gravemente alla testa dopo uno scontro fortuito con un compagno di squadra, in seguito ai vari controlli non viene riscontrato nulla di grave, ma il giocatore viene precauzionalmente tenuto lontano dalle gare di campionato per un mese. Lo Spezia riscatta il giocatore che disputa con i liguri un totale di 92 presenze con 6 gol all’attivo nell’arco di 4 stagioni, tre delle quali in Serie B. Il 12 agosto 2015 viene ceduto in prestito al Como neopromosso in Serie B dove colleziona 23 presenze ed 1 rete.

    Curiosità: E’ figlio di Armando Madonna, ex giocatore di Atalanta, Piacenza, Lazio, Spal ed Alzano Virescit ed allenatore di Alzano Virescit, AlbinoLeffe (dove per una stagione ha allenato Nicola), Piacenza, Livorno, Portogruaro ed oggi Virtus Bergamo.

    (Fonte: Calcio Padova)
     
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    Bonetto: “Entrerà in società un imprenditore della provincia, e potrebbe non essere il solo…”
    Gabriele Fusar Poli 27 giugno 2016

    Un nuovo socio pronto a entrare nel Padova e un secondo che a breve lo seguirà, il tutto accompagnato da un interesse crescente verso l’azionariato popolare. Non solo mercato, dunque, ma grandi novità a breve giro di posta anche sul fronte societario, con l’intenzione dell’attuale proprietà di allargare ulteriormente la base azionaria. «Sabato – conferma l’amministratore delegato Roberto Bonetto – abbiamo avuto il via libera a entrare da parte di un nuovo imprenditore della provincia molto legato al Padova e suo tifoso e la prossima settimana abbiamo un incontro per un altro possibile nuovo ingresso. Tutto questo – aggiunge – non può che darci serenità e futuro perché, con una società composta da più imprenditori, diventa meno difficile ovviare a eventuali naturali uscite legate alle più svariate motivazioni». Non solo: «Riprenderemo a parlare con l’associazione Magico Padova per l’eventuale operazione dell’azionariato popolare, in modo che vi sia una partecipazione di imprese e tifosi, presupposto perché non si ripeta quanto avvenuto due anni fa con Penocchio».

    È questo il modello padovano, in contrapposizione a quello che in altre realtà si basa su investitori stranieri, pronti a mettere in campo cifre importanti, ma altrettanto veloci, come accaduto a Pavia con la proprietà cinese, a lasciare da un momento all’altro, aprendo le portare al fallimento. «Abbiamo sin dall’inizio sottolineato che il Padova deve restare ai padovani che hanno a cuore il biancoscudo e che non si muovano per meri interessi economici. Non riesco a capire come possa dare continuità chi viene da oltreoceano se non ottiene nel frattempo un ritorno di natura finanziaria. Si tratta poi di vedere cosa preferisce il tifoso tra la continuità e il botto dopo il quale, pur se fragoroso, tutto sparisce». Entro fine mese c’è poi da chiudere la pratica iscrizione. «È tutto a posto. Abbiamo firmato la documentazione, domani (oggi, ndr) faremo l’assegno circolare, martedì la fideiussione e il 29 il segretario porterà le carte in Lega. Non ci sono problemi, come dimostrato dal controllo della Covisoc su stipendi e contributi versati, fatto la scorsa settimana». Tutto a posto con il presidente Bergamin? «Io e lui stiamo lavorando bene, lasciamo stare le zizzanie; come in tutte le buone famiglie si possono ricucire le incomprensioni. Se non arrivano turbative dall’esterno, tutto procede e procederà nella giusta direzione. Dateci tempo, lo ribadisco, e fiducia».

    Così sugli aspetti più strettamente tecnici: «Questa è una fase decisamente importante in cui abbiamo cambiato tutto lo staff tecnico. Siamo entrambi soddisfatti di Zamuner, per il suo modo di operare e per lo spirito e l’armonia che ha portato nel gruppo». E poi c’è il discorso mercato, connesso a doppio filo con il budget messo a disposizione dalla società. «Dai nomi di chi è arrivato e di chi arriverà, dato che per Madonna si tratta solo di ricevere il contratto firmato, non mi pare proprio che si stia lavorando al risparmio. Sono arrivati solo elementi di prima fascia e, considerando Dettori, De Risio, il regista che arriverà, Favalli e Madonna, abbiamo un centrocampo di tutto rispetto, mentre in avanti con una coppia di attaccanti da 26 reti, non c’è alcuna fretta e possiamo restare sereni». Centrati questi primi obiettivi, le altre trattative proseguiranno con maggiore tranquillità. «Ci sono giocatori di serie B che ora vorrebbero restare in quella categoria, ma se poi non trovano spazio, una piazza come Padova si sceglie subito. Basta avere una squadra pronta al 70-80 per cento per il ritiro e completarla per l’avvio del campionato».

    Non essendo ancora chiaro quante partite verranno disputate, elemento legato al numero di squadre per girone, la campagna abbonamenti partirà nella seconda metà di luglio, ma non manca sin d’ora un appello di Bonetto: «I tifosi possono già vedere che stiamo lavorando al meglio, non soltanto sui singoli nomi, ma anche a livello societario e finanziario. Dispiace sul piano umano che alcune persone non facciano parte del futuro, ma certe scelte sono fatte per migliorare. Dateci una mano, anche perché una bella campagna abbonamenti rappresenterebbe sicuramente una nuova iniezione di fiducia e ci porterebbe a volere dare ai nostri sportivi ancora maggiori soddisfazioni, alzando ulteriormente l’asticella sui nuovi acquisti».

    (Fonte: Gazzettino, Andrea Miola)

    Marcandella farà il ritiro con la prima squadra
    di Redazione PadovaSport.TV, 27 giugno 2016, 15:07

    Ci sarà spazio anche per i giovani nel Padova targato Zamuner-Brevi. Uno dei più interessanti prodotti del vivaio, Davide Marcandella, dopo la splendida stagione ad Este (impreziosita da 11 gol, compresa la rete segnata ai play-off), si aggregherà alla prima squadra per il ritiro estivo di Mezzano. In questo periodo sarà valutato dall’allenatore ed eventualmente confermato in rosa.
    Riguardo Filippo Pittarello invece, il Padova potrà fino al 30 giugno esercitare il cosiddetto contratto di autorità, in caso contrario l’ex attaccante della Biancoscudati sarà libero di cercarsi una nuova sistemazione (all’Este, probabilmente).
     
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    amichevole di lusso con la Lazio il 20 luglio ad Auronzo di Cadore
    Gabriele Fusar Poli 29 giugno 2016

    La notizia (data in anteprima dal sito lalaziosiamonoi.it ed ora confermata da più parti) è di quelle bomba. O meglio, di quelle che fanno sognare i tifosi: il Padova, infatti, affronterà in amichevole la Lazio mercoledì 20 luglio ad Auronzo di Cadore, sede del ritiro dei biancocelesti allenati da Marcelo “El Loco” Bielsa. I Biancoscudati tornano dunque ad affrontare la squadra capitolina a otto anni di distanza dall’amichevole disputatasi sempre ad Auronzo terminata 3-0 per i laziali grazie alle reti siglate da Mauri, Pandev e Makinwa.

    Brevi: “Il mercato? Sta andando come volevamo. E non prendo o mando via nessuno…”
    Gabriele Fusar Poli 30 giugno 2016

    Il mare della Sardegna, le vacanze con la famiglia, un po’ di relax e il telefono sempre in linea diretta con il dg Giorgio Zamuner. La quiete prima della tempesta verrebbe da dire, con Oscar Brevi che si gode alcuni giorni di tranquillità in attesa di immergersi nella nuova avventura alla guida del Padova. Il tecnico, dopo venti giorni da allenatore dei biancoscudati, traccia un primo bilancio tra gli arrivi già sicuri di Francesco Dettori e di Nicola Madonna, quello imminente di Filipe e un raduno (8 luglio) alle porte. «Ho iniziato a conoscere l’ambiente e ho trovato una società molto disponibile — spiega il tecnico — tutte le persone in sede mi hanno fatto una bella impressione. Mi sono concesso un giro in città, è bella come tutto il Veneto. Ho incrociato qualche tifoso, sono una componente importante e noi siamo convinti del buon lavoro che stiamo iniziando. Tutte le perplessità le voglio abbattere con il sudore, il rispetto e dando il massimo».

    A lui, il dg Giorgio Zamuner e la società, consegneranno una rosa di tutto rispetto. Poi si caricherà il gruppo sulle spalle dal ritiro di Mezzano, provando a forgiarlo dalle prime sudate con vista sulle Pale di San Martino. «Il mercato sta andando come volevamo. Dettori l’ho già allenato, ha caratteristiche che mi piacciono, viene a Padova con tanto entusiasmo. Preferisco giocatori a cui magari manca qualcosa tecnicamente, ma che abbiano voglia e determinazione. Lui sa coprire diversi ruoli, soprattutto a centrocampo. Madonna è un elemento duttile, da fascia destra e sinistra, ha corsa, qualità tecniche e caratteriale. Filipe? E’ un giocatore che sa fare il centrocampo a due, è abile davanti alla difesa, sa tirare i corner e le punizioni».

    Fin qui il nuovo, poi il mister manda un pensiero anche a quei giocatori che sulla carta potrebbero trovare fortuna lontano da Padova (vedi i vari Dionisi, Ilari o Petrilli): «Io non prendo o mando via nessuno. Dal ritiro saranno tutti uguali, non ho preclusioni su chi potrà essere utile alla causa e chi no. Io esprimo le mie idee e cosa vorrei, saranno decisivi i giorni a Mezzano. Sono importantissimi soprattutto se, come me, sei nuovo e devi conoscere i giocatori e trovare feeling con loro. Si stringono amicizie, ci si conosce. Serve unione dai primi giorni: società, squadra, tifosi, sono tutte componenti decisive». In attesa che la Lega stabilisca calendari e gironi, si pensa già a qualche amichevole di spessore nel periodo di preparazione in altura. Molto probabile che il 20 luglio, allo stadio di Auronzo, il Padova scenda in campo contro la Lazio di Marcelo Bielsa.

    (Fonte: Corriere del Veneto, Andrea Pistore)
     
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    ufficiale: contratto biennale per il brasiliano Filipe!
    Gabriele Fusar Poli 3 luglio 2016

    Il Calcio Padova informa che in mattinata è stato perfezionato il trasferimento a titolo definitivo del centrocampista brasiliano Filipe Gomes Ribeiro dall’A.C. Perugia Calcio. Il giocatore si è legato alla società biancoscudata fino al 30 giugno 2018.

    Filipe Gomes Ribeiro nasce a Rio de Janeiro il 28 maggio 1987.

    Cresce nel vivaio del Vasco da Gama dove viene notato nel 2005 da Pantaleo Corvino, dirigente della Fiorentina. Viene tesserato dai viola, con i quale gioca nel settore giovanile senza tuttavia riuscire a debuttare in prima squadra a causa di tre infortuni in sequenza che rischiano di precluderne l’attività. Nel 2008 rescinde con la Fiorentina e viene portato da Bruno Conti alla Roma. L’esordio in Serie A avviene il 21 febbraio 2009, entrando nella ripresa di Roma-Siena (1-0), e gioca la sua prima partita da titolare il 21 marzo in Roma-Juventus (1-4). A luglio 2010 viene tesserato dal Siena che lo cede in prestito al Como in Prima Divisione dove colleziona 26 presenze e 2 reti. Nel 2011 passa in prestito al Varese in Serie B (nell’ambito del passaggio di Paolo Grossi al Siena): in due stagioni in cadetteria colleziona 46 presenze ed 1 rete siglata contro il Modena. Nell’agosto 2013 si svincola dal Siena e viene acquistato dal Perugia in Prima Divisione, dove vince il campionato e la Supercoppa di Prima Divisione, siglando 3 reti in 15 presenze complessive. Nel settembre 2014 passa al Lecce in prestito in Lega Pro dove scende in campo in 21 occasioni. Nella stagione 2015/16 torna al Perugia in Serie B dove non riesce a ritagliarsi spazio, fatta eccezione per la Coppa Italia, e viene ceduto in prestito nella sessione invernale alla compagine albanese del Partizani Tirana in Kategoria Superiore, chiudendo il campionato con 15 presenze ed un 2° posto in classifica con 74 punti alle spalle dello Skënderbeu che vale per i “tori rossi” l’accesso alla Uefa Europa League.

    (Fonte: Calcio Padova)
     
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    Diniz verso il Losanna: il retroscena
    Dimitri Canello 4 luglio 2016

    Marcus Diniz è una scelta nell’aria ormai da due mesi. È un divorzio che purtroppo si è consumato all’insaputa del suo agente Gerry Palomba, dal quale il brasiliano dovrebbe presto separarsi. Non è la prima volta che Diniz cambia procuratore, lo ha fatto già in diverse occasioni negli ultimi anni. E anche stavolta si è consumato un vero e proprio ribaltone dietro le quinte, con il giocatore prima oggetto delle attenzioni di Vicenza e Avellino e poi, svolta dell’ultimora dopo l’interesse del Sochaux, atteso da un trasferimento al Losanna, nell’ultima stagione in serie B Svizzera e neopromosso nella massima serie. Il giocatore tecnicamente è stato ceduto, essendo sotto contratto: ignote per ora le cifre dell’operazione. Si parla di un contratto triennale e di un’operazione condotta da un mediatore internazionale. Nel pomeriggio alle 15 arriveranno maggiori dettagli, anche se qualche voce ipotizza pure un approdo al Lugano, Serie A Svizzera, l’ex club di Zdenek Zeman, con cui collaborava lo scorso anno l’attuale diesse del Vicenza Antonio Tesoro. E il Vicenza? Rimane sullo sfondo, chissà…

    Il Calcio Padova informa che la Società biancoscudata e il calciatore Marcus Diniz Plinio Paixao hanno deciso di interrompere il proprio rapporto di collaborazione. La proprietà e il giocatore hanno indetto per le ore 15.00 una conferenza stampa allo stadio Euganeo per spiegare le motivazioni di questa decisione.

    (Fonte: Calcio Padova)

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    accordo con Emerson: il suo arrivo è ufficiale
    Dimitri Canello 4 luglio 2016

    Emerson è un nuovo giocatore del Padova. Accordo raggiunto in questi minuti e contratto per un anno fino al 30 giugno 2017: si attende soltanto l’annuncio ufficiale.

    Emerson Ramos Borges è un giocatore del Calcio Padova: il difensore brasiliano ha siglato un contratto con la società biancoscudata fino al 30 giugno 2017.

    Emerson Ramos Borges è nato a Joinville, in Brasile, il 16 agosto 1980. In carriera ha giocato come difensore centrale e mediano, alto 187 cm per 80 kg, dotato di un sinistro molto potente capace di segnare da notevoli distanze.

    Inizia a giocare con la squadra della sua città, il Joinville, ma la carriera da professionista inizia ufficialmente nel Caxias con il quale gioca 12 partite e mette a segno 3 reti nell’anno dell’esordio nel 2000-01. Gioca nel Campeonato Paulista per il Jalesense con cui disputa 25 partite e realizza 13 gol, trasferendosi successivamente al Palmeiras.

    Si trasferisce in Italia nel 2003-04, tra le file dell’Atletico Calcio, in Serie D (oggi Atletico Elmas) dove colleziona 20 presenze. Nel 2004 passa alla Nuorese in Eccellenza, dove rimane per tre stagioni, realizzando 28 reti in 96 gare, e portando i verdazzurri alla promozione in Serie C2. Nel 2007 viene prelevato dal Taranto, dove gioca per una stagione in Serie C1, realizzando 3 reti in 11 incontri e mancando la promozione in Serie B ai play-off. Nella stagione seguente si trasferisce al Lumezzane e diventa un punto fermo dei valgobbini: 88 partite in 3 anni e 7 gol segnati, ma soprattutto la Coppa Italia Lega Pro (2009-10) e la ribalta che lo porta nell’agosto del 2011 ad essere acquistato dalla Reggina. In maglia amaranto in Serie B gioca quasi tutte le partite del campionato e mettendo a segno 2 reti, disputando un’ottima stagione.

    Nell’estate 2012 viene ceduto al Livorno: ritrova Davide Nicola, ora allenatore del Livorno, ma in precedenza suo compagno di squadra e allenatore al Lumezzane. Gioca 41 partite (più 4 nei play-off) e mette a segno tre gol nella sua prima stagione, dove Nicola inizialmente lo schiera anche come mediano. Al termine della stagione ottiene la promozione in Serie A dove esordisce a 33 anni. Punto fermo della difesa, mette a segno il suo primo gol nella massima serie contro il Torino con un sinistro potente da oltre trenta metri. La replica arriva il 16 febbraio contro il Cagliari, questa volta con un bolide dai 40 metri. Con il Livorno rimane per quattro stagioni, 3 in Serie B ed 1 in Serie A, collezionando 111 presenze e siglando 7 reti.
    In carriera Emerson ha siglato 72 reti in 405 partite complessive.

     
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    ufficiale la cessione di Petkovic al Carpi
    Dimitri Canello 8 luglio 2016

    Lazar Petkovic si trasferisce a titolo definitivo al Carpi. Adesso è anche ufficiale, documenti arrivati in questi minuti: “Il Calcio Padova informa che nella giornata di oggi è stato perfezionata la cessione a titolo definitivo del portiere Lazar Petkovic alla società Carpi Fc 1909. Petkovic chiude la sua esperienza in biancoscudato, iniziata nell’estate 2014, con 42 presenze e la vittoria di un campionato di Serie D. La Società ringrazia Lazar per quanto fatto in maglia biancoscudata, contribuendo alla promozione in Lega Pro nella stagione 2014/2015, e gli augura il meglio per il prosieguo della sua carriera sportiva”

    ora è anche ufficiale: contratto biennale per Tentardini
    Gabriele Fusar Poli 5 luglio 2016

    Il Calcio Padova informa che è stato perfezionato l’accordo che legherà il calciatore Alberto Tentardini alla società biancoscudata fino a giugno 2018.

    Alberto Tentardini è nato a Como il 21/10/1996. E’ un terzino sinistro.

    Inizia la carriera nel Como, ma passa in prestito all’Hellas Verona nel Gennaio 2014 (scambio di prestiti con Rizzitelli); si mette in mostra al “Torneo di Viareggio” dove gli scaligeri vengono sconfitti 2-1 dall’Inter in finale e dove viene schierato sempre titolare e mai sostituito nelle sette partite disputate. Rimane in gialloblu anche nella stagione 2014/2015.

    Nella stagione 2015/2016 torna al Como in Serie B esordendo in cadetteria.

    (Fonte/foto: Calcio Padova)
     
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    Bindi: “Piazza che ho sempre invidiato”. Russo: “Padova è Padova”.
    Dimitri Canello 14 luglio 2016

    Queste le dichiarazioni rilasciate da Giacomo Bindi e Michele Russo alla conferenza stampa di presentazione andata in scena oggi all’Euganeo

    GIACOMO BINDI

    Vengo qui non perché mi abbiano mandato via da Pisa, Padova è una prima scelta e questa è una piazza che ho sempre invidiato. Il contesto mi è sempre piaciuto, e spero che sia lo stesso adesso che lo vivrò in prima persona. Credo di essere nell’anno decisivo della mia carriera, spero di far bene e di vincere anche quest’anno.

    La ritengo la più importante perché in questi anni c’è sempre stato un percorso personale in crescendo, e mi sento di essere a livello più maturo di quello che potrebbe essere il mio status di calciatore. Mi impegnerò e ho fatto questa scelta per non aver alcun ruolo marginale, la possibilità che mi si è presentata l’ho colta.

    Il mister non l’ho sentito, ma il fatto che lui fosse qui è stato un altro motivo per cui la scelta di Padova è stata la più giusta. So come lavora, mi piace che sia molto carismatico e riesca a trasmettere questa cosa ai ragazzi, cercando di fare un buon gruppo che è un requisito alla base di qualunque vittoria.

    Latina e Pisa sono state le vittorie dei campionati della mia carriera: chi è riuscito a vincere in carriera sa l’importanza del gruppo, dipende molto dai ragazzi ma anche dal lavoro della società, se qualcuno gioca un po’ meno venga all’allenamento e sia pronto per fare un gran lavoro. Permette loro di rimanere in forma e a quelli che giocano di essere sempre sul pezzo e in tensione e concentrazione. L’allenatore ha questa caratteristica, e penso che punteremo innanzitutto su di lui, poi c’è la qualità dei giocatori che è ottima, la squadra di adesso è più che valida.

    Perin? Grandissimo tifoso del Latina, nelle ultime partite lì è sempre stato presente e alla festa promozione è stato il primo a venire. Mi sono presentato come se lo conoscessi da anni, era così felice che è nato un rapporto per cui ci sentiamo tutt’ora. Magari la prossima volta mi farà l’in bocca al lupo.

    Portiere molto concreto? Credo di ritrovarmi in questa descrizione, è un po’ il mio carattere, sono più per la concretezza che per l’apparire. Credo che sia più funzionale per la squadra, anche se meno sicuramente lo è stato per me: nella mia carriera ho coltivato poco l’aspetto personale, preferendo quello collettivo.

    A Pisa è successo tutto molto velocemente, non mi aspettavo che dopo una vittoria del genere e tanti impegni verbali ci sarebbe stato un discorso del genere, e quando ho capito che le promesse rimanevano tali senza concretizzarsi ho preferito prendere un’altra strada. Quello che ho ottenuto è sempre dipeso da me e non da altri, e voglio che riomanga tale”

    MICHELE RUSSO

    Ho tanto entusiasmo, questa è un’occasione che ho voluto sfruttare sin dall’inizio, chiudendo questa operazione prima possibile vista l’importanza della società. A Cremona mi sono trovato molto bene, ma Padova è Padova e c’è poco da dire. Vorrei che si creasse intorno alla squadra il mio stesso entusiasmo.

    Pur se difensore, ho sempre segnato molto anche se non nell’ultimo anno. A Chiavari ero anche rigorista, e questo dato ha influito molto.

    Qualcosa di 3-5-2 all’Entella l’avevo fatto, mentre l’anno scorso a Cremona l’abbiamo adottato per tutta la stagione, io ho giocato in tutte e tre le posizioni nei tre dietro. È un modulo che personalmente mi piace molto, ho conquistato una doppia promozione con l’entella: creare un’unità d’intenti un gruppo di ragazzi che vada d’accordo all’interno del rettangolo di gioco come fuori è la base. E poi bisogna dare tutto.

    Reality? Esperienza positiva dal punto di vista umano, forse meno da quello professionale. Io sono andato lì a dicembre con la speranza che avrebbe potuto darmi visibilità come calciatore e non come uomo televisivo. Invece poi non è stato così, perché quella era una realtà costruita non tanto per il calcio quanto per lo spettacolo. L’anno dopo sono ripartito dalla serie D e mi sono rimboccato le maniche, ma professionalmente quella è stata la prima esperienza in una difesa a tre che mi porto dietro ancora adesso.

    Cesar? Siamo stati tre anni insieme, due in C1 e uno in B: siamo diventati quasi fratelli, abbiamo un rapporto che va al di là del campo. L’ho sentito, l’ho visto prima di partire e mi ha detto di venire qui assolutamente perché sarebbe stata una scelta di cui non mi sarei mai pentito, mi ha parlato benissimo della città e della società.
     
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    aspettando di sapere se siamo nel girone a o b

    prima amichevole del padova a mezzano contro una squadra locale

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