I nodi del calcio: arbitri, riforma campionati e ct

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  1. ilcatanzaronelcuore
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    I nodi del calcio: arbitri, riforma campionati e ct

    "Io sono al fianco di chi vuole cambiare": lo fa sapere, con decisione, Andrea Abodi, manager, presidente della Lega di serie B e candidato alla presidenza della Lega di serie A. Abodi è rimasto scottato (e infuriato) dalla decisione della Lega maggiore di raddoppiare il paracadute per chi retrocede, da 30 a 60 milioni. E questo, spiega, "è un danno non solo per noi ma anche per la serie A". E soprattutto allontana ancor più (vedi Spy Calcio del 28 febbraio) l'ipotesi di una riforma dei campionati. Ricordate? Era l'obiettivo principale di Carlo Tavecchio, "questa riforma-diceva sempre-è la madre di tutte le riforme, solo che non si trova il padre". La serie A non ne vuole sapere, i piccoli-medi club temono di finire nel limbo (che limbo non deve essere) della B, temono di perdere i tanti soldi dei diritti tv. Le pay tv comunque sarebbero favorevoli ad una A a 18, adesso sono troppe le partite di scarso interesse e gli ascolti, come si sa, sono in netto calo. Ora Abodi andrà avanti per la sua strada, e pazienza se la A non ne vuole sapere. "Entro marzo-spiega il n.1 della Lega di B-si deve trovare una soluzione. Noi vogliamo scendere dai 22 club attuali a 20, ma bisogna fare in fretta". Per questo prima del prossimo consiglio federale (15 marzo), Abodi spera di incontrare i suoi colleghi Gravina (Lega Pro) e Cosentino (Lega Dilettanti) e pazienza se la A, come sempre, non ne vuole sapere. Forse lo stesso Tavecchio, che certo non si arrende, potrebbe convocare tutte le parti, per vedere se si riesce davvero a riaprire una trattativa. Così tutto il sistema è troppo squilibrato. Da valutare anche la posizione della Lega Pro: il neo presidente Gabriele Gravina è favorevole a tornare a 60 club (ora sono 54). Una questione di potere o ne è davvero convinto? Vero che va modificato lo statuto, ma volendo si può. Troppe squadre sono fallite o non si sono iscritte al campionato negli ultimi anni. Troppe penalizzazioni, troppi stipendi e Irpef non pagati. L'ex serie C così com'è non può farcela: ci sono realtà come Foggia, Benevento, Lecce che fanno migliaia di spettatori e piccole squadre come la Lupa Castelli che gioca a Rieti, non avendo il campo, e che ieri ha fatto 147 paganti (non ci sono abbonati) contro il Messina. Eppure si parla di professionisti. Anche i dilettanti, con la crisi, sono in affanno. E' tutto il sistema che andrebbe riformato a fondo, per renderlo più stabile e attraente, ma questo è l'anno elettorale (si vota anche per la Figc oltre che per le Leghe): sarà possibile farlo? Tavecchio comunque si farà sentire: come ex direttore di banca e uomo navigato nel mondo del calcio sa benissimo quale è la situazione economico-finanziaria dei nostri club, piccoli e grandi. Il consiglio di metà mese, comunque, dovrà affrontare altri temi: pieni poteri, ovviamente, al presidente della Figc per scegliere l'erede di Conte. Ma anche in futuro, con la spending review, sarà il caso di spendere 8 milioni l'anno per il ct azzurro pur col contributo dello sponsor che potrebbe essere dirottato altrove? In Figc sono convinti che si possa trovare un ottimo tecnico (Donadoni o Ranieri) a cifre più ragionevoli. Se ne comincerà a parlare poi più avanti Tavecchio inizierà le sue "esplorazioni", sempre che non l'abbia già fatto. Altro argomento caldo: le spese arbitrali. Stabilito che non ci sarà alcun taglio all'Aia (altrimenti Nicchi fa la guerra), è allo studio la possibilità che siano le Leghe ad accollarsi una parte delle spese. Si tratta di 18 milioni complessivi: 7 per la serie A, 2,2 per la B, 2,3 per la Lega Pro, il resto toccherà ai dilettanti. Il comitato di presidenza ha votato all'unanimità, ora tocca al governo del calcio. E lì potrebbero esserci più resistenze.

    da http://www.repubblica.it/rubriche/spycalci...e_ct-134871401/
     
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0 replies since 6/3/2016, 12:54   16 views
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