Cagliari 2023/2024

Notizie e News sulla Stagione 2023/2024

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    Dopo aver battuto l'Atalanta, rischiato di sbancare San Siro al cospetto dei prossimi campioni d'Italia, il Cagliari pareggia contro la Juventus in una gara dai due volti. Ranieri ha raccolto 5 punti da un trittico terribile da potenziali 0 punti, ergo può ritenersi soddisfatto di quanto fatto dai suoi ragazzi. In attesa delle altre gare di giornata, i rossoblù hanno cinque punti di vantaggio sulla terz'ultima.




    LE SCELTE DI SIR CLAUDIO. Come era prevedibile Ranieri si è posto a specchio rispetto alla Vecchia Signora: difesa a tre con Mina, Dossena e Hatzidiakos, e sorpresa a centrocampo con l'inserimento di Gaetano. Al partenopeo il compito di pressare da vicino la fonte di gioco bianconera, Locatelli, ed assistere la coppia d'attacco formata da Luvumbo e Shomurodov in fase di possesso. Il primo tempo del Cagliari è da urlo: la Juventus viene quasi messa alle corde dalle velocissime ripartenze avversarie, dove lo stesso Luvumbo ha letteralmente fatto impazzire Danilo prima e Gatti poi. L'attaccante uzbeko, dal canto suo, ha ingaggiato un durissimo duello con Bremerm e giocato una gara di puro sacrificio. I goal del Cagliari sono frutto due penalty concessi nel giro di 4 minuti. Il primo (realizzato da Gaetano) è stato assegnato dall'arbitro Piccinini a seguito controllo VAR per un fallo di mano dello stesso Bremer, l'altro concesso per un atterramento da parte di Szczęsny ai danni dello scatenato Luvumbo. La Juventus è stata ben poca cosa, impacciata e maldestra nel gestire il possesso palla, ed incapace di pungere.

    RIMONTA BIANCONERA. Nel secondo tempo il Cagliari inizia bene e sfiora per due volte il goal, ma gradualmente paga il grande sforzo profuso nella prima frazione, e consente alla Juventus di riorganizzarsi e premere sull'acceleratore. Allegri fa ricorso a tutte le energie a disposizione sul fronte d'attacco, mandando in campo Milik e Yildiz. Vlahovic dimezza lo svantaggio su calcio di punizione concesso con troppa leggerezza dall'arbitro Piccinini, mentre il pareggio arriva a 8 minuti dalla fine grazie ad una clamorosa autorete di Dossena, che infila il suo portiere nel tentativo di respingere un cross proveniente dalla sinistra. I bianconeri ci credono, mentre il Cagliari ha già terminato la birra da un pezzo, ma alla fine arriva un pareggio che accontenta tutti, ma lascia un pizzico di amaro in bocca ai rossoblù.

     
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    L'Unione Sarda in edicola stamattina fa un accenno al futuro di Eldor Shomurodov, a caccia di altri gol per guadagnarsi una riconferma in rossoblù. Un futuro in rossoblù che fino a qualche mese fa sembrava più che in discussione, ma che adesso, a suon di assist, gol e ottime prestazioni è più che una possibilità. Perché, come sottolinea oggi il quotidiano, quei 10 milioni utili per riscattarlo dalla Roma non sono più una follia.

     
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    Superata la fase più tempestosa, il Cagliari sta continuando a rincorrere l'obiettivo salvezza e pure nella sfida di venerdì sera contro la Juventus i sardi hanno proseguito nel loro discreto momento di forma, portandosi a casa un punto all'interno di una partita che poteva anche regalarne tre, non fosse stata per la rimonta bianconera. Proprio al Cagliari, che da situazione di svantaggio ha invece saputo ottenere una gran quantità di punti.


    Tra i migliori nell'annata dei rossoblù c'è senza dubbio la rivelazione Zito Luvumbo (22 anni). Già capace di impressionare per quanto fatto nella passsata Serie B, l'attaccante angolano è stato in grado di ripetersi anche nella massima divisione. Dalle 5 reti nell'intera cadetteria dello scorso anno (dei quali due molto pesanti ai playoff) è passato alle 4 dell'attuale torneo. Venerdì sera non ha fatto gol ma è come se l'avesse fatto, dato che è stato lui a procurare i due rigori con cui i rossoblù hanno segnato.

    In vista dell'estate, è anche con ogni probabilità l'unico giocatore nella rosa del Cagliari a potersi fregiare di un'ipotetica investitura da "uomo mercato". Tutto però dipenderà, oltre che dal risultato sportivo di questa annata, dalla volontà o meno della società di privarsi del principale elemento capace di scombinare i piani altrui sul quale può contare.

     
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    Ora la si guarda negli occhi, senza timori e senza reverenze, faccia a faccia con le squadre più quotate del campionato. Il Cagliari è di serie A e lo ha dimostrato in un trittico che, per chi non ha sostanza, sarebbe stato da zero spaccato. Atalanta, Inter e Juventus, una dietro l’altra, per conquistare cinque punti, rimpiangendone quattro, realizzando due gol a partita e prendendone almeno due di troppo. Compattezza, concretezza, coraggio, dinamismo, personalità. Vincere con l’Atalanta nella settimana in cui si sbarazza del Liverpool. Pareggiare in rincorsa con l’Inter realizzando due gol e andando a punti, cosa mai capitata nel 2024 a una avversaria nerazzurra né in campionato né nelle Coppe, e rischiando seriamente di vincere (tre gol a San Siro questa stagione non li ha segnati nessuno). Pareggiare con la Juve con due gol al passivo per gentile concessione. Una serie di gare in successione che hanno solo bisogno del conforto in classifica per legittimare una conquista di credibilità, attesa, quanto inaspettata.

    Si cresce per step, gradino improvviso, e non per linea costante in salita. Provi oggi, ci tenti domani, finché non ti accorgi che giocare alla pari non è un momento, non è una fatica, ma ti riesce. Ranieri ha accompagnato la sua squadra essendo lui per primo a tentare di rivedere i dettagli, come nello studio di una vettura di Formula Uno. Nella costruzione di una macchina adeguata ha cambiato e spostato, alternato e carburato, lubrificato e gonfiato, i diversi componenti che ora permettono di acquisire punti anche ai box, nei cambi di assetto. I protagonisti adeguano la corsa, soprattutto in attacco, con certezze crescenti che ora possono coinvolgere anche il sistema frenante.




    Attacco più assestato della difesa. L’utilizzo di Shomurodov come unico riferimento centrale ha segnato la svolta. Gol e assist hanno ripreso a fioccare con una frequenza devastante, quella di un leader abituato a prendere la sua Nazionale per mano, inventando soluzioni. La consapevolezza di Luvumbo è irriverente. Non è più il ragazzino che fa dispetti ma l’ordigno che rotola minaccioso nelle zone nevralgiche dell’attacco. Viola sta vivendo un’altra primavera. Chiamato nei minuti caldi delle partite è capace di far fiorire sogni e giocate che ricordano la fioritura giovanile.

    C’è sempre da crescere e gli errori servono a capire come. Non si possono prendere gol con l’uomo di riferimento in barriera che è il primo a voltarsi e abbassarsi. Fin dalle giovanili chi va a guidare il muro su calcio piazzato deve avere lucidità, freddezza e determinazione. In serie A non ci si può specchiare nelle acque tumultuose di una gara. La velocità di esecuzione fa la differenza e la palla che perdi, il braccio che allarghi in modo scomposto, la linea difensiva che non segui, diventano fatali. Tanto da incassare 5 punti invece di 9. Ma lo fai in Serie A. Una squadra di serie B sarebbe uscita dal trittico con zero punti. Il Cagliari sta per entrare nel club delle compagini a giusto titolo nella Massima Serie. La strada è tracciata anche se il cammino non è ancora concluso.

     
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    Un’armonia ritrovata. Questo è uno degli ingredienti fondamentali che hanno consentito un cambio di marcia così repentino in questo finale di stagione, che sancirà i verdetti definitivi. Cagliari che anche contro le “grandi” ha fatto la voce grossa, senza paura e soprattutto senza quei tentennamenti che all’inizio della stagione non avevano prodotto risultati.

    Il trittico terribile, contrassegnato dai confronti con Atalanta, Inter e Juventus nell’ordine, ha evidenziato la controtendenza auspicata dallo stesso mister Ranieri al momento di cominciare quella che si può definire la volata finale per riuscire a mantenere la categoria. Addirittura nel primo tempo contro la formazione bianconera dell’ex-Allegri si è vista una squadra spavalda, anche sfacciata, nel proporre una supremazia inaspettata. Ha prodotto gioco, sfiorando una vittoria che in sede di pronostico era inaspettata considerato il valore dell’avversaria.
    Il Cagliari nei primi 45’ ha stordito la Juventus con ordine tattico e dinamismo, ottenendo due rigori e il vantaggio di due gol. Poi nella seconda parte di gara i rossoblù, complice la stanchezza per le troppe energie spese, si sono abbassati troppo sino a cedere campo e si sono fatti riagguantare. Ma resta la cartolina di quel primo tempo contro una formazione bianconera, comunque sempre il lotta per la Champions ed ha attualmente con 64 punti in classifica, che annaspava visibilmente.





    È qualcosa che bisognerà portarsi dietro in queste ultime cinque giornate che mancano alla conclusione di una stagione in chiaroscuro. Soprattutto quando si dovranno affrontare gli scontri diretti con il Lecce (alla “Unipol Domus”) ed in casa del Sassuolo (dell’ex-Davide Ballardini). Il Cagliari ha oramai raggiunto una sua dimensione, è salita l’autostima ed ora nessuno fa più paura a priori. I rossoblù se la possono giocare con tutti. Anche contro il Milan (al Meazza) ed alla “Unipol Domus” con la Fiorentina.

    A prescindere se entrambe abbiano velleità europee o no. I conti si faranno alla fine, ma il “trend” appare favorevole e quattro partite consecutive senza sconfitte testimoniano di una serenità ritrovata. Il prossimo turno in casa-Genoa è insidioso, ma va annoverato fra quelle gare laddove non vi è nulla di scontato. Senza Luvumbo (squalificato), ma contro una formazione già salva che non regalerà nulla, che però non avrà un tasso agonistico ai massimi livelli. Ecco, sarà il tipico caso nel quale potrebbero fare la differenza le motivazioni. Ed è fuor di dubbio che la squadra di Ranieri ne ha da vendere.

     
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    Lunedì sera alle 20.45 il Cagliari affronterà il Genoa di Gilardino. Il grifone è una squadra che fino ad ora ha disputato un ottimo campionato (la migliore neopromossa nei 5 maggiori campionati europei), ma difficilmente lascerà strada ai rossoblù con tanta leggerezza. Per Claudio Ranieri, che medita la conferma della difesa a tre, il compito arduo di sostituire Zito Luvumbo, appiedato dal Giudice Sportivo. Analizziamo in breve le soluzioni a disposizione del tecnico di Testaccio:

    ORISTANIO. Il giovane scuola Inter è in netta ripresa dopo un periodo fisicamente non brillantissimo. L'ultima prestazione risale a tre settimane fa, quando fu tra gli indiscussi protagonisti della vittoria sull'Atalanta, e le sue accelerazioni hanno di fatto messo in grande difficoltà l'aitante Kolasinac. Il suo impiego al fianco di Shomurodov (unico quasi sicuro della maglia da titolare), consentirebbe di avere un costante aiuto in fase di non possesso sull'out destro del campo, ma anche imprevedibilità nella zona d'attacco. Per caratteristiche di rapidità, è l'elemento che maggiormente si avvicina all'attaccante angolano.



    LAPADULA. Con l'uzbeko formerebbe una perfetta coppia di attaccanti puri, tra l'altro entrambi ex del Genoa. Con lui in campo lo stesso Shomurodov godrebbe di meno "solitudine" in area di rigore avversaria.

    VIOLA. Assieme a Gianluca Gaetano formerebbe una coppia di trequartisti a ridosso di Shomurodov, con un elevato tasso di fantasia. L'attaccante potrebbe dover impiegare maggiori energie nel suo lavoro di sacrificio contro i centrali avversari, ma nello stesso tempo aprirebbe varchi importanti per le conclusioni dalla distanza dei due succitati compagni. Lo stesso Viola, o Gaetano, andrebbe a pressare da vicino la fonte di gioco avversaria.

     
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    Chiuso il trittico tanto temuto, ora si tratta di affinare la mira per centrare il bersaglio grosso chiamato salvezza. Il Cagliari ha ottenuto 5 punti inaspettati. In un ciclo al termine del quale il risultato sarebbe potuto essere ben differente. Perché al cospetto di Atalanta, Inter e Juventus nessuno avrebbe gridato allo scandalo se non fosse arrivato nessun punto. E anche riuscire a conquistarne tre avrebbe significato fare un bel passo in avanti. “Avremmo firmato con il sangue per fare una media di un punto a partita” la conferma di Claudio Ranieri al termine della sfida contro la Juventus. Che ha dato al tecnico rossoblù la conferma di avere tra le mani una compagine che avrebbe potuto togliersi ben altre soddisfazioni se solo avesse ingranato la quarta in anticipo.

    Impossibile, però, tornare indietro nel tempo e per questo sarà necessario concentrarsi al massimo per affrontare nel migliore dei modi le ultime cinque giornate di questo torneo. Perché le altre dietro continuano a correre. E a fare risultato. Il successo del Frosinone, preventivabile alla vigilia, ha confermato come i giochi in fondo alla classifica, sono ancora tutti aperti. Ci vorrà, quindi, massima attenzione e una doppia prospettiva psicologica: da una parte lasciarsi subito alle spalle i complimenti per aver battuto l’Atalanta e sfiorato lo stesso risultato contro Inter e Juventus. Dall’altra trarre dalle stesse gare consapevolezza nei propri mezzi e quel carattere che ha portato a quei risultati.




    A questo, il solito Ranieri dovrà aggiungere le sue scelte tattiche che serviranno da una parte a imbrigliare il Genoa e dall’altra a cercare la zampata decisiva per conquistare l’intera posta in palio. Con la complicazione che non ci sarà Zito Luvumbo, il guastatore delle ultime giornate, che è stato capace di mandare in crisi alcune tra le difese più ferree del torneo. La squalifica dell’attaccante angolano potrebbe creare qualche scompenso nello schieramento rossoblù. Ma per fortuna dell’allenatore isolano, in questo momento le alternative non mancano. Da Lapadula, che dopo un mese di panchina vuole ritrovare la maglia da titolare, a Petagna che rientra dopo l’infortunio al polpaccio destro, passando per Oristanio e Gaetano che potrebbero fornire i giusti guizzi sulla trequarti avversaria. Ma soprattutto con uno Shomurodov che al momento è il giocatore più in palla nel reparto offensivo. Le sue giocate hanno illuminato prima Milano e poi la Unipol Domus contro i bianconeri. E su di lui punterà Ranieri per cercare di chiudere quanto prima il conto con la salvezza. Serviranno nervi saldi, pazienza e applicazione tattica in un Ferraris che sarà pronto a spingere i padroni di casa.

    Ma proprio ora che l’obiettivo è sempre più vicino, il Cagliari non può mollare la presa. All’appello per la permanenza in A mancano ancora una manciata di punti, tre o forse quattro, e la compagine isolana vuole mettere le mani sul bersaglio grosso con largo anticipo. Per liquidare la pratica prima in casa del Genoa e poi alla Unipol Domus per far festa con i suoi tifosi. Perché, dopo i liguri, la gara in casa contro il Lecce, potrebbe essere quella giusta per tagliare il tanto atteso traguardo.

     
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    Dopo i cinque punti ottenuti contro Atalanta, Inter e Juventus, il Cagliari va a sbattere contro il muro del Genoa. Il 3-0 con la quale la squadra di Gilardino si è sbarazzata dei sardi è stato pure riduttivo, considerando i 4 interventi importanti del portiere Scuffet. Da rilevare le prestazioni di Thorsby e Friendrup, non solo per i goal che hanno portato il Grifone avanti per 2-0 nella prima mezz'ora di gioco, ma anche per gli ingredienti chiesti loro dal tecnico e prontamente buttati in campo.


    ASSENZE PESANTI. Ranieri ha dovuto rinunciare a ben 4 elementi, infortunatosi nelle scorse 24 ore, ovvero Viola, Dossena, Mina e Jankto. Ha confermato la difesa a tre con Hatzidiakos, Wieteska e Obert che hanno offerto una prestazione al limite dell'imbarazzante. A centrocampo Deiola veniva sovrastato costantemente, mentre Prati non ha mai dato l'impressione di poter costruire qualcosa di concreto. Gaetano non si è mai acceso, e l'attacco ne ha inevitabilmente risentito. Il solo Oristano ha provato a "predicare" qualcosa, rendendosi ben presto conto di farlo nel completo deserto. Nella ripresa Ranieri ha provato a dare una scossa con gli ingressi di Nandez, Lapadula e Zappa, ma la muisica non è per niente cambiata, anzi. Il Genoa ha controllato la gara, posto la ciliegina con Gudmundsson, e sfiorato il poker in almeno 3 circostanze. Per il Cagliari neanche un tiro verso lo specchio della porta.

    LA CLASSIFICA SI ACCORCIA. Sono solo tre i punti che dividono il Cagliari dal terz'ultimo posto occupato dall'Udinese, ed il prossimo turno propone lo scontro diretto casalingo contro il Lecce. Sarà una gara da affrontare con il giusto atteggiamento, e, soprattutto con gli uomini giusti, dato che stasera sono stati diversi gli elementi che hanno confermato un certo disagio.

     
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    Fare quadrato per mantenere la categoria. Oramai siamo all’ultimo giro. Il Cagliari, in conseguenza della prestazione incolore di Genova e relativa sconfitta, rischia di rimettere tutto in discussione dopo che aveva aperto un credito con una serie di prestazioni di livello contro formazioni di prima fascia, che avevano fatto supporre di aver trovato la quadra giusta e consentito a Ranieri di respirare una boccata d’ossigeno, vedi vantaggio sul terz’ultimo posto.

    Al momento è l’Udinese la squadra che occupa l’ultima posizione che sentenzierebbe la retrocessione, ma il distacco a vantaggio dei rossoblù è rimasto di sole tre lunghezze. Ed a quattro turni dal termine, con dodici punti in palio, i giochi sono aperti. Al Ferraris di Genova, al netto delle assenze peraltro non di secondo piano, si è visto un atteggiamento troppo arrendevole e remissivo, che preoccupa.
    Squadra senza riferimenti, con poche idee, per quasi tutta la gara in balia degli avversari. Un serata incolore, da dimenticare in tutta fretta. Il Cagliari ha rivisto i fantasmi di un passato che sembrava rimosso, dimenticato in un cassetto chiuso a doppia mandata. Un passo indietro difficile da digerire. Ha sofferto la qualità e l’organizzazione di un Genoa che giocava disteso, senza assilli di classifica. La componente agonistica rossoblù, che doveva esserci considerate le maggiori motivazioni, non si è vista nemmeno lontanamente.


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    Il Lecce il prossimo scoglio, ma occorre cosa è accaduto a Genova per capire determinate congetture e darsi delle risposte. Nelle ultime giornate, dopo il confronto interno con i salentini, il Cagliari dovrà affrontare due trasferte impegnative, in casa di Milan e Sassuolo, per chiudere alla “Unipol Domus” con la Fiorentina. Un menu non proprio facile da digerire.

    Per questa ragione il mister dovrà provare a far ripartire la macchina, appellandosi a quelle che sono anzitutto le motivazioni, perse in quel di Genova. Il patrimonio in palio è troppo importante. I cali di tensione vanno immediatamente banditi. La società ha investito tanto per mantenere la categoria e vedere determinate prestazioni fa cadere le braccia anche al più ottimista.

    Diventa fondamentale centrare l’intera posta con il Lecce, altra formazione che, al pari del Genoa, ha uno “status” virtualmente tranquillo con i suoi trentasei punti. Ma non per questo sarà arrendevole. Occorre ritrovare lo spirito giusto e la determinazione. In questo Ranieri ha mostrato di essere un maestro nel motivare i suoi. Recuperando il maggior numero di acciaccati. Soprattutto in fase difensiva, laddove non è facile rinunciare ad elementi come Dossena e Mina, che con la loro fisicità compensano ad altre mancanze. Ed in modo particolare il colombiano, il quale ha la “leadership” giusta per comandare l’intero reparto.

     
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    Il Cagliari pensa anche al mercato e in particolare alla sostituzione di Nahitan Nández, calciatore in scadenza di contratto, lontano dal rinnovo e con diverse richieste sul tavolo per il futuro. Il nome che sta circolando da qualche settimana è quello del 21enne centrocampista scozzese dell’Aberdeen, Connor Barron. Il numero 8 dei Dons, che è stato visionato di recente dal vivo dagli osservatori rossoblù, è un profilo sempre più concreto per rinforzare la mediana cagliaritana in vista della prossima stagione. Secondo quanto appreso dal Daily Record, il tecnico isolano, Claudio Ranieri, avrebbe dato il suo benestare all’arrivo in quel dell’Unipol Domus del ragazzo originario di Kintore, in scadenza di contratto la prossima estate. Su Barron, tuttavia, persiste anche l’interesse di un’altra squadra di Serie A italiana come il Sassuolo di Davide Ballardini, che però ha perso posizioni nella corsa al gioiello della formazione guidata ad interim dal manager Peter Leven in quanto imbrigliato nella corsa per non retrocedere.

     
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