Inter 2023/2024

Notizie e News sulla Stagione 2023/2024

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    L'Inter è sempre più vicina allo Scudetto, alla seconda stella. Un traguardo che però non sarà un punto di arrivo, ma il naturale esito di un processo di crescita che continuerà anche dopo la vittoria dello Scudetto. La società nerazzurra vuole continuare a vincere e per la prossima stagione ha messo nel mirino l'Europa ed il mondo intero, nelle due forme della nuova Champions League ed il riformato Mondiale per Club, due competizioni che accresceranno anche il blasone del club ma anche il bisogno di fare mercato.

    Le due competizioni, come la conferma in campionato, richiederanno tanti sforzi alla squadra. Più di quelli di quest'anno. Come si legge sull'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport l'obiettivo è di rinforzare la rosa. L’Inter avrà bisogno di cambiare vestito spesso, e il mercato è venuto e verrà in soccorso proprio per dare un sostituto per ogni ruolo a Inzaghi. Nello stressante 2024-25 in arrivo Simone avrà quindi due squadre pressoché intercambiabili: 22 titolari o giù di lì. Di certo, sarà la rosa senza buchi neri, come quelli visti in questa stagione nel reparto offensivo".

     
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    Il matrimonio fra Simone Inzaghi e l'Inter, come ha confermato anche Steven Zhang dalla griglia del Gp di Formula 1 di Shangai, è destinato a proseguire. L'attuale contratto dell'allenatore è in scadenza nel 2025 ma la scelta di entrambe le parti è di continuare. A che punto sono le trattative per il rinnovo?


    Secondo La Gazzetta dello Sport la firma arriverà una volta messo in tasca lo Scudetto. I dialoghi sono ovviamente andati avanti in questi mesi: l'accordo è per un prolungamento fino al 2027, il primo pluriennale per il tecnico - finora erano arrivate solo conferme di anno in anno -.

    Con un nuovo triennio davanti, al tecnico è data la possibilità di rilanciare ancora questo ciclo. Se poi arrivasse davvero alla nuova scadenza, con sei stagioni filate, Simone diventerebbe il più longevo su questa panchina dai tempi del mago Herrera.

     
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    Lo scudetto ti fa bella, ma lo scudetto ti fa anche ricca. Vincere aiuta a vincere, come pure a rivalutare i propri giocatori. È il caso dell'Inter, portata da Simone Inzaghi alla conquista del ventesimo tricolore nella propria storia, anche a un - quasi - continuo miglioramento della rosa a propria disposizione.

    Quanto è cresciuta l'Inter? È una domanda alla quale abbiamo provato, per la terza e ultima volta in questa stagione, a dare una risposta. Chiariamo le regole d'ingaggio: le stime si basano sulle valutazioni di Transfermarkt. Sono stime e non effettivi valori di mercato, che invece si determinano dall'incontro fra domanda e prezzo: a volte il risultato supera la stima, a volte no. Proprio per questo, ove possibile, abbiamo fatto riferimento come punto di partenza al costo di acquisto pagato dall'Inter. Non sempre, però, ci è sembrato il criterio più adatto: nei casi dei giocatori arrivati a zero, per esempio, abbiamo ritenuto più opportuno considerare il valore di mercato al momento dello sbarco in nerazzurro.

    Oltre 220 milioni di euro in più. È questo il risultato dell'operazione: una crescita ulteriore rispetto alle due precedenti stime stagionali, che avevano fatto registrare rispettivamente +160 e +190. L'aumento più significativo riguarda sempre Lautaro Martinez, ma anche i vari Barella, Thuram, Dimarco e Bastoni fanno registrare significativi rialzi. Il plusvalore costruito da Inzaghi e dalla dirigenza nel tempo - il primo si è dimostrato bravo a far risplendere i giocatori, la seconda a pescare gemme più o meno nascoste - fa poi lievitare ulteriormente a +351 milioni di euro l'aumento di valore se si parte dal prezzo di acquisto, e non dalla stima, per i giocatori arrivati a parametro zero.

    Portieri
    Yann Sommer: da 6,75 milioni di euro (prezzo di acquisto) a 5 milioni di euro. -1,75
    Emil Audero: da 6 milioni di euro (valutazione al 15 giugno 2023, prezzo di acquisto non considerato perché giocatore arrivato in prestito) a 6 milioni di euro. Nessuna variazione
    Raffaele Di Gennaro: da 350 mila euro (valutazione al 15 giugno 2023, prezzo di acquisto non considerato perché giocatore arrivato a 0) a 350 mila euro. Nessuna variazione



    Difensori
    Alessandro Bastoni: da 31 milioni di euro (prezzo di acquisto) a 70 milioni di euro. +39
    Benjamin Pavard: da 30 milioni di euro (prezzo di acquisto) a 50 milioni di euro. +20
    Stefan de Vrij: da 40 (valutazione al 24 marzo 2018, prezzo di acquisto non considerato perché giocatore arrivato a 0) a 8 milioni di euro. -32
    Yann Aurel Bisseck: da 7 milioni di euro (prezzo di acquisto) a 15 milioni di euro. +8
    Francesco Acerbi: da 4 milioni di euro (prezzo di acquisto) a 4 milioni di euro. Nessuna variazione
    Federico Dimarco: 5 milioni di euro (prezzo di acquisto) a 50 milioni di euro. +45
    Matteo Darmian: 3,3 milioni di euro (prezzo di acquisto) a 4 milioni. +0,7

    Centrocampisti
    Hakan Calhanoglu: da 30 milioni di euro (valutazione al 14 ottobre 2021, prezzo di acquisto non considerato perché giocatore arrivato a 0) a 40 milioni di euro. +10
    Kristjan Asllani: da 14,5 milioni di euro (prezzo di acquisto) a 16 milioni di euro. +1,5
    Nicolò Barella: da 44,5 milioni di euro (prezzo di acquisto) a 75 milioni di euro. +30,5
    Davide Frattesi: da 25 milioni di euro (valore al 15 giugno 2023: prezzo di acquisto non considerato perché legato al riscatto del giocatore e ai bonus) a 30 milioni di euro. +5
    Davy Klaassen: da 10 milioni di euro (valore al 15 giugno 2023: prezzo di acquisto non considerato perché giocatore arrivato a 0) a 5 milioni di euro. -5
    Stefano Sensi: da 27 milioni di euro (prezzo di acquisto) a 4 milioni di euro. -23
    Henrikh Mkhitaryan: da 8 milioni di euro (valore al 7 giugno 2022: prezzo di acquisto non considerato perché giocatore arrivato a 0) a 6 milioni di euro. -2
    Denzel Dumfries: da 15 milioni di euro (prezzo di acquisto) a 27 milioni di euro. +12
    Juan Cuadrado: da 4 milioni di euro (valore al 15 giugno 2023: prezzo di acquisto non considerato perché giocatore arrivato a 0) a 1,5 milioni di euro. -2,5
    Carlos Augusto: da 15 milioni di euro (valore al 15 giugno 2023: prezzo di acquisto non considerato perché legato al riscatto del giocatore) a 20 milioni di euro. +5
    Tajon Buchanan: da 7 milioni di euro (prezzo di acquisto) a 8. +1

    Attaccanti
    Lautaro Martinez: da 25 milioni di euro (prezzo d'acquisto) a 110 milioni di euro. +85
    Marcus Thuram: da 32 milioni di euro (valore al 22 giugno 2023: prezzo di acquisto non considerato perché giocatore arrivato a 0) a 60 milioni di euro. +28
    Marko Arnautovic: da 5 milioni di euro (valore al 15 giugno 2023: prezzo di acquisto non considerato perché legato al riscatto del giocatore) a 5 milioni di euro. Nessuna variazione
    Alexis Sanchez: da 4 milioni di euro (valore al 27 giugno 2023: prezzo di acquisto non considerato perché giocatore arrivato a 0) a 2,5 milioni di euro. -1,5

    Variazione complessiva: +223,3 milioni di euro

    *= elaborazione basata su dati Transfermarkt

     
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    Steven Zhang ha esultato e fatto i complimenti alla squadra, con un lungo e accorato messaggio. A distanza: il presidente dell'Inter non ha infatti vissuto dal vivo lo scudetto conquistato da Simone Inzaghi e difficilmente parteciperà ai festeggiamenti, se non magari a quelli di fine stagione. L'ultima gara a cui ha assistito dallo stadio, a oggi, rimane infatti la finale di Champions League giocata a Istanbul. Poi, il tour in Giappone e il rientro in Cina, da dove non è ancora mai tornato in Italia.




    In casa Inter lo raccontano presente, seppur non fisicamente. La gestione della società è in mano a Beppe Marotta per l'area sportiva e Alessandro Antonello per l'area corporate, i risultati sono soddisfacenti da entrambi i lati, considerati i successi sul campo e l'exploit economico. Certo, manca il tocco personale del presidente, che però intrattiene un dialogo costante anche con Simone Inzaghi, l'artefice in panchina del tricolore della seconda stella. Dalla Cina, del resto, Zhang è impegnato a risolvere l'interrogativo principale sul futuro dell'Inter.

    Manca sempre meno al 20 maggio, la data in cui scadrà il finanziamento contratto dalla proprietà con Oaktree, arrivato nel frattempo a 375 milioni di euro considerando gli interessi. Nelle ultime settimane si sono rincorse voci e indiscrezioni, praticamente in tutte le direzioni possibile. I nodi, terminata la gioia scudetto, arriveranno presto al pettine: a oggi, lo scenario più realistico è quello di un nuovo prestito, ottenuto da un soggetto diverso e con scadenza più breve rispetto ai tre anni concordati con il fondo statunitense. Il grande nome è quello del fondo Pimco, che sta svolgendo una due diligence sui conti nerazzurri, in vista di un prestito da 400 milioni. Con buone probabilità, il preludio a una successiva cessione: la scadenza 2027 coinciderebbe con quella del bond e con un rimborso da quasi 1 miliardo di euro. Ma questa è un'altra storia.

     
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    Quand'è iniziato tutto? Se lo si chiede a Simone Inzaghi, risponde che il percorso della sua Inter, capace di vincere con largo anticipo lo scudetto numero venti della sua storia, è partito tre anni fa. Dall'impresa di Anfield e dalla delusione di Bologna, dalle dodici sconfitte della scorsa stagione e dalla finale di Instabul. Dall'idea di provare a giocare a calcio, e magari anche di vincere nel tentativo. Missione riuscita, ma forse cercando meglio è possibile identificare un momento in cui l'Inter ha iniziato a correre. E non si è più fermata.



    Riavvolgiamo il nastro, aprile 2023. L'Inter balbetta in campionato e prende linfa dalle vittorie in Champions. A metà mese, poco più di un anno fa, la sconfitta di Monza: è la quinta gara consecutiva senza vittorie in campionato, è il punto più basso nella Serie A per i nerazzurri. Quattro giorni dopo, il 3-3 casalingo col Benfica sancisce un passaggio del turno già blindato all'andata e mette qualche rinforzo alla panchina di Inzaghi, traballante perché undici sconfitte - la dodicesima, ininfluente, arriverà al Maradona contro il Napoli campione d'Italia - sono giudicate davvero troppe, dalla dirigenza e dall'ambiente. Col Monza, e ancora prima a Salerno, però, Inzaghi ha visto qualcosa di diverso nella sua squadra. La conferma arriva nella giornata successiva: i nerazzurri vanno a Empoli e vincono 3-0 una partita senza storia. Non è clamoroso, di successi al Castellani è piena la storia. Da lì in poi, però, la creatura di Inzaghi non si ferma più. Letteralmente: a oggi, Inter-Monza resta l'ultima partita di campionato in cui l'Inter non abbia trovato la rete, una striscia positiva che è a un passo dal record in Serie A.

    Lo aveva promesso. E ora andiamo avanti di qualche mese, arriviamo all'estate. L'Inter divide, qualcuno la mette in cima alla griglia di partenza ma non pochi la vedono più attardata, considerando alcune cessioni e la beffa Lukaku. È il 12 luglio 2023, il giorno prima dell'inizio del ritiro pre-campionato. In conferenza stampa, facendo eco ad altre dichiarazioni di Marotta, Inzaghi tira dritto quando gli si chiede dello scudetto: "È il grande obiettivo: non mi va di partecipare a pronostici, noi sappiamo che siamo l'Inter e abbiamo il dovere di cercare la seconda stella". Non tutti hanno lo stesso coraggio: va riconosciuto a Pioli, che poi in corsa non ci è praticamente mai stato. Non ad Allegri, l'unico fino a un certo punto a far pensare che quella di questa stagione potesse essere una volata a due. E Rudi Garcia, che ha iniziato l'anno da campione in casa, ha subito mischiato scudetto e prime quattro posizioni, come a far capire dove sarebbe andata a parare la stagione del Napoli. Inzaghi lo aveva promesso: eccolo lì.

     
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    Simone Inzaghi è in prima fila, sulla panchina dell'Inter campione d'Italia sotto la guida dell'amministratore delegato Beppe Marotta. Nel mezzo, Piero Ausilio e Dario Baccin, direttore sportivo e vice, che Zhang come Marotta ha blindato fino al 2027, a scandagliare il mercato e cercare i migliori talenti. Al giusto prezzo, considerando che da qualche anno il vero miracolo dell'Inter è proprio questo: mantenere la squadra competitiva, nel migliore dei casi a saldo zero.



    Ausilio è all'Inter praticamente da sempre, dal 1998: entrato come segretario del settore giovanile, ha scalato tutte le gerarchie dalle giovanili alla prima squadra. Ha cambiato quattro presidenti e tre proprietà; ha lavorato con Branca, Sabatini e Marotta. Gli allenatori neanche si contano. Quello conquistato da Inzaghi è il secondo scudetto da direttore sportivo, ruolo assunto nella stagione successiva al triplete. L'arrivo di Baccin è più recente, anche se ormai di anni ne sono passati sette: come dirigente va a scuola da Perinetti in quel di Palermo, poi nel 2017 la chiamata dell'Inter come vicedirettore sportivo. E oggi festeggia anche lui il secondo scudetto.

    Le intuizioni dietro lo scudetto. In teoria, a ciascuno il suo ruolo: Baccin viaggia per scoprire i talenti, Ausilio li valuta, a Marotta l'ultima parola Zhang permettendo. Ormai, però, la fiducia reciproca è alle stelle e la sinergia indiscutibile: il parametro zero, per esempio, spesso è associato a Marotta, almeno mediaticamente. E invece magari in concreto l'idea è nata ed è stata portata avanti da Ausilio o Baccin. Così nascono i colpi di una dirigenza che negli anni ha dovuto cedere Hakimi e Lukaku, Onana e Brozovic, puntando però lo scudetto. Il portiere camerunese è forse l'operazione più riuscita, finora: Ausilio lo punta e lo coccola, l'Inter lo prende a zero e lo rivende ad oltre cinquanta milioni. È il colpo che finanzia la campagna acquisti pre-scudetto, anch'essa piena di idee. La più scintillante è Marcus Thuram, già adocchiato in passato e che la dirigenza era convinta potesse diventare un nove decisivo. Il francese forse neanche ci pensava, e invece eccolo lì. Con lo scudetto in mano.

     
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    L'Inter prepara la festa scudetto a Milano e ha chiesto alla Lega Serie A lo spostamento della partita contro il Torino. Visto il rinvio della parata col bus scoperto a causa del maltempo, che in teoria era programmato per oggi, il club ha chiesto alla Lega e al Toro di spostare la partita da sabato alle 15 (come da calendario attuale) a domenica alle 12.30, soprattutto per motivazioni legate alla gestione dell’ordine pubblico, visto che sarebbe più semplice organizzare il tour la domenica. Il rischio legato al sabato riguarda il paralizzare la città con i vari mercati rionali che ci sono in tutta Milano.

    Dalla parte della Lega non dovrebbero esserci problemi, anche perché era comunque stato messo in programma la possibilità di spostamento, aspettando il risultato del derby che ha laureato i nerazzurri campioni d'Italia. L'unico no potrebbe arrivare dal Torino, ma non dovrebbe essere così e si va dunque verso lo spostamento.

     
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    Dopo la festa per il ventesimo Scudetto, è già tempo di guardare avanti in casa Inter. Il Corriere della Sera sposta lo sguardo già sul futuro e sul mercato che verrà, per i Campioni d'Italia. Si è già aggiudicato a parametro zero Mehdi Taremi del Porto, l’obiettivo del Milan lo scorso anno. Firmerà un contratto triennale da 3 milioni annui e per rendere più agevole il suo inserimento nel campionato ha già iniziato a studiare l’italiano. Piotr Zielinski, risoluto a lasciare Napoli, è l’altra gemma già virtualmente aggiunta all’organico del prossimo anno. Di certo non finisce qui, perché in difesa servirà iniettare forze fresche considerando gli acciacchi del 36enne Acerbi: un’idea conduce a Nacho del Real Madrid che ha neutralizzato Haaland nella tana del City. È svincolato e non rinnoverà. In attacco considerando il rendimento non eccellente di Sanchez e Arnautovic occorrerà guardarsi attorno per una rosa completa su più fronti. Immobile, determinato a lasciare la Lazio, si è proposto attraverso il suo agente ma la pista non scalda.

     
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    Questa volta, nessuno è sceso sul ring. A ciascuno il suo, d'altra parte: ogni tecnico ha diritto a scegliere il modo in cui allenare, tenere alta la tensione, vincere. L'Inter torna ad alzare lo scudetto tre anni dopo l'ultima volta: da Antonio Conte a Simone Inzaghi. Stesso modulo di riferimento, ma non potremmo immaginare un approccio diverso alla squadra e alla comunicazione.

    Dal ring… L'immagine di Conte e Lautaro che si mandano a quel paese, con Oriali che prova inutilmente a fare da paciere, resta una delle più famose della cavalcata dell'Inter 2020/2021. La vicenda si chiuse subito in un clima goliardico: il tecnico e l'attaccante su un ring costruito ad hoc alla Pinetina, Lukaku a fare da speaker. Altri tempi. Tenere tutti costantemente sulle spine, del resto, è uno dei marchi di fabbrica dell'allenatore salentino, noto per martellare i propri giocatori, molti dei quali hanno peraltro sempre apprezzato il suo modo di porsi alla squadra.





    …alla forza tranquilla. Con Inzaghi, la necessità di un ring sarebbe francamente inimmaginabile. Non è un caso che, già a Coverciano, l'allenatore nerazzurro abbia portato, ormai qualche anno fa, una tesi tutta incentrata sul rapporto con la squadra e sulla gestione del conflitto nell'ottica di minimizzarlo, di trasformarlo in qualcosa di positivo. Se l'Inter di Antonio è stata rabbia agonistica oltre qualsiasi avversario, quella di Simone ha vinto col sorriso sulle labbra. Dentro e fuori da Appiano: di Conte all'Inter si ricordano anche le polemiche mediatiche, la più celebre in tv con Fabio Capello. Per restare in tema di mostri sacri, Inzaghi è stato spesso nel mirino di Arrigo Sacchi, ma ha sempre reagito con la pacatezza di chi, alla fine, il traguardo ce l'aveva preciso.

    E sul campo? Il modulo è lo stesso, quel 3-5-2 che proprio Conte ha imposto alla Serie A ormai più di un decennio fa. Inzaghi fu chiamato anche per questo, per dare continuità tattica al progetto del proprio predecessore. Con parecchie differenze, che abbiamo analizzato anche aiutandoci coi dati di Comparisonator. Scudetto a parte, il risultato è molto simile: l'Inter di Conte e quella di Inzaghi segnano più o meno lo stesso numero di gol (2,34 a partita contro 2,41), con la stessa quantità di xG (2,17 a 2,18 in media). La principale differenza sotto questo profilo è legata ai gol subiti: Conte chiuse con una media di 0,92 a partita, Inzaghi viaggia su un ben più solido 0,53 che è forse il dato più clamoroso della sua Inter.

    Una sostanziale differenza nella costruzione del gioco, che Inzaghi ha "abbassato" ancora di più rispetto al suo predecessore, riguarda le fasce. Questa Inter costruisce molto di più sulla sinistra con l'asse Bastoni-Mkhitaryan-Dimarco, mentre quella di Conte - vedasi le heat map in basso - era più equilibrata avendo Hakimi e Perisic, semmai con una leggera predilezione per la fascia destra. I singoli, d'altronde, sono un fattore: nel 2021 l'Inter dribblava molto di più, in media 13,45 riusciti a partita contro i 9,94 attuali, una differenza del 24 per cento. Un'altra differenza cruciale è legata all'approccio al recupero palla. Se è vero che con Conte gli episodi di alta pressione erano molti di più (26,53 in media ogni 90 minuti contro 13,75), la sua Inter supera quella di Inzaghi quanto a intercetti (37,97 in media a partita contro 34,59) ma perde nel recupero palla nella metà campo avversaria (26,13 in media a gara con Inzaghi, contro 23,39). Oggi, in sostanza, i nerazzurri (pur applicando un pressing meno feroce) vanno a prendersi la sfera molto più in alto nel campo dell'avversario, e questo stressa meno la fase difensiva, oltre a procurare più azioni da gol. Non è un caso se gli xGA, ovvero gli expected goal contro, siano crollati da 1,33 a 0,91 in media. Pressoché trascurabili le differenze relative alla quantità dei passaggi effettuati in media a partita.

     
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    La 'Gazzetta dello Sport' oggi in edicola fa il punto sul calciomercato dell'Inter e spiega che Simone Inzaghi incontrerà la società entro un paio di settimane per fare il punto sulle strategie di mercato estive. Detto che la società nerazzurra - come confermato da Ausilio dopo la conquista dello Scudetto - ha già chiuso per Taremi e Zielinski, c'è da rinforzare un reparto avanzato che nella stagione del Mondiale per Club deve contare su cinque calciatori.




    I nomi in cima alla lista di Marotta e Ausilio per rinforzare l'attacco sono due: da un lato Albert Gudmundsson del Genoa, dall'altro Joshua Zirkzee del Bologna. La seconda punta islandese è valutata circa 30 milioni di euro, mentre l'attaccante olandese parte da una valutazione di 70 milioni di euro col Milan (club da tempo sulle sue tracce) che invece ragiona sui 50.

    Il calciomercato dell'Inter - si legge - non prevede budget e per questo motivo qualsiasi investimento dovrà essere finanziato dalle cessioni. Al netto della situazione di Dumfries, calciatore per il quale non è da escludere il rinnovo, il club sta già valutando la cessione di tutta una serie di giovani di proprietà: da Agoumé a Satriano, passando per Esposito, Oristanio, Stankovic e, soprattutto, Valentin Carboni. Per quest'ultimo, a gennaio è già stata rifiutata un'offerta della Fiorentina da venti milioni di euro.

     
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    Simone Inzaghi è pronto a legarsi all’Inter per un altro triennio (il rinnovo - non a caso - dovrebbe essere fino al 2027, allineando l’allenatore ai contratti già firmati da Marotta, Ausilio e Baccin). Il tecnico avrà pure un robusto adeguamento di ingaggio e dopo aver portato in dote lo scudetto della stella è ancor più determinato a chiedere che - a differenza di quanto caduto l’anno scorso - venga preservata in toto l’ossatura della squadra.




    La volontà - sottolinea infatti Tuttosport - è quella di trarre linfa dallo scudetto vinto per aprire un ciclo e, in tal senso, le promesse di Marotta a derby vinto, fanno ben sperare che l’allenatore venga ascoltato. "Il leader è Inzaghi, l’abbiamo sempre supportato standogli vicino anche nei momenti di difficoltà - le parole dell’amministratore delegato -. La difficoltà assoluta sarà riconfermarsi, dovremo ripartire con grandissima umiltà senza fare rivoluzioni. Ma dobbiamo mantenere pure un concetto di sostenibilità, dando un occhio all’aspetto bilancistico". Graditissimi sarebbero i vari Gudmundsson, Buongiorno e Bento (oltre a Taremi e Zielinski), ma solo se gli sbarchi non dovessero essere preceduti da dolorose partenze.

     
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    L'Inter vuole rinforzare l'attacco e, secondo La Gazzetta dello Sport, gli obiettivi sono sostanzialmente due: a un lato Albert Gudmundsson del Genoa, dall'altro Joshua Zirkzee del Bologna. La seconda punta islandese è valutata circa 30 milioni di euro, mentre l'attaccante olandese parte da una valutazione di 70 milioni di euro col Milan (club da tempo sulle sue tracce) che invece ragiona sui 50. Per finanziare questi colpi la società sta valutando la cessione di diversi giovani: da Agoumé a Satriano, passando per Esposito, Oristanio, Stankovic e, soprattutto, Valentin Carboni, che però Inzaghi valuterà prima in ritiro, come appreso da TMW, che riporta anche che la valutazione dell'argentino è di 35 milioni di euro.

    Stefano Sensi saluterà in estate l'Inter, che non gli rinnoverà il contratto. Come riportato da TMW, potrebbe continuare la sua carriera in MLS, campionato che preferirebbe alla Saudi Pro League. Per ora ci sono stati solo contatti esplorativi, da metà luglio a metà agosto, quando aprirà la sessione di trasferimenti, si entrerà nel vivo con le trattative.

    Giuseppe Marotta, amministratore delegato dell'Inter, ha parlato a margine dell'evento organizzato da Il Foglio a San Siro: "Vogliamo continuare il processo evolutivo. Simone Inzaghi non si discute e ci siederemo, su indicazione del presidente Zhang, per allungare il contratto. Non faremo rivoluzioni, penseremo sempre all'obiettivo sostenibilità, cercando di raggiungere altri traguardi. Rinnovi di Lautaro e Barella? Non parliamo di rinnovo ma prolungamento, non ci sono ansie perché nessuno è in scadenza. Parleremo insieme ad Ausilio e Baccin per creare uno zoccolo duro di giocatori che hanno senso di appartenenza"

     
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    L'Inter pensa al futuro, dopo la vittoria dello scudetto, e dopo le parole di Giuseppe Marotta e Piero Ausilio, è tempo di pensare ai singoli e alle permanenze. Detto di Francesco Acerbi, che Simone Inzaghi ha chiesto di confermare, il discorso vale anche per Stefan De Vrij, che come l'ex Lazio ha il contratto in scadenza nel 2025. Dopo un paio di stagioni sotto il suo livello, quest'anno l'olandese è tornato al top e anche la sua conferma è stata indicata dall'allenatore come necessaria, visto anche che la prossima stagione sarà interminabile, complice il Mondiale per Club estivo che prosciugherà tutte le energie.





    Bastoni & co.
    Il perno difensivo, anche per la sua carta d'identità, non può essere che Alessandro Bastoni, che ha rinnovato il suo contratto fino al 2028 con adeguamento dell'ingaggio. Probabilmente arriveranno offerte, specie dalla Premier, ma lo stesso Marotta ha affermato anche ieri che nonostante non esistano incedibili la volontà è quella di trattenere l'intera rosa. Blindati anche Benjamin Pavard, arrivato la scorsa estate grazie a un grande investimento, Yann Bisseck e Carlos Augusto, per un reparto difensivo che dovrebbe dunque essere confermato in blocco, e magari non serviranno neanche nuovi volti.

    Parametro zero.
    L'unica novità potrebbe avere la caratteristica di un'occasione, quell'arrivo a parametro zero che sta facendo la fortuna dell'Inter nelle ultime stagioni, con Marotta, Ausilio e Baccin che hanno già acceso i radar, per Mario Hermoso, in scadenza con l'Atletico Madrid, e Nicolas Valentini, classe 2003 che non rinnoverà con il Boca Juniors.

     
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    Francesco Acerbi vestirà la maglia dell'Inter anche nella prossima stagione. Simone Inzaghi ha deciso di il difensore centrale anche per la prossima stagione: molto vicino un accordo per il rinnovo del contratto, attualmente in scadenza il 30 giugno 2025.

     
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    Quattrocentocinquanta minuti più recupero, ma mica potranno essere tutti di festa. Il clima alla Pinetina, dove ieri l'Inter si è ritrovata dopo aver vinto lo scudetto nel derby, è quello lì. Domenica, sarà una celebrazione lunghissima, dalla fine della partita contro il Torino a tarda notte. Nell'ultima casalinga a San Siro, idem, compreso maxi-concerto e cena di squadra in serata. Oltre ai granata e alla Lazio, però, i nerazzurri di Simone Inzaghi da qui a fine campionato incroceranno anche Sassuolo, Frosinone e Hellas Verona. Saranno, in sostanza, arbitri della corsa all'Europa e soprattutto di quella alla salvezza.



    Esperimenti e serietà. Saranno le necessità che lo stesso Inzaghi dovrà coniugare da qui al triplice fischio sulla Serie A 2023/2024. Da un lato, è lecito attendersi che il tecnico nerazzurro dia maggior spazio ad alcuni attori non protagonisti della stagione. Due su tutti. Il primo è Tajon Buchanan, arrivato in tutta fretta a inizio gennaio e finora autentico oggetto misterioso: preso per giocare a destra, ha convinto il tecnico sulla sinistra. I 450' che restano saranno una chiave per capire il suo spazio futuro. Non è in discussione quello di Yann Bisseck, che di conferme ne deve dare ancora poche ma vedrà salire il suo minutaggio. Anche Davide Frattesi e Carlos Augusto puntano un impiego maggiore da qui a fine campionato, il primo magari anche in tandem con Barella. Sull'altro piatto della bilancia, però, Inzaghi dovrà e immaginiamo vorrà mettere il rispetto della competizione: un calo può anche essere fisiologico, ma l'Inter ha perso uno sola partita in tutto il campionato. Non sarebbe giusto fermarsi ora, non ne ha l'intenzione nessuno e anche le scelte si accompagneranno a questo proposito. Tradotto: non c'è da attendersi un'Inter-bis. Magari una più variegata, quello sì.

    Le due priorità. Arriverà il tempo del mercato, del classico summit fra lo stesso Inzaghi e la dirigenza nerazzurra. In anticipo rispetto alle ultime stagioni, verso metà maggio. L'altro giorno Ausilio ha scherzato sulla possibilità di un mercato già chiuso: le bugie, in questi casi, sono sempre bianche. Non che l'Inter abbia urgenza di muoversi, soprattutto di cedere, a differenza del passato. Le priorità saranno realisticamente due: un portiere - Bento in prima fila - e un attaccante, con Zirkzee, Gudmundsson e Raspadori come nomi buoni. Logico anche pensare che Inzaghi, oltre a un rinnovo fino al 2027 (sarebbe l'accordo più lungo da quando è all'Inter) chiederà un'ulteriore salto di qualità. Proprio per questo, l'olandese non è affatto un'ipotesi da scartare, nonostante i costi. Il resto, pur senza particolari assilli, lo faranno eventuali uscite, anche eccellenti: non essere costretti a vendere non vuol dire non vendere, lo ha ricordato Marotta pochi giorni fa.

     
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