Champions League 2018/2019

Notizie e News sulla stagione 2018/2019

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    Il tecnico del Barcellona Ernesto Valverde ha commentato in conferenza stampa dopo la debacle di Liverpool: “La strada si è messa in salita dopo i due gol subiti in sequenza. Non siamo riusciti a segnare e ci hanno rimontato. E’ un risultato terribile per i nostri tifosi e per noi stessi. E’ molto brutto ma mi congratulo con il Liverpool. Abbiamo cercato di trovare più profondità ma la partita è terminata con il quarto gol. Non siamo riusciti a rispondere”.

     
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    Intervenuto ai microfoni di Sky Sport dopo il successo contro il Barcellona, l'attaccante del Liverpool Divock Origi ha dichiarato: “L'emozione? E’ difficile descriverla. E’ una sensazione fantastica. Un 4-0 al Barcellona, davanti ai nostri tifosi è difficile realizzare quanto successo”.

    Per te è stata una notte incredibile.

    “Per me è qualcosa di speciale. A me piace il calcio, voglio giocare a modo mio. Se sono in campo do tutto. Sapevo che sarebbe stata una notte speciale, in una stagione speciale. Arrivare in finale è una bella emozione. Sono molto contento”.

     
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    Dopo il successo contro il Barcellona e l'approdo in finale di Champions League, il portiere del Liverpool Alisson Becker ha parlato ai microfoni di Sky Sport: “E’ quasi impossibile credere che tutto va come immaginiamo. E’ andata così con la Roma e adesso di nuovo. Ci abbiamo creduto dall’ultimo secondo della gara di andata. Oggi ci siamo meritati la finale, abbiamo fatto una cosa incredibile”.

    Sei riuscito a fermare Messi.
    
“Ho fatto un buon lavoro, un po’ diverso rispetto alla gara con la Roma. Oggi ho lavorato un po’ di più, sono contento di aiutare la squadra ma di più di essere in finale che era un grandissimo obiettivo. Ora l’obiettivo è essere campioni d’Europa”.

    Tutto è possibile anche a Madrid?
    “Questo ci dà fiducia. Ti fa lavorare di più, le cose iniziano a girare a favore. Credo nella Fede e nel lavoro. Dio mette la mano su chi lavora e noi lo abbiamo fatto in questa sfida”.

     
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    Questa Champions League è diversa da tutte le altre. Dà la sensazione che tutto possa accadere, cambiare un attimo dopo, mutare ancora una volta e stravolgere tutto in un secondo. L'abbiamo visto ieri sera con Liverpool-Barcellona: basta crederci. Sarà questo il motto del Tottenham nell'altra semifinale, quella tra gli Spurs e l'Ajax. Si riparte dall'1-0 dell'andata, Lancieri avanti già al primo round in trasferta.
    Ad Amsterdam, stasera, saranno gli inglesi a dover rimontare col doppio del coefficiente di difficoltà.

    COME ARRIVA L'AJAX - Cominciando a vincere, magari ci si prende gusto. L'Ajax tre giorni fa ha festeggiato il primo titolo dell'era ten Hag, battendo il Willem II con un roboante 4-0, nel segno degli anziani, e portandosi a casa la Coppa d'Olanda. Anche in Champions si parte di un'ottima base, l'1-0 in trasferta dell'andata dà ovviamente una posizione di vantaggio. E, alla luce del gran gioco affinato ancor di più negli ultimi tempi, c'è tutto l'ottimismo del mondo in quel di Amsterdam. Per quel che concerne la formazione, non dovrebbero esserci grosse novità rispetto all'andata, anche perché proprio nella finale di Coppa ten Hag ha varato il turnover, dando un chiaro segnare per questa Champions. L'unico dubbio riguarda la fascia destra di difesa, dove Mazraoui stavolta pare essere in vantaggio su Veltman. Per il resto sarà solito 4-3-3 (o 4-2-3-1), con la posizione di van de Beek mutabile. Anche in attacco sarà confermato Tadic da falso nove, con Huntelaar - anch'egli a segno in Coppa - che si riaccomoderà in panchina.

    COME ARRIVA IL TOTTENHAM - Quando il gioco si fa dura sono i duri quelli chiamati a venir fuori. E per il Tottenham è arrivato il momento di mostrarsi duro, anche perché il periodo lo è e non poco. Oltre al k.o. interno nel match d'andata, anche in Premier League le cose il passo è stato rallentato, collezionando due sconfitte di fila che hanno regalato il terzo posto al Chelsea. Basterà comunque un punto per conquistare la Champions League nell'ultima giornata con l'Everton. Intanto c'è quella di quest'anno da rimontare per sognare ancora la finale. Per quanto riguarda la formazione, Mauricio Pochettino dovrà fare ancora a meno di Kane, l'uomo più importante. Quantomeno, rispetto all'andata, recupera Son (era squalificato) e tira un sospiro di sollievo perché pure Vertonghen dovrebbe farcela dopo la commozione cerebrale della scorsa settimana. Anche in questo caso dovrebbero esserci tante conferme. In difesa però out Sanchez, si dovrebbe tornare alla linea a quatto per far spazio a Son. Dubbio soltanto in attacco, dove Lucas è comunque favorito su Llorente perché pare essere in condizione.

    PROBABILI FORMAZIONI:

    AJAX (4-2-3-1): Onana; Mazraoui, De Ligt, Blind, Tagliafico; Schone, De Jong; Ziyech, Van de Beek, Neres; Tadic. A disposizione: Varela, de Wit, Dolberg, Hutelaar, Magallan, Veltman, Sinkgraven. Allenatore: ten Hag

    TOTTENHAM (4-2-3-1): Lloris, Trippier, Vertonghen, Alderweireld, Rose; Wanyama, Sissoko; Alli, Eriksen, Son; Lucas. A disposizione: Gazzaniga, Davies, Dier, Foyth, Sanchez, Walker-Peters, Llorente. Allenatore: Pochettino

     
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    Immaginate di entrare in un’enorme biblioteca interamente dedicata al gioco del calcio.
    Piani e pile infinite di libri: tattica, regole, storia, tifo, statistiche, record, momenti memorabili. C’è di tutto e ogni argomento è catalogato secondo logici criteri, per non perdersi nella consultazione. Come in qualsiasi biblioteca che si rispetti, d’altronde. Ogni settore ha il suo “tema” e fra le diverse stanze, a un certo punto, potete scorgerne una che reca un’insegna sontuosa: “Anfield”. Quella è la sezione dedicata alle rimonte impossibili, alle imprese che confondono realtà ed epicità. E che ti ricordano, se ce ne fosse bisogno, quant’è bello questo gioco.

    Da oggi potete richiedere di consultare l’ultimo volume della stanza delle rimonte, lo troverete proprio ad “Anfield” e lo riconoscerete facilmente perché è quello meno impolverato. Quanto è accaduto ieri sera Oltremanica, calcisticamente parlando, è qualcosa di sensazionale, che merita di essere fissato nelle pagine di un libro e di essere raccontato ai posteri. Contro ogni pronostico, dopo un 3-0 subito all’andata giocando alla pari (se non meglio) rispetto agli avversari e senza due giocatori fondamentali come Salah e Firmino, il Liverpool ha ribaltato il punteggio, si è esaltato, ha mandato in visibilio i propri tifosi e noi che guardavamo la partita in TV, ha fatto sembrare il Barça piccolo piccolo e ha strappato con forza un posto nella finale di Madrid. La sua seconda finale di Champions consecutiva.

    Da sempre i fatti sportivi vengono raccontati con toni epici, e il calcio non è da meno. La sfida tra Liverpool e Barcellona per certi versi ricorda il celebre assedio di Troia, descritto nell’Iliade, dove il ruolo della città assediata è ben rappresentato dalla squadra catalana, che nemmeno dopo l’1-0 di Origi dopo sette minuti sembrava poter capitolare, anche perché Messi e Coutinho erano riusciti a farsi vedere in area avversaria e a mettere in difficoltà Alisson. Bastava un solo gol, d’altronde, per spegnere definitivamente i bollenti spiriti degli assalitori. Eppure, il comandante dell’esercito acheo, Klopp, proprio come Agamennone, sapeva che bisognava perseverare. La strategia messa in atto era perfetta: squadra non snaturata (fuori Salah e Firmino, dentro Shaqiri e Origi), esterni difensivi che stazionavano più nella metà campo avversaria che nella propria, i guerrieri a lottare corpo a corpo in mezzo al campo (Milner, Fabinho e soprattutto Henderson, che sembrava dover uscire per una botta nel primo tempo, ma è rimasto a combattere) e i baluardi della difesa (Matip e van Dijk due muri, Alisson insuperabile) a respingere gli attacchi di un Barça che avrebbe potuto ferire irrimediabilmente da un momento all’altro.

    E così, piano piano, si è materializzata l’impresa. L’ingresso in campo di Wijnaldum ha garantito ai Reds una maggiore dinamicità e incisività in attacco. I due gol dell’olandese in meno di tre minuti hanno esaltato il popolo inglese, gettando nello sconforto i Troiani, sia quelli in campo che quelli che stavano sugli spalti. I ragazzi di Klopp correvano di più, si vedeva che erano assetati di sangue, mancava soltanto il colpo di genio per chiudere una contesa il cui epilogo pareva ormai scontato. E il colpo di genio è arrivato a poco più di dieci minuti dalla fine: Alexander-Arnold, 21 anni da compiere, ma con una furbizia degna del miglior Ulisse, finge di lasciare un calcio d’angolo al compagno, poi torna improvvisamente sui suoi passi, calcia dalla bandierina e trova Origi per la stoccata del 4-0. Barcellona beffato e colto di sorpresa, proprio come fece Ulisse col Cavallo di Troia.

    Da lì in poi, solo Liverpool. I catalani avrebbero potuto ancora trovare il gol risolutore, ma erano stati colpiti al cuore, sapevano di essere destinati a soccombere. Messi, il Paride che aveva provocato la guerra con la doppietta del Camp Nou, non ha avuto la forza di trascinare un gruppo che per due anni consecutivi è stato costretto a subire una rimonta crudele. L’anno scorso fu la Roma, ai quarti, a ribaltare il 4-1 in Catalogna con un 3-0 all’Olimpico, quest’anno il Liverpool è riuscito a fare ancora più male alla tifoseria catalana, strappandole una finale che in molti davano per scontata. Non vorremmo essere nei panni di Ernesto Ettore Valverde, che avrà vinto anche la Liga, ma che ha fallito il bersaglio più importante per una piazza esigente come quella blaugrana.


    Il resto è già storia, o forse dovremmo dire leggenda. Le lacrime di un duro come Milner, il sorriso incredulo di Salah, l’omaggio della Kop agli eroi di Anfield, le sciarpe al cielo e le note da pelle d’oca di You’ll never walk alone. Infiniti fotogrammi di una serata epica che ti fa andare a dormire con l’adrenalina a mille, di una serata che ci porteremo dentro a lungo. Il messaggio principale di questa partita pazzesca è riassunto dalla scritta della maglietta indossata da Salah dopo il fischio finale del signor Çakır: never give up. Non mollare mai, un insegnamento che parte dallo sport e si applica alla vita. E quelli del Liverpool, a quanto pare, ne sanno qualcosa.
     
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    La UEFA, tramite il proprio sito ufficiale, ha comunicato una particolare classifica riguardante le squadre che hanno collezionato il maggior numero di punti in Champions League dal 1993, anno del cambio di denominazione del torneo (prima era la Coppa dei Campioni). Al primo posto di questa speciale graduatoria c'è il Real Madrid con 361 punti conquistati. Completano il podio Barcellona (351 punti) e Bayern Monaco (317 punti), mentre la prima italiana è la Juventus, quinta, con 235 punti complessivi.

    Al quarto posto il Manchester United (292), mentre dopo i bianconeri troviamo Arsenal (207), Porto (206), Chelsea (199), Milan (nono posto con 197 punti) e Lione (142). Il Liverpool, che ieri sera ha centrato la seconda finale consecutiva, è undicesimo a quota 140, solo 8 in più rispetto all'Inter 12esima (132).
    Le altre italiane presenti in classifica sono Roma (18esima, 97 punti), Lazio (40esima, 45 punti), Napoli (46esimo, 37 punti), Fiorentina (49esima, 30 punti), Parma (87esimo, 7 punti) e Udinese (99esima, 5 punti).

     
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    Erik ten Hag sceglie la formazione tipo, per la gara di ritorno della semifinale di Champions. Vi era infatti un piccolo dubbio legato all'impiego di Mazraoui, che avrebbe potuto giocare a centrocampo con Veltman terzino. Niente di tutto ciò: olandesi in campo con il marocchino nella sua posizione ormai abituale. Sia Mazraoui che Ziyech, che hanno comunicato l'intenzione di aderire al Ramadan, sono titolari.

    Tutto come previsto nelle fila inglesi: Mauricio Pochettino recupera Son, squalificato nella gara di andata, e lo manda subito in campo, in una squadra priva di Kane e Devinson Sanchez. Out Llorente, ci sarà Lucas Moura a supporto dell'attacco. Ecco le formazioni ufficiali di Ajax-Tottenham.

    Ajax (4-2-3-1): Onana; Mazraoui, De Ligt, Blind, Tagliafico; Schone, De Jong; Neres, Van de Beek, Ziyech; Tadic. Allenatore: Erik ten Hag.
    Tottenham: Lloris; Trippier, Alderweireld, Vertonghen, Rose; Wanyama, Sissoko; Eriksen, Dele Alli, Lucas; Son. Allenatore: Mauricio Pochettino.

     
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    Tanto Ajax, meraviglioso Ajax: il primo tempo della gara di Amsterdam è una sinfonia tutta olandese, o quasi, conclusa sul 2-0. Doppio vantaggio dei lancieri sul Tottenham, battuto già al quinto minuto: De Ligt svetta su Trippier e Alli, di testa batte Lloris. È 1-0, la reazione inglese ci sarebbe pure: al settimo Son colpisce il palo (più per disattenzione di Onana), poi Alli è pericoloso ma inconcludente. Una breve sfuriata che lascia il campo ai fraseggi infiniti dei ragazzi di Erik ten Hag, capaci poi di verticalizzare all'improvviso e arriare in porta nel giro di pochi minuti. Succede al 35': Van de Beek rompe le righe degli Spurs, serve Tadic che aspetta Ziyech. Sventola di sinistro a incrociare, Lloris vola ma non può fare nulla. È doppio vantaggio, è botta psicologica: a Pochettino servirà caricare i suoi negli spogliatoi, perché all'intervallo il Tottenham è fuori dalla partita e fuori anche dalla Champions.
     
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    3-2 Totthenam, pazzesco
     
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    Il Tottenham ribalta l'Ajax con la tripletta di Lucas Moura e vola in finale di Champions League all'ultimo minuto di semifinale!
     
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    Ajax-Tottenham finisce 2-3: a segno De Ligt e Ziyech nel primo tempo, tripletta di Lucas nella ripresa.

    Il sogno dell'Ajax finisce sul più bello. Quando sembrava tutto fatto, gli olandesi cedono il passo. Perché è il Tottenham a staccare il biglietto per Madrid, atto finale della Champions League. È un secondo tempo incredibile, è un Lucas Moura che inevitabilmente entrerà nel Pantheon dei londinesi, a cambiare la storia di questa partita e di questo torneo. Sembrava tutto fatto al 45': olandesi in vantaggio per 2-0 all'intervallo, finale in tasca. Poi Pochettino cambia le carte in tavola: manda in campo Llorente, chiede ai suoi una prova di orgoglio. Che arriva, grazie all'uomo della serata: tre gol per Lucas Moura, finale tutta inglese per il Tottenham. Gli Spurs troveranno il Liverpool al Wanda Metropolitano. Non succedeva dal 2012, che entrambe le finaliste parlassero inglese.

    OUT NERES ALL'ULTIMO, SPURS SENZA LLORENTE -
    Erik ten Hag sceglie la formazione tipo, ma non fa i conti con la sorte. A pochi minuti dal calcio d'inizio, Neres accusa infatti un problema a un ginocchio: dentro Dolberg al suo posto, con Mazraoui e Ziyech (impegnati da domenica dal Ramadan). Negli inglesi, Pochettino sceglie l'attacco leggero: fuori Llorente, dentro Lucas con Son, Eriksen e Alli.

    SUBITO AJAX -
    Pronti via, i lancieri si portano in vantaggio. Merito di De Ligt, appena 19 anni e già impressionante nei suoi numeri: al quinto minuto svetta su Trippier e Alli (male entrambi), battendo di testa Lloris. È un gol in sintonia con l'avvio, a mille, degli olandesi: il corner che consente il vantaggio nasce infatti da una gran parata di Lloris, subito chiamato in causa da Tadic.

    REAZIONE SPURS -
    Gli ospiti non ci stanno a fare da sparring partner e partono alla carica per tornare in gara. Due minuti dopo il gol di De Ligt (quarto più giovane di sempre a segnare in una semifinale Champions), Son colpisce un legno che è soprattutto colpo di Onana, disattento sul primo palo in occasione del gol del coreano. Poi Alli e lo stesso Son creano altre due occasioni golose, ma non riescono a bucare l'Ajax. Il ritmo, comunque, resta altissimo.

    IL RAMADAN NON FERMA ZIYECH -
    Un ritmo che fa il gioco dell'Ajax, che raddoppia grazie al gol di uno dei due giocatori che in teoria sono in condizioni fisiche non ottimali: il 2-0 porta la firma di Ziyech, impegnato nel Ramadan come Mazraoui. Il marocchino spedisce alle spalle di Lloris una sventola di sinistro imprendibile per il francese, a coronamento di un contropiede letale dei padroni di casa. Raddoppio e qualificazione in cassaforte? All'intervallo il Tottenham torna scarico negli spogliatoi, ma ci sono altri 45 minuti da giocare.

    DENTRO LLORENTE -
    Pochettino si fa sentire. A parole ma anche coi fatti: alla ripresa del gioco il Tottenham non ha Wanyama ma Llorente, per spingere sull'acceleratore con la speranza di riaprire la gara. Il messaggio arriva: gli Spurs entrano carichi, la migliore occasione è per Alli, con Onana chiamato agli straordinari. Un minuto prima che cambi tutto.

    204 SECONDI DI FUOCO -
    204. Sono i secondi che passano tra i due gol di Lucas Moura. È il brasiliano a riaccendere la serata di Amsterdam, contro un Ajax in difficoltà nelle prime fasi del secondo tepo. Al 55' Lucas chiude in modo letale (soffiando palla al volitivo ma inconcludente Alli) un contropiede fulmineo dei suoi, lanciato da Rose. Meno di quattro minuti dopo, Onana è strepitoso su Llorente ma poi, con l'aiuto di Schone, la combina grossa, lasciando palla proprio a Lucas. Due avversari saltati e sinistro in buca d'angolo: è 2-2, a 30 minuti dalla fine. Il Tottenham ci crede.

    L'AJAX SI SVEGLIA, PALO ZIYECH -
    L'antifona è chiara. Con una partita così, l'Ajax non arriva a Madrid. Ten Hag lo capisce e cambia sia Schone che Dolberg, per motivi diversi tra i peggiori in campo. Messaggio recepito: gli olandesi tornano a giocare dopo non averlo fatto per una ventina di minuti. È Ziyech l'uomo più pericoloso: al 64' sfiora la porta, al 79' centra il palo. Nel mezzo, una partita aperta a ogni possibile esito: si esalta Lloris su De Ligt, mentre Onana resta a vedere la palla di Alderweireld che finisce di poco fuori.

    IL TOTTENHAM SI FERMA SULLA TRAVERSA -
    A tre minuti dal 90' succede di tutto. Succede soprattutto che Vertonghen, da due passi, mandi la palla sulla traversa di testa. Un legno a metà tra errore e sfortuna, che ben rappresenterebbe simbolicamente l'ultimo atto della squadra di Pochettino (nel frattempo attivo coi cambi, dentro Lamela e Davies) in Champions: combattiva e meritevole.

    POI C'È LUCAS -
    Al quinto minuto di recupero, il brasiliano diventa l'uomo della provvidenza per gli inglesi. Llorente e Alli scambiano, scarico sull'accorrente Lucas Moura, che con una gran bocca chiude la sua serata da sogno. È 3-2 Tottenham, è finale per Pochettino e i suoi.

    Il tabellino

    AJAX-TOTTENHAM 2-3
    (5' De Ligt, 35' Ziyech; 55', 59' e 90'+5 Lucas)

    Ammoniti: 50' Dolberg, 77' Ziyech nell'Ajax. 16' Sissoko, 76' Rose nel Tottenham.

    AJAX (4-2-3-1): Onana; Mazraoui, De Ligt, Blind, Tagliafico; Schone (61' Veltman), De Jong; Tadic, Van de Beek (90' Magallan), Ziyech; Dolberg (67' Sinkgraven). Allenatore: Erik ten Hag.

    TOTTENHAM (4-2-3-1): Lloris; Trippier (81' Lamela), Alderweireld, Vertonghen, Rose (83' Davies); Wanyama (46' Llorente), Sissoko; Eriksen, Dele Alli, Lucas; Son. Allenatore: Mauricio Pochettino

     
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    CITAZIONE (Meridiano Zero Ct @ 8/5/2019, 23:05) 
    Il Tottenham ribalta l'Ajax con la tripletta di Lucas Moura e vola in finale di Champions League all'ultimo minuto di semifinale!

    Che poi han.segnato nel.minuto extra.dato x la perdita di.tempo no?
    Il secondo gol è da indagine dai.. bah..
     
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