Italia-Ucraina

4°Partita Qualificazione Euro 2024

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    Raddoppio dell'Italia, ancora Davide Frattesi. Rimpallo in area dopo un tiro da fuori di Zaniolo e il centrocampista dell'Inter è stato bravissimo e scaltro a battere il portiere avversario con un diagonale. Dopo un consulto con il VAR l'arbitro ha convalidato la rete, con gli azzurri avanti per 2-0 alla mezz'ora.

     
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    Davide Frattesi ha preso parte attiva a quattro degli ultimi cinque gol dell'#Italia in tutte le competizioni,
    grazie a tre gol e un assist.

     
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    Trenta minuti di dominio assoluto, due gol di vantaggio fino a cinque minuti dalla fine, ma poi il black-out che ha rimesso in carreggiata la squadra di Rebrov. Al duplice fischio Italia-Ucraina è sul 2-1, una partita ancora tutta in discussione e ancora tutta da vivere. E' un peccato perché l'Italia vista per oltre mezz'ora ha dominato in lungo e in largo. Una doppietta di Frattesi che dà seguito alla rete realizzata a giugno nei Paesi Bassi sembrava aver scacciato timori e preoccupazioni, ma poi è arrivato il gol di Yarmolenko a ricordarci che non si può alzare il piede dall'acceleratore, che il traguardo non è già stato tagliato.


    Donnarumma, fischiato prima e durante la partita, ha dovuto effettuare una sola parata fino al gol di Yarmolenko. Al contrario Bushchan è stato sempre al centro della scena perché l'Italia per oltre mezz'ora ha giocato stabilmente nella trequarti avversaria con un possesso palla rapido e cattivo, proprio come voleva Spalletti. Sarà soddisfatto il commissario tecnico per come è arrivato il primo gol: l'errore plateale di Sudakov è anche figlio di un pressing che ha indotto all'errore. Recuperato il pallone, bravo Zaccagni a servire Frattesi coi tempi giusti e poi chirurgico il centrocampista dell'Inter nel calciare dove il portiere non può mai arrivare. Diverso il secondo gol, che nasce da un tiro di Zaniolo intercettato da Frattesi e tornato sui piedi del numero 8 azzurro dopo un paio di rimpalli. Anche in questo caso la mezzala azzurra non sbaglia a differenza del guardalinee che annulla un gol regolare, poi convalidato dal VAR.

    Sul 2-0, l'Italia ha alzato il piede dall'acceleratore e l'Ucraina ne ha approfittato. Donnarumma aveva compiuto un autentico miracolo sul primo tiro di Yarmolenko ma poi nulla ha potuto quando Dimarco ha riconsegnato il pallone al numero 7. Al 45esimo è 2-1, la partita non è chiusa.

     
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    Arriva il dato ufficiale degli spettatori presenti a San Siro per la sfida tra Italia e Ucraina, valida per le qualificazioni all'Europeo del 2024. Sono 58.386 i biglietti venduti per la gara, con un incasso di 1.169.194 euro. Il pubblico milanese ha dunque risposto presente per la delicatissima partita della Nazionale di Luciano Spalletti, che a mezz'ora dalla fine sta conducendo la gara per 2-1, con la doppietta di Frattesi e la rete di Yarmolenko.

     
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    Finalmente di nuovo sopra la linea di galleggiamento. Al giro di boa di questo complicato girone di qualificazione verso Euro 2024, l'Italia è finalmente riuscita ad agguantare la seconda posizione in classifica. L'ha fatto tornando al successo dopo l'insipido pareggio di Skopje, l'ha fatto a San Siro dinanzi a quasi 60mila spettatori contro un'Ucraina che, ancora una volta, esce male dalla sfida contro gli Azzurri.
    Ad uscire bene dalla sfida del Meazza è invece il commissario tecnico Luciano Spalletti che stasera potrà festeggiare la sua prima vittoria da ct. Ad uscirci ancora meglio è stato Davide Frattesi che, nel suo stadio, ha realizzato una doppietta nei primi trenta minuti.

    La partenza degli azzurri è stata di quelle promettenti, la prima mezz'ora di quelle che non si vedevano da tempo. Cattiva, cinica, aggressiva, la Nazionale nei primi 30 minuti ha prodotto sul campo ciò che Spalletti aveva più volte chiesto con le parole. Raspadori preferito a Immobile ha legato il gioco e favorito gli inserimenti delle mezzali. Le corsie laterali - Di Lorenzo e Zaniolo da un lato, Dimarco e Zaccagni dall'altro - hanno lavorato per creare un costante uno contro uno e per non dare punti di riferimento.
    Il gol del vantaggio è arrivato dopo dodici minuti. Figlio di un evidente errore di Sudakov, ma anche di un'aggressione alta che ha indotto all'errore il numero 8 ucraino e ha permesso a Frattesi, ben posizionato, di battere Bushchan con un tiro imparabile.
    Anche dopo il gol del vantaggio l'Italia non s'è accontentata. Ha continuato ad attaccare, a spingere, e alla mezz'ora di nuovo con Frattesi ha trovato il gol del 2-0. Una rete che era stata inizialmente annullata dal guardalinee per una inesistente posizione di fuorigioco e poi assegnata grazie al check dal VAR.
    Sul 2-0 e col pubblico al settimo cielo la partita sembrava decisamente in discesa, ma come dimostrato a Skopje è proprio la discesa con tutti i suoi pericoli a crearci i maggiori problemi. Realizzato il raddoppio l'Italia ha alzato il piede dall'acceleratore e consegnato il pallino del gioco all'Ucraina, che ha ringraziato e dimezzato lo svantaggio prima del duplice fischio anche grazie a un errore di Dimarco che ha reso vana una precedente prodezza di Donnarumma riconsegnando il pallone tra i piedi di Yarmolenko.


    Rientrata negli spogliatoi con un solo gol di vantaggio, l'Italia nella ripresa ha avuto il merito di tornare padrona del match. Anche se l'Ucraina non è stata a guardare, la squadra di Spalletti ha costruito le azioni più pericolose ispirata da uno Zaniolo che, nel secondo tempo, è stato il miglior azzurro in campo finché il ct l'ha lasciato sul terreno di gioco.
    Un gol divorato da Zaccagni, un intervento miracoloso di Bushchan su Raspadori ma anche una traversa di Locatelli le occasioni più nitide. Dall'altro lato, a conti fatti, solo un colpo di testa di Konoplia che s'è spento di poco a lato.

    La partita è finita 2-1. Archiviata questa vittoria, l'Italia potrà adesso guardare al futuro con maggiore serenità. Mancano ancora quattro partite prima della fine di questo girone e, al netto della trasferta di Wembley contro l'Inghilterra, basterà battere Malta e Nord Macedonia in casa per poi presentarsi all'ultima sfida contro l'Ucraina con due risultati su tre a disposizione. Tutt'altro vivere dopo l'ansia mal celata di questi giorni.



    IL TABELLINO
    Italia-Ucraina 2-1

    Italia (4-3-3): Donnarumma 6,5; Di Lorenzo 6,5, Scalvini 6,5, Bastoni 6,5, Dimarco 6,5 (13' st Biraghi 6); Frattesi 7,5, Locatelli 6,5, Barella 6,5 (39' st Cristante sv); Zaniolo 7 (27' st Orsolini 6), Raspadori 6,5 (27' st Retegui 6), Zaccagni 7 (13' st Gnonto 6,5). A disp.: Vicario, Meret, Romagnoli, Darmian, Pessina, Immobile, Casale. All.: Spalletti 6,5

    Ucraina (4-4-1-1): Bushchan 6; Mykolenko 5,5, Kryvtsov 5,5, Zabarnyi 5,5, Konoplya 6; Tsygankov 6 (30' st Vanat sv), Zinchenko 6 (30' st Buyalskyi sv), Stepanenko 5,5 (39' Sydorchuk sv), Yarmolenko 6 (13' st Mudryk 6); Sudakov 5; Dovbyk 6 (13' st Yaremchuk 5,5). A disp.: Trubin, Lunin, Mykhaylichenko, Sydorchuk, Popov, Zubkov, Karavaiev, Nazaryna. All.: Rebrov 5,5

    Arbitro: Hernandez (Spa)
    Marcatori: 12' Frattesi (I), 29' Frattesi (I), 41' Yarmolenko (U)
    Ammoniti: Mykolenko (U), Konoplya (U), Stepanenko (U)
    Espulsi: -

     
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    Davide Frattesi, centrocampista dell'Italia decisivo nella sfida contro l'Ucraina con una doppietta, ha parlato a Sky Sport: "Non pensavo in una serata così bella ma l'importante è che i gol abbiano consentito alla squadra di vincere. Peccato solo per il gol preso ma dobbiamo darci tempo. La strada è quella giusta".

    Il nuovo corso del centrocampo è quello con te, Barella e Tonali.
    "Abbiamo compiti più offensivi, questo ci aiuta e c'è possibilità di inserirsi per trovare gli spazi giusti".


    Ora il derby.
    "Sicuramente è una settimana iniziata bene, cercheremo di finirla benissimo. Siamo carichi".

    I fischi a Donnarumma?
    "Mai visto una roba del genere in Nazionale, una cosa indegna. Non capisco il motivo per il quale venga fischiato così. I fischi comunque non lo intaccano".

     
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    Il centrocampista dell'Italia Manuel Locatelli ha parlato ai microfoni di Rai Sport dopo il successo contro l'Ucraina a San Siro: "Oggi c'era un solo risultato possibile. Era una partita da dentro e fuori, siamo riuscirti a vincerla".

    Soddisfatto della tua partita?
    "Sono soddisfatto della mia partita e di tutti. Sono contento".


    Andava forse chiusa?
    "Dovevamo essere più cinici. Oggi però abbiamo dato tutto".

    Quanto ti è mancata la Nazionale?
    "Tanto, avevo bisogno di fare una partita così perchè avevo voglia di dare questo alla Nazionale".

    L'atmosfera a San Siro con l'inno di Mameli cantato tutti insieme?
    "Bellissima, io penso sempre alla mia famiglia che lo canta insieme a me e ci sono i sogni loro e i sogni miei".

     
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    L'attaccante dell'Italia Giacomo Raspadori ha parlato ai microfoni di Rai Sport dopo il successo sull'Ucraina: "Abbiamo avuto sia nel primo tempo che nel secondo diverse situazioni per chiuderla. Non ci siamo riusciti ma abbiamo fatto una bellissima prestazione. Avevamo bisogno di una prestazione di spirito e personalità, è una vittoria importantissima".


    Cosa c'è stato in campo oggi?
    "L'importanza della partita, sapevamo che non vincere poteva essere un problema grande. Abbiamo tirato fuori tutto quello che avevamo dentro".

    San Siro?
    "Quando si gioca qui l'atmosfera è sempre pazzesca. E' una fortuna per noi giocare in questo stadio con la maglia della Nazionale. Dobbiamo fare di tutto per onoraria".

     
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    Spalletti: "Fischi a Donnarumma? Siamo dei privilegiati, bisogna star zitti"

    "Mi porto dietro da questi giorni tutti ciò che è successo. Certo, quando poi c'è il risultato a tutti i costi diventa più difficile da gestire ma noi si vuol giocare partite con questa pressione qui. Poi magari per qualcosa di più importante, non per la qualificazione, ma sono queste partite qui e queste tensioni qui che ti danno la tensione di che uomo sei. Ormai è un calcio così con la montagna del risultato a tutti i costi da perforare. Dobbiamo dimostrare che calciatori e che uomini siamo, a chi ci guarda ma soprattutto a noi stessi".

    La squadra stasera ha giocato e s'è mossa bene in campo
    "Vero però quando poi si decide di cambiare, di fare un calcio più moderno, rischi qualche volta di rimanere con spazi un po' più larghi. Loro dopo il 2-0 giocavano sulla riconquista palla e sul due contro due. Ci hanno creato problemi in due situazioni e nella ripresa Di Lorenzo è stato bravo a giocare più stretto. Con tutte le ipotetiche palle gol create, però, la partita andava chiusa prima altrimenti poi si arriva col fiato sul collo. Nel primo tempo ci sono state 8-10 riaggressioni sulla palla persa che fanno la differenza perché tolgono fiducia allo stadio, coinvolgono lo stadio e danno sicurezza".

    Emotivamente può tirare le somme tra il calcio del campionato e quello della Nazionale?
    "Bisogna essere bravi a fare delle sintesi, però poi bisogna credere che ci si può mettere ugualmente qualcosa di nostro. Questo fatto di gestione, che non puoi fare l'allenatore, è un qualcosa che non trova riscontro nella mia realtà. Il tempo va usato bene, devi fare una ricerca ben precisa delle cose da dire e non si può andare a intasare la testa e la libertà dei calciatori, non gli si toglie niente ma un po' di organizzazione va data e i video diventano fondamentali perché coi video si può lavorare anche a distanza. Spesso noi si racconta un calcio differente da quello attuale, ora i calciatori vengono al campo e vogliono essere pronti, vogliono essere allenati e partecipare. Non è vero che si vanno a rifare le stesse cose di 20 anni fa, quello era un altro calcio. Ora vengono, si preparano e vogliono sentirsi dire cose in cui si riconoscono e credono. Bisogna indicare dove bisogna andare, sono loro che lo chiedono. E poi il tempo va usato bene, è la cosa più importante che abbiamo. Il tempo è la cosa più importante di tutto, quando vuoi bene a qualcosa gli devi regalare il tuo tempo e noi dobbiamo dedicare tutto il nostro tempo alla Nazionale, anche se sono solo dieci giorni".




    Qual è la sua posizione sui fischi a Donnarumma?
    "Ne abbiamo parlato ieri... Vedere un ragazzo che gli viene donato questo talento e a volte ne fa un uso improprio bisogna farne attenzione, perché altrimenti la gente ha questa vogliettina di aspettarti al varco perché se non vinci le partite dovevi vincerle. Siamo privilegiati, se fischiano è perché non ci siamo meritati gli applausi. Uno nella personalità che ha non va a reagire mai: a volte si può reagire con gli atteggiamenti, altre volte con le parole. Altre volte ancora si sta zitti e si va a lavorare ancora meglio. Probabilmente se ci hanno fischiato hanno anche visto qualcosa che non va bene. Si fa quelli che sono umili perché c'è data una possibilità che tutti vorrebbero vivere, ma non possono. E non mi stanno bene quelli che poi reagiscono sui social con delle frasettine. Noi abbiamo il dovere di comportarci come professionisti, non come bambini viziati. Si sta zitti".

    Come s'è trovato su questa panchina? Qual è l'immagine che si porta a casa?
    "Mi ci sono trovato benissimo, per me è una roba incredibile. Mi sembra di essere in Paradiso, tutto avvolto dall'azzurro. Mi porto dietro con grande piacere l'attenzione dei calciatori, dal primo momento che li ho incontrati ho visto una partecipazione totale. Ho visto tutte quelle cose che abbiamo richiesto. Poi tutti abbiamo anche delle difficoltà, ma ci sono anche degli obblighi. E gli obblighi li dobbiamo assorbire e mettere in pratica. Dobbiamo saper reagire nelle difficoltà: l'Italia dei mitici ci ha fatto vedere che anche quando aveva grandi giocatori era figlio soprattutto di un gruppo unito. E su questo non si può sbagliare: mi porto dietro la disponibilità di tutti i giocatori e bisogna stare attenti a fare le convocazioni perché poi quando lo lasci fuori gli fai del male. Noi lavoriamo con un progetto, il presidente stesso lo vuol vedere e ci vuole indicare un progetto. Bisognerà mettere ulteriori puntini sulle i".

    Sabato abbiamo visto una Nazionale con Immobile, stasera un'altra Nazionale con Raspadori. Perché stasera Immobile non c'era?
    "E ce ne sono anche altri fuori, come Scamacca o come Kean. Staremo attenti a sbagliare il meno possibile e staremo ancora più attenti. Abbiamo fatti tutti la nostra parte stasera, oggi chi aveva già giocato ha sofferto più degli altri perché il campo di Skopje ha lasciato a tutti i calciatori delle scorie e dei veleni nelle gambe".

    E' più difficile non convocare un giocatore o mandarlo in tribuna?
    "Più difficile mandarlo in tribuna. Ci sono dei ruoli però che sono particolari, tipo il centrale difensivo. Ne va portato uno in più, così come va portato un centravanti in più. Mi è piaciuto come è arrivato Orsolini. Berardi, ad esempio, aveva appena giocato un'amichevole e aveva un po' di problemini. Si può tentare di fare al contrario: invece di convocarne tantissimi se ne convoca meno e si allertano 7-8 che verranno chiamati dovesse succedere qualcosa. E' un'idea".

    Stasera è nata la tua Nazionale?
    "La Nazionale è sempre di tutti. In Federazione ho trovato gente perfetta che lavora lì e ha dato un contributo notevole".

     
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    Giacomo Raspadori, attaccante dell'Italia, partito dal 1' al posto di Ciro Immobile, ha parlato a Sky Sport dopo la vittoria contro l'Ucraina per 2-1 a San Siro, partendo proprio dal suo ruolo in campo: "Come caratteristiche sono diverso da Ciro, ma è la posizione dove mi trovo meglio. Sono contento di aver aiutato la squadra e di aver vinto questa partita".


    Come ha visto Spalletti?
    "La fiducia è massima nei nostri confronti, ha scelto i suoi giocatori. Nei giorni avuti a disposizione ha cercato con passione e voglia di trasmettere quello che pensa. Siamo riusciti a fare le cose nel migliore dei modi".

    Ha avuto grandi tecnici nella sua carriera. Cosa le hanno dato?
    "Sono tutti grandissimi allenatori e per un ragazzo giovane come me è una fortuna averli, visto che ti porti dietro un bagaglio importante. Giocare a San Siro ti dà emozioni forti".

     
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    L’Italia di Luciano Spalletti non sbaglia a San Siro e vince 2-1 contro l’Ucraina nella sesta giornata delle qualificazioni a Euro 2024. Spinti dai 50.000 di San Siro, gli Azzurri si lasciano trascinare da un super Frattesi, autore di una doppietta nel primo tempo: il centrocampista interista prima sfrutta lo scivolone di Sudakov (12′) e realizza su assist di Zaccagni, poi è abile a raccogliere il rimpallo su tiro di Zaniolo (29′) battendo nuovamente l’estremo difensore ucraino. Al 41′ il gol di Yarmolenko, con “assist” di Dimarco, che riapre il match e che porta gli Azzurri a una ripresa di sofferenza seppur con diverse occasioni fallite davanti a Bushchan e la traversa che ferma Locatelli. La prima vittoria dell’era Spalletti riaccende il morale di una Nazionale che ora si trova seconda a 7 punti insieme a Ucraina e Macedonia, vittoriosa su Malta.

    La cronaca del match
    Cinque cambi per Spalletti rispetto alla gara di Skopje contro la Macedonia, tra scelte forzate (come Mancini, Tonali e Politano infortunati) e altre tecniche: in campo dal 1′ Scalvini, Locatelli, Frattesi, Raspadori e Zaniolo. Rebrov lascia in panchina il talento Mudryk lanciando dal 1′ Yarmolenko. Azzurri che provano a essere subito aggressivi e costruiscono subito due ghiotte occasioni con Di Lorenzo e Raspadori, gli uomini fidati di Spalletti. Al 12′ gli Azzurri passano: scivolone di Subakov, ne approfitta Zaccagni che dalla sinistra serve Frattesi, abile a battere Bushchan sul suo palo. E dalla sinistra, dai piedi di Dimarco, arrivano palloni prelibati per l’attacco azzurro, con Frattesi bravo al 25′ a fare sponda, ma Raspadori è ancora impreciso nella conclusione. Al 29′ poi arriva il raddoppio azzurro: dopo il tiro di Zaniolo, flipper in area ucraina con il pallone che colpisce Frattesi, poi Raspadori e poi ancora sul centrocampista dell’Inter che sigla la doppietta personale con esultanza a scoppio ritardato dopo il check del Var. L’Ucraina però non si arrende e al 41′ riapre il match sfruttando un momento di blackout azzurro: Yarmolenko è bravo a sfruttare la respinta corta di Donnarumma e l’assist involontario di Dimarco appoggiando nella porta sguarnita. Un calo di concentrazione che non piace a Luciano Spalletti, che nel finale di primo tempo si innervosisce con i suoi chiedendo maggiore attenzione in fase di non possesso e di costruzione.

    In campo con gli stessi 22 che hanno finito i primi 45′, la ripresa comincia con lo stesso canovaccio del primo tempo, con l’Italia più aggressiva e l’Ucraina in attesa, e pronta a sfruttare le ripartenze per fare male agli Azzurri. Al 54′ è Zaccagni ad avere l’occasione del 3-1: Zaniolo appoggia di prima al giocatore della Lazio che nella conclusione al volo è sfortunato. Gol sfiorato nuovamente dagli uomini di Spalletti al 59′, con Bushchan che smanaccia in angolo la conclusione di Raspadori. L’occasione più clamorosa per firmare la terza rete arriva al 69′: ci provano in rapida successione Raspadori, Barella e Locatelli, con la conclusione del centrocampista della Juve che viene fermata solo dalla traversa. Italia che resta ordinata e concentrata anche in fase difensiva, mentre gli ucraini si affidano al neoentrato Mudryk, che però non riesce mai ad essere incisivo. Dopo 3′ di recupero giocati sul filo della tensione, a far festa sono gli Azzurri che conquistano la prima vittoria dell’era Spalletti.

     
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    Prima di Davide Frattesi, l'ultimo giocatore dell'#Inter che aveva realizzato una doppietta con l'#Italia era stato Christian Vieri il 29 marzo 2003, contro la Finlandia, anche in quel caso nelle qualificazioni all'Europeo.

     
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    Nicolò Zaniolo contro l'Ucraina s'è reso protagonista di un'ottima partita. Nel secondo tempo, un assist dopo l'altro, ha creato le migliori occasioni azzurre fino al momento della sostituzione "Era importantissimo conquistare i tre punti - ha detto al termine della partita -. Non siamo quelli visti in Macedonia e il mister prima della partita ci ha chiesto di mettere in campo tutto ciò che avevamo perché non contava nulla di diverso dalla vittoria. Siamo contenti, abbiamo espresso anche un buon calcio. Ci godiamo questo successo".

    Può essere anche per te questa serata di San Siro un nuovo punto di partenza?
    "Io non penso di essermi mai fermato. Faccio sempre ciò che il mister mi chiede e mi metto sempre a disposizione. Tante volte sono etichettato da voi come una persona che non porta rispetto, fuori dalle righe, ma non è così. Assolutamente. Io mi metto sempre a disposizione ed è sempre stato così in tutte le squadre in cui ho giocato. Sono veramente felice di questa gara e non mi va di parlare del resto".


    Quello di ala destra è il ruolo che senti più tuo?
    "Posso giocare esterno, trequarti o mezzala. Però al momento questo è il ruolo che so fare meglio: mi manca ancora qualcosa da migliorare, ma col mister che mi ha detto tante cose riguardo alla fase difensiva e a quella offensiva in campo mi sono sentito a mio agio. Sono contento di questa prestazione".

    Alla fine gli abbracci erano quelli di un grande gruppo
    "Appena entri a Coverciano inizi a sentire la storia, siamo la seconda Nazionale più titolata a livello di Coppe del Mondo. Noi siamo un grande gruppo, siamo veramente una famiglia e ci concentriamo solo su quello che succede dentro lo spogliatoio isolandoci dal resto. Contro l'Ucraina s'è visto che non siamo quelli della Macedonia".

    Cosa è cambiato rispetto alla gara di sabato?
    "A Skopje ci sono state cose che abbiamo sbagliato, io in primis sul fallo. Ci sono stati piccoli errori che abbiamo pagato, anche se poi anche lì siamo stati sfortunati perché abbiamo avuto 2-3 occasioni nitide per segnare e loro alla prima occasione hanno pareggiato. Contro l'Ucraina siamo stati cattivi, siamo entrati determinati e bravi a buttarla in porta".

     
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    Intervenuto in conferenza stampa dopo la sconfitta maturata 2-1 a San Siro contro l'Italia, il ct dell'Ucraina Sergii Rebrov ha fatto i complimenti ai suoi e agli Azzurri: "È difficile giocare due giorni dopo la gara contro l'Inghilterra e oggi l'Italia ha giocato una partita molto intensa, noi a volte non riuscivamo a seguire il loro ritmo. Le possibilità ci sono anche quando non ci sono... Il nostro è un gruppo molto difficile, queste due gare erano fondamentali per noi e credo che guardando i punti abbiamo ancora qualche possibilità. Ci prepareremo per le prossime partite, sono sicuro avremo ancora qualche possibilità. I miei ragazzi si sono spesi tantissimo durante la sfida contro l'Inghilterra e non capisco perché si dica che l'Italia è in crisi. Ha disputato una grande partita. Noi nel secondo tempo abbiamo cercato di creare dei momenti per riequilibrare il match, ma abbiamo commesso anche degli errori e ne ho parlato coi ragazzi nel secondo tempo".

     
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    Ma quale falso nove, Giacomo Raspadori è un attaccante atipico, ma è un vero numero 9. L'attaccante del Napoli è stata la grande sorpresa dell'undici titolare di ieri scelto da Luciano Spalletti, che ha 'panchinato' il capitano della Nazionale Ciro Immobile a favore dell'ex Sassuolo, non un centravanti classico, ma il centravanti più utile in questo momento agli azzurri. Come scrive La Gazzetta dello Sport, la prova di Raspadori è stata buona, seppure sotto porta abbia perdonato in un paio di occasione l'Ucraina.


    Movimenti e squadra legata, Spalletti soddisfatto
    Tanto movimento per Jack, un nove che veste la maglia numero dieci, e che lega bene i reparti. Con il suo dinamismo, Raspadori ha aperto spazi agli inserimenti dei centrocampisti, portando alla doppietta d Frattesi e alle occasioni per Locatelli e non solo. Soddisfatto Luciano Spalletti, che ora ha una freccia in più nel suo arco, in quello che è il reparto più sofferente (da anni) della Nazionale.

     
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