Hellas Verona 2023/2024

Notizie e News sulla Stagione 2023/2024

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    Giornata transitoria per l'Hellas Verona di Marco Baroni, al "Dall'Ara" si interrompe la serie di due risultati utili consecutivi per la compagine scaligera. Era oggettivamente difficile per Dawidowicz e compagni pensare di poter riuscire a portare a casa punti sul campo della rivelazione di questa Serie A. Anche se c'è da dire che se il destro di Suslov al 65' (dopo l'omaggio non dovuto di Skorupski) fosse entrato in porta anzichè uscire di pochi centimetri si sarebbe probabilmente potuto assistere ad un epilogo differente; con la squadra di Thiago Motta capace poi di chiudere i giochi trovando il raddoppio sull'azione immediatamente successiva.



    Ora gli scontri diretti
    Dopo il calendario poco sorridente delle ultime settimane ora l'Hellas sarà invece atteso da due scontri diretti da non poter nemmeno pensare di sbagliare al fine di proseguire la corsa salvezza. Nel prossimo week-end arriverà al "Bentegodi" il Sassuolo nel lunch-match domenicale che segnerà probabilmente uno snodo importante nella stagione del Verona, che la settimana seguente sarà invece impegnato in casa del Lecce, con Baroni che si giocherà tanto, se non tutto, contro la propria ex squadra.

     
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    "Folorunsho è una belva". Parola del c.t. Luciano Spalletti, che in una recente intervista a La Gazzetta dello Sport ha fatto il punto sugli azzurrabili. La duttilità del centrocampista del Verona - si legge - è piuttosto evidente spulciando il suo score in campionato: 4,84 palle recuperate a partita (media ruolo 3,61), 0,96 contrasti vinti (0,71) e 0,68 palloni intercettati (0,52). Anche nella distribuzione del gioco Folorunsho ha numeri di tutto rispetto come i cross a partita (1,80, media ruolo 0,79), i dribbling riusciti (0,76/0,54), le sponde (0,68/0,46) e soprattutto le spizzate (1,40/0,4): quasi quattro volte di più rispetto alla media del suo ruolo. In fase offensiva poi, a parte le tre reti segnate, di cui quella stupenda alla Juve che sicuramente sarà in lizza per il top gol della stagione, Folorunsho ha tirato 10 volte nello specchio (0,40 a partita, media ruolo 0,27) e 19 volte fuori (0,76/0,36).


    Per Baroni il classe 1998 nato a Roma (cresciuto nella Lazio, nella cui Primavera era allenato da Simone Inzaghi) è il centro di gravità dell’Hellas: 25 partite su 26 da titolare, (l’unica saltata in casa contro il Cagliari per influenza) 2.118 minuti nelle gambe. Contro il Sassuolo domenica il Verona si aggrapperà alla sua forza esplosiva.

     
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    Dalle parole ai fatti: Marco Baroni non si è mai perso d'animo in questa stagione che sta vivendo l'Hellas Verona, neanche quando a gennaio ha visto smontare e rimontare la squadra ai suoi ordini. Uno dei tecnici più sottovalutati dell'intera Serie A si è messo di buzzo buono ed ha mandato messaggi in direzione ostinata e contraria rispetto a ciò che passava tra gli addetti ai lavori.

    Lo scorso 2 febbraio, parlando in conferenza stampa subito dopo il movimentatissimo mercato di gennaio gialloblù, Baroni si è posto con toni distensivi e di chi crede di potercela fare con i mezzi a sua disposizione. Incalzato sul mercato, rispondeva: "Abbiamo cambiato molto ma lo sapevamo, non ho mai apprezzato gli allenatori che dicono di necessitare di tempo, il tempo lo dobbiamo ottimizzare e bruciare. In questo senso dai ragazzi arrivati una settimana fa ho avuto buone risposte".

    Anche a chi glielo chiedeva fuori dai microfoni, il tecnico lanciava lo stesso messaggio: nessun problema, guardando alle motivazioni adesso siamo più forti. La vittoria di domenica scorsa nello scontro diretto con il Sassuolo di sicuro non rappresenta tipo di garanzia alcuna per la salvezza finale, ma ha raccontato molto bene le prospettive differenti tra le due società. Una che sulla carta doveva ambire ad altro e deve fare i conti con un tono generale tendente al basso, l'altra che - conscia dei suoi limiti e dei problemi che la circondano - rilancia coi mezzi che ha. Di certo Marco Baroni fino a qui non si è mai perso d'animo e non dà l'impressione di aver parlato di facciata: lui alla salvezza, con questa squadra tra le mani, ci crede davvero.

     
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    L'Hellas Verona sogna la salvezza, soprattutto dopo la vittoria di misura contro il Sassuolo nell'ultimo scontro diretto. E secondo L'Arena tanto passerà dai prossimi impegni dei gialloblu lontano dal Bentegodi, a partire da quelli contro Lecce e Cagliari.

    "Hellas, marcia per la salvezza. Destino legato a tre trasferte", si legge nel taglio alto del quotidiano veronese.

     
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    Seconda importante vittoria consecutiva per l'Hellas Verona di Marco Baroni, riuscito ad imporsi ancora una volta di misura in uno scontro diretto (bissando a Lecce l'1-0 dello scorso week-end in casa con il Sassuolo) che ha confermato come la compagine scaligera sia più che mai viva e pronta a giocarsi fino al termine della stagione una lotta salvezza che mai come quest'anno si presenta serrata e destinata a risolversi probabilmente all'ultimo minuto dell'ultima giornata.

    Classifica apparentemente sorridente
    Una classifica che torna inoltre, apparentemente, a sorridere ad un Hellas mai così in alto in graduatoria da ormai molti mesi. Un tredicesimo posto che è però rassicurante solo nella forma dato che l'essenza parla invece di sette squadre racchiuse nel giro di soli due punti, una situazione dunque in costante evoluzione nella quale così come un successo può allontanare superficialmente dalla zona rossa, allo stesso modo un'eventuale passo falso può invece far velocemente ri-sprofondare in basso.

    Dati e segnali confortanti e stimolanti
    Quello uscito dal "Via del Mare" è però certamente un Verona che ha certificato una volta di più la propria crescita continua da Genova (ad oggi il principale spartiacque della stagione) in poi, una squadra capace di lottare, di soffrire e allo stesso modo di aggredire, la prima in Serie A per duelli aerei vinti (dato tutt'altro che secondario) e con un'identità sempre più precisa. Piccola curiosità finale, la trasferta di Lecce si conferma per l'ennesima volta benevola all'Hellas, al terzo 0-1 consecutivo negli ultimi tre confronti in Salento.

     
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    Seconda importante vittoria consecutiva per l'Hellas Verona di Marco Baroni, riuscito ad imporsi ancora una volta di misura in uno scontro diretto (bissando a Lecce l'1-0 dello scorso week-end in casa con il Sassuolo) che ha confermato come la compagine scaligera sia più che mai viva e pronta a giocarsi fino al termine della stagione una lotta salvezza che mai come quest'anno si presenta serrata e destinata a risolversi probabilmente all'ultimo minuto dell'ultima giornata.

    Classifica apparentemente sorridente
    Una classifica che torna inoltre, apparentemente, a sorridere ad un Hellas mai così in alto in graduatoria da ormai molti mesi. Un tredicesimo posto che è però rassicurante solo nella forma dato che l'essenza parla invece di sette squadre racchiuse nel giro di soli due punti, una situazione dunque in costante evoluzione nella quale così come un successo può allontanare superficialmente dalla zona rossa, allo stesso modo un'eventuale passo falso può invece far velocemente ri-sprofondare in basso.

    Dati e segnali confortanti e stimolanti
    Quello uscito dal "Via del Mare" è però certamente un Verona che ha certificato una volta di più la propria crescita continua da Genova (ad oggi il principale spartiacque della stagione) in poi, una squadra capace di lottare, di soffrire e allo stesso modo di aggredire, la prima in Serie A per duelli aerei vinti (dato tutt'altro che secondario) e con un'identità sempre più precisa. Piccola curiosità finale, la trasferta di Lecce si conferma per l'ennesima volta benevola all'Hellas, al terzo 0-1 consecutivo negli ultimi tre confronti in Salento.

     
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    Dopo le pesanti vittorie salvezza con Sassuolo in casa e Lecce in trasferta arriva uno stop per l'Hellas Verona di Marco Baroni, costretto ad arrendersi al Milan di Stefano Pioli in un match, quello del "Bentegodi" che ha in ogni caso fatto emergere aspetti positivi in casa scaligera. E' stato il consueto Verona battagliero quello sceso in campo ieri, che ha dato per l'ennesima volta l'idea di essere in grado di potersela giocare a viso aperto con chiunque in questa Serie A nonostante una rosa profondamente rinnovata a gennaio ma che probabilmente ha acquisito ad oggi un maggior senso rispetto a quello di qualche mese prima.

    Errori da limare per salvarsi
    E' stato un Verona che ha pagato a caro prezzo le sbavature commesse in fase difensiva, specie sul primo e sul terzo goal, disattenzioni che da qui in avanti i ragazzi di Baroni dovranno cercare di limare il più possibile se non addirittura eliminare in queste ultime nove gare restanti per centrare un'obiettivo salvezza che ad oggi comunque appare tutto fuorchè un miraggio. C'è stato poi lo sciagurato errore gratuito di Dawidowicz, uno non di certo abituato ad amnesie come quella di ieri, che ha incanalato la partita su binari favorevoli ai colori rossoneri e che se non commesso avrebbe potuto invece far mutare profondamente il canovaccio della partita con un Hellas che era sembrato scendere in campo con un miglior approccio rispetto al Milan ad inizio ripresa.

    Nuovo motore in mezzo
    Come confermato dallo stesso Baroni potrebbe essere un Verona con un motore leggermente diverso quello che si vedrà nel finale di stagione, con il passaggio al centrocampo a tre con il vertice basso che potrebbe garantire una maggiore qualità in palleggio alla mediana scaligera (e in questo senso Dani Silva potrebbe risultare imprescindibile nello schieramento titolare da qui alla fine del campionato) unitamente ad una maggiore solidità e consistenza in fase difensiva con Serdar e Duda da mischiare in alternativa, a seconda della tipologia di gara da affrontare, ad una vivacità offensiva che potrebbe essere prodotta con l'utilizzo da mezzali di giocatori come Suslov e Folorunsho, che potrebbero lasciare spazio sulle corsie esterne offensive ai sempre più rampanti Noslin e Mitrovic.

     
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    Una sosta nazionali sfortunata per l'Hellas Verona di Marco Baroni, rimasto orfano in un colpo solo di Tomas Suslov per un mese e probabilmente anche di Michael Folorunsho (sebbene non sia da escludere un recupero già per Cagliari). Una tegola pesante, con lo stop di due dei giocatori più rappresentativi di questo con Verona e con l'annessa beffa di averli persi per delle amichevoli di poco valore. Due perdite però, che dando uno sguardo all'altra faccia della medaglia, parlano invece di un Hellas che sta assumendo una dimensione di un certo rilievo pensando alle otto convocazioni nazionali ricevute aggiungendo ai due precedentemente citati anche le chiamate di Cabal, Dawidowicz, Duda, Swiderski e gli Under 21 Coppola e Mitrovic.



    Due gare decisive per la sentenza della stagione
    Sarà un Verona chiamato ad affrontare due gare potenzialmente decisive per il verdetto della stagione quello che rientrerà dalla sosta. La trasferta di Cagliari prima e la visita al "Bentegodi" del Genoa poi potrebbero indirizzare il campionato verso il raggiungimento dell'obiettivo salvezza (qualora ovviamente con entrambi gli esiti positivi) la cui quota si potrebbe assestare sui 33-34 punti. A partire dalla Sardegna le assenze sopra descritte potrebbero inoltre aprire degli scenari alternativi interessanti per Baroni, che potrebbe concedere una chance dal 1' a diversi dei nuovi arrivati a gennaio, da Dani Silva a Mitrovic passando per Tavsan, l'unico oggetto ancora parzialmente misterioso della rivoluzione invernale andata in scena in riva all'Adige.

     
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    Seconda prova di immaturità per l'Hellas Verona al "Bentegodi", dopo il k.o. con la Salernitana di fine 2023 (unica vittoria dei granata nelle ultime 15 partite) la truppa di Baroni è stavolta protagonista di un nuovo brutto scivolone contro una squadra, il Genoa, sostanzialmente priva di reali obiettivi per questo finale di stagione, ben distante dalla corsa salvezza e arrivato in Veneto con diversi assenti illustri, ogni riferimento a Malinovsky, Vitinha e Retegui è puramente voluto.




    Spegnimento dopo il vantaggio
    Una domenica che era partita con i migliori auspici per i padroni di casa, passati in vantaggio dopo appena otto minuti con il secondo centro consecutivo di un definitivamente ritrovato Federico Bonazzoli per poi commettere il più classico ma allo stesso tempo grave degli errori: dare la partita già per vinta. All'1-0 è infatti seguito un pericoloso calo di tensione da parte del Verona, sfociato nel peggiore degli epiloghi possibili, il goal del pareggio a meno di un minuto dal rientro negli spogliatoi per l'intervallo; firmato Caleb Ekuban (nativo di Villafranca di Verona e cresciuto nel vivaio del Chievo).

    Episodi sfortunati
    Ripresa in cui l'Hellas oltre alla sbavatura difensiva costata il sorpasso di Gudmundsson poco prima dell'ora di gioco è rimasto poi beffato anche dall'ennesimo fuori-gioco millimetrico di questa Serie A (a quando l'effettiva introduzione della nuova regolamentazione sul Var ormai scaduto nel patetico per un'innegabile snaturamento della regola?). Una sconfitta quella maturata nella domenica del "Bentegodi" che certifica però quanto affermato dallo stesso Marco Baroni settimane orsono, ovvero che questo Verona appare destinato, così come la scorsa stagione, a dover lottare per la permanenza in massima serie fino all'ultimo minuto di recupero dell'ultima giornata.



    Edited by Meridiano Zero Ct - 8/4/2024, 11:00
     
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    Il posticipo della 32^ giornata tra Atalanta e Verona termina 2-2. Dopo un primo tempo dominato dalla Dea che si era portata avanti per 2-0, al rientro dagli spogliatoi arriva la reazione dell'Hellas che prima la riapre con Lazovic, poi trova il pari con Noslin. La squadra di Marco Baroni centra un risultato fondamentale, considerando anche quanto successo questa settimana, e si porta a +1 sul terzultimo posto, occupato dal Frosinone.

    Al termine della partita, ai microfoni di DAZN, ha parlato uno dei protagonisti del match, Tijani Noslin. Queste le parole dell'attaccante dell'Hellas.


    Quali sono le vostre sensazioni?
    "Siamo felici del punto, vogliamo rimanere in Serie A. Il primo tempo non abbiamo fatto bene ma ci siamo rifatti nel secondo".

    Il segreto è il vostro spirito?
    "Penso che il miglior messaggio che ci dà il mister è quello di essere una squadra, da soli non si va da nessuna parte".

     
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    Non ci ha messo molto a farsi apprezzare in Italia, Tijjani Noslin. Già nelle prime tre partite, pur non entrando nel tabellino, aveva già dato segnali positivi. Poi, alla quarta, un Hellas Verona-Juventus, arriva anche il primo gol in Serie A. In Italia l'attaccante olandese ci era sbarcato appena tre settimane prima, direttamente dal Fortuna Sittard, acquistato dal Verona per appena 3 milioni di euro nell'ambito della rivoluzione di gennaio in seguito ai problemi finanziari del presidente Maurizio Setti. Ed è proprio il caso di dire che non tutti i mali vengono per nuocere.

    La mano di Sneijder. Ora Verona e la Serie A se lo godono, da quand'è arrivato ha già realizzato tre gol e due assist, ma soprattutto una serie di giocate che fanno impazzire gli esteti del pallone. Ma fino a qualche anno fa non era tutto rose e fiori. Anzi. Noslin nel 2020 finisce tra i dilettanti dopo qualche stagione storta all'USV Hercules, sempre in Olanda. Ai tempi era considerato un bel talento, ma troppo grezzo e soprattutto uno di quei calciatori che non ha la testa giusta per arrivare. Così, finito al DHSC, club di cui è socio un certo Wesley Sneijder, è proprio grazie a quest'ultimo se l'ala del Verona riesce a darsi una svegliata. La leggenda del triplete dell'Inter lo vede, ne riconosce il talento, resta folgorato da qualcuno dei suoi colpi. Da allenatore, così, prova a plasmarlo. Noslin gli dà ascolto e in un batter d'occhio comincia a fare la differenza, realizzando 4 gol in 5 partite e dimostrando a tutti che con i dilettanti non aveva nulla a che fare.

    Da Subway alla Serie A. L'anno della discesa tra i dilettanti è stato senza dubbio il più complicato della giovane carriera di Noslin. Visto che in quelle categorie in Olanda non si guadagna bene, il ragazzo nativo di Amsterdam fu costretto a trovarsi un lavoro. Ad assumerlo fu Subway, la nota catena di Fast Food americana, e così per un periodo Noslin di pomeriggio faceva il rider e la sera andava agli allenamenti. Fu lo stesso Sneijder a convincerlo a mollare il lavoro dopo poco tempo, facendogli capire che con quelle qualità poteva giocare tranquillamente nel massimo livello del calcio olandese. Lo propose al Fortuna Sittard, il club da cui poi l'ha acquistato il Verona, e il resto è storia recente. Noslin al top in Olanda ci è arrivato e, a quanto pare, ha tutte le qualità per farlo anche in Italia.

     
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    Pari senza reti nel primo tempo tra Bayern Monaco e Arsenal, con il risultato che resta totalmente in equilibrio dopo il 2-2 maturato a Londra. Come all'Emirates, l'Arsenal si fa preferire per gioco palla a terra mentre i bavaresi sono più pericolosi: dopo pochi minuti ci pensa Kane a spaventare i tifosi ospiti, mentre al ventesimo tocca a Mazraoui impegnare Raya: corsa di Guerreiro che arriva al limite dell'area di rigore e serve l'ex Ajax che calcia con deviazione di White che termina di un soffio a lato del palo.



    I Gunners invece hanno due chances importanti: la prima se la costruisce Odegaard con un sinistro dai 30 metri che mette in difficoltà Neuer, mentre alla mezz'ora Martinelli ha la palla giusta per sbloccare la sfida ma spedisce sul portiere tedesco. Null'altro da segnalare se non il grande equilibrio in campo, con le squadre che temono il vantaggio avversario, in grado di sbilanciare la contesa e la qualificazione.

     
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    Una serata potenzialmente indimenticabile quella che l'Hellas Verona di Marco Baroni è riuscita a far vivere ad un "Bentegodi" che mai come ieri è apparso in completa simbiosi con una squadra che ora viaggia spedita verso l'obiettivo salvezza. Una vittoria sudata e voluta, arrivata probabilmente nel più sofferto ma allo stesso tempo dolce dei modi. Un goal al 93' dopo due legni e altrettante occasioni sciupate dall'Udinese dell'ex Cioffi.



    L'inzuccata del "Bocia"
    Tre punti arrivati grazie all'inzuccata del "Bocia", proprio lui, Diego Coppola, difensore classe 2003 nato e cresciuto in riva all'Adige, al primo goal in Serie A sotto la Curva, all'ultimo minuto di recupero della partita (fino a qui) più importante della stagione, e pur continuando a pensarci e ripensarci ancora si fatica a crederci. Una prova solida quella degli uomini di Baroni, resosi protagonista di una perfetta gestione delle sostituzioni, e conquistata grazie ad una maggiore caparbietà nel finale, con la voglia di provare a vincere premiata nell'extra-time dopo che la traversa di Folorunsho sembrava far presagire ad una nuova serata corroborata dai rimpianti.

    Ultime tappe con alto coefficiente di difficoltà
    Sarà un Verona chiamato ad un rush finale di estrema difficoltà quello che dovrà districarsi nelle ultime cinque giornate che vedranno i ragazzi di Baroni affrontare la Lazio in trasferta, poi Torino e Fiorentina in casa, Salernitana in Campania per poi finire con l'Inter campione d'Italia al "Bentegodi". Un calendario che lo stesso tecnico toscano ha definito come il più difficile tra quelli delle squadre invischiate per la lotta salvezza, motivo per cui una volta smaltite le scorie per i fisiologici festeggiamenti l'Hellas non potrà abbassare la guardia di un centimetro da qui a fine maggio.

     
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    Nella stessa sessione di mercato in cui, un anno dopo la sua scoperta, l'Hellas Verona ha salutato l'artefice della scorsa salvezza Cyril Ngonge, parrebbe aver trovato subito il suo perfetto sostituto. Ci riferiamo a Tijani Noslin (24 anni), uno dei tanti acquisti fatti dal club gialloblù nella movimentata sessione invernale scorsa che è stata una sorta di rivoluzione interna e che ha portato a più di 20 operazioni ufficiali tra entrate e uscite nell'arco di un mese soltanto.


    Tra questi, un ben poco conosciuto esterno olandese classe 1999 prelevato a titolo definitivo dal Fortuna Sittard. Una spesa piuttosto contenuta, da 3 milioni di euro, per un rendimento che nell'immediato si è rivelato prezioso per le ambizioni di salvezza degli scaligeri. L'impatto di Noslin nella realtà della Serie A è stato probabilmente meno devastante rispetto a quello di Ngonge nel precedente inverno ma ha comunque saputo dare un contributo molto importante. Tre gol in meno di 900 minuti con il Verona ma anche assist e prestazioni ottime pure senza finire sul tabellino.

    Sabato sera contro l'Udinese ad esempio lo ha fermato il palo, ma è stata di nuovo una prestazione da sottolineare, in una partita che ha portato altri tre punti per la causa salvezza di Baroni e del gruppo che sta tentando di condurre al traguardo.

     
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    Il 18 novembre del 2022 può essere una data da mettere in grassetto per la storia recente della storia dell'Hellas Verona. Il club era ultimo in classifica, con solamente cinque punti conquistati in 15 partite, otto punti in meno dello Spezia quart'ultimo. Sembrava una stagione complicata. Poi l'annuncio: "Hellas Verona FC è lieto di annunciare, a decorrere da oggi, il ritorno di Sean Sogliano all’interno dell’organigramma della società, in qualità di Direttore Sportivo". Forse non la panacea di ogni male sin dall'inizio, ma certamente una scelta che ha dato i suoi frutti. Negli ultimi diciotto mesi ci sono state situazioni molto complicate: a gennaio era andato via Ilic e preso alcuni sconosciuti: su tutti Ngonge, a zero.



    Una scelta che ha portato alla salvezza nello spareggio, proprio contro lo Spezia. Sembrava già un miracolo, ma in estate arriva anche la cessione di Tameze e un budget che, di fatto, non esiste. Solo prestiti, Mboula unico definitivo, più gli addii pesanti di Verdi e Lasagna - dal punto di vista dello stipendio - e la sensazione che ci possa essere un cambio a livello societario. Cosa che non succede ma Guardia di Finanza blocca il cambio di proprietario per dei conti arretrati con Gabriele Volpi.

    A gennaio sembra ancora la fine: Sogliano, sotto diktat della proprietà, deve cedere chiunque abbia mercato. Amione, Doig, Faraoni, Hien, Terracciano, Hongla, Ngonge, Djuric, Mboula. Più di 45 milioni, pochi quelli reinvestiti. Eppure il Verona con la vittoria del weekend - gol di Coppola nel recupero - è a più tre dalla zona rossa. Non è la panacea di ogni male, ma poco ci manca.

     
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