Monza 2023/2024

Notizie e News sulla Stagione 2023/2024

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    Un punto in classifica in più (42), l’ultimo periodo decisamente positivo e differente nei numeri e nelle prestazioni rispetto al Torino, la stessa voglia di giocarsi nelle ultime 9 giornate di campionato la possibilità di prenotare un posto nelle prossime competizioni europee. Considerando che potenzialmente è una sfida in cui i dettagli potrebbero fare la differenza, il Monza ci arriva con ulteriori certezze e quella leggerezza mentale mista a voglia di non accontentarsi mai. Sembra poco ma è parecchia roba, chiaramente da abbinare a una prestazione che dovrà essere di livello vista la capacità della squadra di Juric – fisicamente e tecnicamente – nel riuscire a limitare la qualità degli avversari.




    Nuovo metodo Palladino non se la giocherà a specchio, dunque con la difesa a 3, ma con l’ultima trovata della casa: quel 4-2-3-1 che sta dando soddisfazioni e quel pizzico di imprevedibilità utile per provare a sorprendere specialmente chi, come Juric, conosce bene movimenti e strategie legate al piano A, il 3-4-2-1. Squalificato Bondo, a centrocampo Gagliardini che ha smaltito l’infortunio ha buone chance di giocare dal primo minuto. In avanti Djuric sarà l’attaccante mentre alle sue spalle Colpani e Dani Mota Carvalho sono praticamente certi della titolarità sulla trequarti.

    L’ultimo posto nella terra di mezzo se lo contendono Valentin Carboni e Daniel Maldini. Il primo, di rientro dall’impegno con l’Argentina, potrebbe finire in panchina per questo motivo a vantaggio del secondo, che nelle ultime giornate è stato particolarmente decisivo fra gol e assist. In difesa non si cambia: l’ex Izzo e Pablo Marì centrali, Birindelli e Andrea Carboni terzini a protezione del portiere Di Gregorio.



    Edited by Meridiano Zero Ct - 31/3/2024, 11:03
     
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    Sconfitto dal Torino, superato in classifica, Pessina espulso prima del finale e altre decisioni arbitrali che sono state ritenute discutibili. Senza girarci troppo intorno, per il Monza quella dell’Olimpico è stata una sfida che anche nel day after lascia parecchia delusione e rammarico per quel che poteva essere e invece non è stato. Guardando oltre il calcio di rigore segnato da Sanabria con cui ha infilato il gol decisivo, Raffaele Palladino può comunque consolarsi con la prestazione dei suoi calciatori che è stata all’altezza dell’importanza del match. Un buon segnale, anzi una conferma, per riprendere il cammino che da qui alle prossime 8 giornate porterà il club a competere per un traguardo prestigioso.


    PUBBLICITÀ

    Oltre Torino Nonostante il passaggio a vuoto in quello che era uno snodo importante – ma non decisivo – la possibilità di raggiungere la qualificazione per una competizione europea non è impossibile. Certo, sarà difficile vista la qualità degli avversari e la tanta concorrenza. Ma le complicazioni in tal senso c’erano anche prima del match contro il Torino e ci sarebbero state anche dopo, pur con un altro risultato. Ecco perché il Monza può e deve pensare e giocare alla grande senza porsi alcun limite.

    Trasformare la delusione e la rabbia post sconfitta in energia positiva e voglia di rivalsa già dal prossimo incrocio in casa col Napoli potrebbe rappresentare un passo decisivo per riprendere il discorso.

     
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    Sconfitto dal Torino, superato in classifica, Pessina espulso prima del finale e altre decisioni arbitrali che sono state ritenute discutibili. Senza girarci troppo intorno, per il Monza quella dell’Olimpico è stata una sfida che anche nel day after lascia parecchia delusione e rammarico per quel che poteva essere e invece non è stato. Guardando oltre il calcio di rigore segnato da Sanabria con cui ha infilato il gol decisivo, Raffaele Palladino può comunque consolarsi con la prestazione dei suoi calciatori che è stata all’altezza dell’importanza del match. Un buon segnale, anzi una conferma, per riprendere il cammino che da qui alle prossime 8 giornate porterà il club a competere per un traguardo prestigioso.


    Oltre Torino Nonostante il passaggio a vuoto in quello che era uno snodo importante – ma non decisivo – la possibilità di raggiungere la qualificazione per una competizione europea non è impossibile. Certo, sarà difficile vista la qualità degli avversari e la tanta concorrenza. Ma le complicazioni in tal senso c’erano anche prima del match contro il Torino e ci sarebbero state anche dopo, pur con un altro risultato. Ecco perché il Monza può e deve pensare e giocare alla grande senza porsi alcun limite.

    Trasformare la delusione e la rabbia post sconfitta in energia positiva e voglia di rivalsa già dal prossimo incrocio in casa col Napoli potrebbe rappresentare un passo decisivo per riprendere il discorso.

     
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    Raffaele Palladino sarebbe in cima alla lista del presidente Commisso e del ds Pradè per la panchina della nuova Fiorentina, il Monza non si farà di certo trovare impreparato: chi eventualmente al suo posto sulla panchina biancorossa? Secondo i colleghi di Tuttomonza.it, il preferito resta Alberto Gilardino che dopo Pasqua incontrerà la dirigenza del Genoa per capire i programmi, altrimenti le strade si separeranno col tecnico di Biella che ritroverebbe volentieri il suo ex dirigente milanista in Brianza. L'alternativa più concreta potrebbe essere Alessio Dionisi, fresco di esonero col Sassuolo, che sposa la filosofia aziendale e giovane che piace al Monza.

     
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    . Aveva iniziato la stagione nell'Empoli ma, complice anche un infortunio, non ha trovato grandi occasioni per dimostrare il suo valore. Discorso del tutto diverso a Monza, dove ha saputo imporsi in tempi brevi grazie soprattutto a gol di un certo peso: stiamo riferendoci al figlio d'arte Daniel Maldini. Il centrocampista offensivo classe 2001 in 6 presenze con i biancorossi della Brianza ha trovato per 3 volte la via del gol, in alcuni casi con soluzioni di grande spettacolarità ma pure efficacia, si veda ad esempio la punizione decisiva nella vittoria contro il Cagliari. Reti, guizzi e prestazioni che hanno già convinto il Monza a puntare su di lui e il Venezuela a provare la strada della naturalizzazione per renderlo l'ideale erede dei vari Margiotta e Torregrossa che hanno già rappresentato la Vinotinto in passato da "italiani". Per acquistarlo a titolo definitivo, per il club di Galliani può bastare una proposta da 4 milioni di euro. Da parte del Milan, secondo quanto risulta, non ci sarebbe infine la volontà di spingere per un suo ritorno o di voler comunque rimanere in controllo del cartellino. Per questo la società rossonera non eserciterà il controriscatto in suo favore, fissato a 5 milioni.

     
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    A livello di motivazioni per il Monza la partita di domenica all’U-Power Stadium con il Napoli può rappresentare l’occasione migliore per cercare di tornare a far punti dopo la sconfitta, per certi versi bruciante, rimediata contro il Torino nell’ultimo turno di campionato. Storicamente infatti, ad eccezione di qualche passaggio totalmente a vuoto, anche quando non è riuscita a conquistare un risultato positivo la prestazione contro le big del torneo c’è sempre stata. Il Napoli campione d’Italia in carica, e con soli 3 punti in più rispetto al Monza, dato che sottolinea ancora una volta l’ottimo percorso fin qui compiuto dalla squadra di Raffaele Palladino, una formazione potenzialmente top lo è sempre. Non è riuscita a ripetersi ma seppur in un momento di profonda difficoltà può sempre contare su calciatori in grado di fare la differenza. Chiaramente se in giornata e soprattutto con le giuste motivazioni.




    Ambizioni Di certo ne ha parecchie il Monza, perché il chiodo fisso all’interno del gruppo è quello di eguagliare e superare (possibilmente anche di parecchio) il numero di punti messi insieme nella scorsa annata. Di fatto la prima in A nella storia del club. Ma non solo: l’altra volontà condivisa resta quella di confrontarsi alla pari e possibilmente battere i migliori. E il Napoli campione d’Italia in carica rientra fra questi. Dunque di motivazioni dalle parti di Monzello ce ne sono tantissime, e specialmente a ridosso del fotofinish potrebbero fare tutta la differenza del Mondo. Ambizioso e motivato lo è anche Raffaele Palladino. Per l’allenatore nato in provincia di Napoli sarà infatti una gara particolare. Sia per motivi personali, sia per motivi professionali dato che proprio la società del presidente De Laurentiis lo ha seguito con particolare interesse nel corso dei vari mesi in cui ha messo in mostra tutta la sua bravura. Al momento non è uno dei primi nomi della lista (in cima adesso c’è Vincenzo Italiano) ma chissà che le cose non potrebbero cambiare da qui a giugno. Il diretto interessato pensa solamente al presente. Non la solita frase di circostanza ma una ferrea volontà: quella di scrivere una pagina di storia del Monza insieme ai suoi calciatori. Solamente dopo si vedrà.

     
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    Raffaele Palladino è nome caldissimo per le panchine della Serie A. Dopo due anni a Monza, il tecnico napoletano è pronto al salto di qualità e la Fiorentina ha già avviato i contatti col suo entourage. Anche se quello viola non è l'unico club sulle sue tracce e, al contempo, Palladino non è l'unico nome che sta valutando Daniele Pradè.

    Ma su chi potrebbe puntare Galliani per il dopo Palladino? Una pista porta ad Alessio Dionisi, allenatore attualmente libero dopo la fine della sua avventura al Sassuolo. E' un tecnico che Galliani sta valutando attentamente, seppur non l'unico. Al Monza è stato recentemente proposto anche Alessandro Nesta: l'ex centrale del Milan di Galliani è attualmente il tecnico della Reggiana decima in Serie B.

     
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    Raffaele Palladino è nome caldissimo per le panchine della Serie A. Dopo due anni a Monza, il tecnico napoletano è pronto al salto di qualità e la Fiorentina ha già avviato i contatti col suo entourage. Anche se quello viola non è l'unico club sulle sue tracce e, al contempo, Palladino non è l'unico nome che sta valutando Daniele Pradè. Ma su chi potrebbe puntare Galliani per il dopo Palladino? Una pista porta ad Alessio Dionisi, allenatore attualmente libero dopo la fine della sua avventura al Sassuolo. E' un tecnico che Galliani sta valutando attentamente, seppur non l'unico. Al Monza è stato recentemente proposto anche Alessandro Nesta: l'ex centrale del Milan di Galliani è attualmente il tecnico della Reggiana decima in Serie B.

     
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    Valentin Carboni è un gioiellino che, piano piano, sta sbocciando. Del resto, in casa Inter sono certi da tempo di avere in casa uno dei migliori classe 2005 del pianeta. Uno che forse, in altri campionati, già sarebbe titolare, e in Serie A deve farsi le ossa. È la storia del calcio italiano, forse un po' più morbido con i ragazzi soltanto negli ultimi tempi.

    Cessione o no? Che Carboni possa valere, se ne sono accorti anche altri. A gennaio ci ha provato la Fiorentina, ricevendo in risposta due di picche in serie. In estate torneranno alla carica diverse società, e in viale della Liberazione la tentazione c'è. Del resto, cedere Carboni vorrebbe dire portare a casa un bel po' di soldi senza però indebolire l'attuale prima squadra a disposizione di Simone Inzaghi. Anche senza particolari esigenze di bilancio - il mercato dovrà essere a saldo zero, ma la situazione è persino migliore rispetto a un anno fa - è comprensibile che il dubbio venga.



    Troverebbe spazio? Tanto più che la risposta a questa domanda rischia di essere no. Il rientro alla base di Carboni, oggi in prestito secco al Monza, avrebbe senso soltanto concordandone bene i termini con lo stesso Inzaghi. Il tecnico fa giocare a meraviglia la sua squadra, ma con i più giovani ci è sembrato andato con i piedi di piombo. Le cose - è fisiologico - cambieranno col tempo, ma nell'attesa un anno a prendere polvere non servirebbe né a Carboni né all'Inter.

    La terza via è quella seguita per esempio con Fabbian. Cessione e poi ricompra, con l'obiettivo di tenersi stretto un gioiellino fatto in casa. Non tutte le società interessate, però, sono pronte a una formula del genere. E poi c'è un altro tema. Con o senza ricompra, da Di Gregorio a Pirola, chi è partito con questa formula raramente ha fatto poi ritorno ad Appiano

     
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    Il Bologna si è interessato alla situazione di Raffaele Palladino, tecnico del Monza che probabilmente saluterà a fine anno. In scadenza di contratto, dopo un anno e mezzo di ottimi risultati, Palladino è finito nel mirino del club rossoblù che potrebbe perdere Thiago Motta (anche lui con un accordo che si conclude il 30 giugno) e sostituirlo, appunto, con uno della stessa scuola. Undici vittorie in questa stagione, nove pareggi (e undici sconfitte) e soprattutto un gioco molto divertente che è considerato come ottimo biglietto da visita.



    "Mi sento un po’ sottovalutato: confermarsi è sempre più difficile, nonostante le grandi difficoltà che abbiamo avuto nel corso dell’anno". Ieri parlava così Palladino dopo la partita persa per 2-4 contro il Napoli. "Il mio futuro è a Bologna nella prossima gara. Il Napoli era una squadra che ha avuto difficoltà nel corso dell’anno ma sapevamo che sarebbero venuti qui per fare punti. Questa sconfitta non cambia nulla nel nostro percorso. Il nostro obiettivo è a Bologna, dove dobbiamo dare il meglio. Il Napoli sta bene, può fare grandi cose. Vanno dati grossi meriti alla squadra e soprattutto ai giocatori. L’opinione pubblica quasi dà per scontato i nostri risultati ma non conosce il nostro percorso interno. Ciò che stiamo facendo rimarrà nella storia".

    L'interessamento del Bologna fa il paio con quello della Fiorentina, già confermato, e del Torino, che potrebbe perdere Ivan Juric qualora non dovesse arrivare in Europa. Insomma, molti club si muovono per Palladino che è destinato a non rimanere in biancorosso oltre il 30 giugno.

     
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    Le ultime due sconfitte in serie con Torino e Napoli hanno rallentato l’ascesa del Monza ma di certo non scalfito la voglia del gruppo di giocare da qui alla fine del campionato per cercare di mettere insieme più punti possibili e ottenere il miglior piazzamento in classifica. Ma è chiaro che lo sguardo del club è rivolto anche alla programmazione della prossima stagione. In tal senso due sono i passaggi chiavi: la scelta del nuovo allenatore nel caso in cui (come sembra) Raffaele Palladino non dovesse prolungare il contratto; la ricerca del direttore sportivo da inserire nell’organigramma qualora Francois Modesto decidesse di accettare altre proposte.




    L’allenatore Il percorso di Palladino da quando è subentrato in panchina è stato tanto perentorio quanto importante. In quasi due anni infatti ha ottenuto risultati, giocato un calcio moderno e funzionale, valorizzato l’intero parco giocatori e lanciato giovani di prospettiva. Insomma, il massimo e forse anche qualcosa di più. Sarebbe logico dunque da parte sua provare a compiere un salto in avanti qualora in estate dovesse capitare la chance giusta. Che al momento è rappresentata dalla Fiorentina, per cui Palladino rappresenta una prima scelta. Al di là delle frasi pubbliche ripetute più volte sia dall’allenatore che dall’amministratore delegato Adriano Galliani, per il Monza è già tempo di futuro e non si aspetterà la fine della stagione. Con calma e senza fretta infatti la società sta valutando una serie di profili di allenatori giovani che in un certo senso potrebbero anche rappresentare una sorta di continuità con quanto fatto nel biennio in A. Presto per fare nomi, ma l’idea è quella di affidarsi a un allenatore con cui poter iniziare un nuovo ciclo.

    Il direttore sportivo Modesto è stato accostato più volte alla Roma. In effetti dei contatti fra le parti ci sono stati e il gradimento – reciproco – non è mai scemato. Negli ultimi tempi poi ci sono stati dei sondaggi anche da parte di altre società ma la sensazione è che prima di prendere in esame altre eventuali possibilità l’attuale consulente tecnico dell’area sportiva aspetti una mossa da parte del club di Friedkin. Al suo posto il Monza potrebbe anche decidere di dare uno spazio maggiore e diverso al direttore sportivo Michele Franco, sempre con la supervisione e l’esperienza di Adriano Galliani. Aprile e maggio dunque saranno due mesi fondamentali. Sia per chiudere bene una stagione ottima, ma anche per delineare le strategie e le scelte future.

     
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    Ci sono pareggi che per diversi e differenti motivi valgono parecchio, molto di più del singolo punto. Quello del Monza a Bologna, cioè una delle squadre più in forma e forti del momento, rientra senza alcun dubbio in questa speciale categoria. Nel confronto diretto infatti è stata messa in pratica quella prestazione oltre l’ordinario che aveva chiesto Raffaele Palladino, fatta di abilità nel leggere i vari momenti della partita e la giusta capacità di saper soffrire senza smarrire mai la lucidità. Insomma, roba da squadra matura e con una certa personalità. Se il pari non cambia di molto la classifica, che resta comunque estremamente positiva, di certo aiuta a mettere una pietra sopra le precedenti ultime due sconfitte di fila (Torino e Napoli) oltre a certificare la crescita costante di un Monza che di passi avanti ne ha fatti parecchi.




    San Michele Ormai fa concorrenza a San Giovanni Battista, il patrono della città. Che non si offenderà se il buon Di Gregorio nell’ultimo biennio gli ha rubato la scena. Per spiegare e raccontare le sue parate in effetti serve miscelare il sacro con il profano, perché talvolta calcisticamente parlando hanno del miracoloso. Se il Monza torna da Bologna con la porta immacolata e un comodo 0-0 in tasca lo deve anche – e soprattutto – al suo portiere. Prestazioni alla mano, uno dei migliori in assoluto nel campionato in corso. Dall’esordio in A ad oggi è cresciuto in maniera esponenziale sotto diversi punti di vista e ormai nel ruolo è una certezza. Di Gregorio a 26 anni è pronto per giocarsela da titolare anche in un top club e puntare a rientrare nel giro dell’Italia. Nel frattempo si è preso Monza e il Monza. Mica poco.

     
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    Raffaele Palladino si sente pronto al salto di qualità. Dopo due stagioni alla guida del Monza, il tecnico di Mugnano di Napoli vuole provare una nuova avventura da allenatore al termine di questa stagione alla guida dei brianzoli: "Dobbiamo giocare queste sei gare alla grande, poi col dottor Galliani vedremo quale sarà la soluzione migliore", ha detto al termine della gara pareggiata 0-0 contro il Bologna. "Sono due stagioni da 10, anzi quest'anno da 10 e lode - ha dichiarato in un altro passaggio -. L'anno scorso abbiamo fatto un campionato pazzesco e quest'anno riconfermarsi non era semplice. Mi ritengo fortunato di avere un gruppo così".

     
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    Il Corriere dello Sport oggi in edicola parla del mercato della Lazio dopo l'annuncio di Felipe Anderson, che costringe Fabiani e Lotito ad andare a cercare un rinforzo di spessore per l'attacco. Ma il brasiliano non sarà l'unico ad andarsene in un'estate che sarà forzatamente di rivoluzione per il club biancoceleste. Ciro Immobile è combattuto da mesi, Luis Alberto ha già chiarito pubblicamente che non intende andare oltre giugno.




    E’ il frutto di una stagione che porterà ai cambiamenti progettati dalla società. Lotito e Fabiani pensano ad una Lazio nuova, di personaggi e copioni nuovi. Quasi sicuramente partirà anche Pedro, i tifosi ora sperano quantomeno nella conferma di Zaccagni, ma è evidente che serviranno 3-4 rinforzi in attacco, che incontrino il gradimento di Igor Tudor, una delle poche certezze della Lazio 24/25.

    Il diesse Fabiani si è lanciato su Rocco Vata, trequartista-ala del Celtic, 19 anni da compiere dopodomani. E’ solo un baby da aggiungere alla rosa. La Salernitana, ex creatura di Lotito e di Fabiani stesso, mette in vetrina Loum Tchaouna, ala e punta classe 2003, e Boulaye Dia, centravanti di 27 anni. Quest’ultimo in piena battaglia legale con Iervolino. È spuntato il nome di Mauro Perkovic, terzino sinistro e difensore centrale classe 2003 della Dinamo Zagabria.

     
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    La Champions League è la casa del Real Madrid. Dodici semifinali negli ultimi quattordici anni. Numeri straordinari anche per chi è padrone della competizione, avendone vinte quattordici e mirando la quindicesima, con ben cinque nel corso dell'ultimo decennio. Dal 2014, quando la coppa era a un passo dall'Atletico Madrid, fino appunto al 2022, con due rimonte insperate fra Paris Saint Germain e Manchester City, prima di battere il Liverpool in finale con la più classica delle partite: sofferenza, gol al cinquantesimo, gestione. E anche le parate di Courtois hanno dato una mano.

    La Champions però è anche la casa di Carlo Ancelotti. Re di coppe, il tecnico del Real, capace di arrivare all'undicesima semifinale della sua carriera. Battendo e superando Pep Guardiola, fermo a dieci, Si può anche eccepire che i Blancos hanno sofferto una discreta rumba nella serata di ieri sera, ma alla fine serve anche un po' di fortuna per arrivare tutti gli anni fra le prime quattro d'Europa.

    Dire fortuna, nel caso di Ancelotti, sarebbe però limitante e limitato. Può capitare una volta, due, magari anche tre. Dieci semifinali sono un numero astronomico per chiunque, figuriamoci per un solo allenatore che ha vinto quattro Champions e detiene già il record, potendolo migliorare ulteriormente. Di fronte ci sarà il (suo) Bayern Monaco, per una partita epica, una classica del calcio europeo. Poi Wembley, Inghilterra, dove aveva vinto la prima in finale contro la Juventus. Oltre due decenni fa.

     
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