Lecce 2023/2024

Notizie e News sulla Stagione 2023/2024

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    Prima vittoria stagionale fuori casa. Ritorno alla vittoria, che mancava dal 2 febbraio contro la Fiorentina. Primo clean sheet del 2024: la porta non restava inviolata dal successo casalingo col Genoa del 22 settembre. È nato così il Lecce di Gotti, in un anomalo pomeriggio a Salerno, con cinquanta tifosi giallorossi nel settore ospiti a causa delle restrizioni ed il tifo casalingo in contestazione. Da mercoledì a sabato: così l'allenatore ha plasmato una squadra inedita, predicando calma.



    Scelte di formazione sorprendenti ed un nuovo assetto difensivo
    Gotti ha proposto dal primo minuto un 4-2-3-1 con Piccoli esterno offensivo "alla Mandzukic", come dichiarato dallo stesso allenatore in conferenza. Un sistema di gioco che però non ha valorizzato al meglio Oudin, sostituito all'intervallo con conseguente modifica al sistema di gioco: 4-4-2 con Dorgu-Almqvist esterni di centrocampo, Piccoli-Krstovic in attacco. Un ritocco rivelatosi migliorativo, soprattutto in ottica difensiva. Il Lecce a Salerno è stato attendista ma ordinato, ha badato al sodo. Una scelta di rottura rispetto alla marcatura alta uomo su uomo, particolarmente auto-distruttiva nelle ultime settimane con D'Aversa al comando.

    Una sosta per lavorare nonostante diverse assenze
    Gotti ha tirato su una squadra ferita in tre giorni, ora ne avrà quindici per costruire il suo vero Lecce. In conferenza non aveva promesso stravolgimenti, ma il Lecce visto a Salerno lascia tante porte aperte per il futuro. Il ritorno di Banda dall'infortunio potrebbe rivelarsi l'asso nella manica per questo rush finale; l'allenatore giallorosso spera di riaverlo a disposizione al più presto, mentre in questi giorni dovrà fare a meno di diversi tasselli importanti tra cui Pongracic, Ramadani e Krstovic, convocati in Nazionale.

     
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    A Salerno è iniziata l'era Gotti, che proseguirà oggi alle 18:00. Allo stadio Via del Mare il Lecce accoglierà la Roma ed è davvero molto difficile centrare l'intera formazione titolare dei salentini. Se contro la Salernitana il nuovo tecnico non ha voluto mettere mano al sistema di gioco su cui ha lavorato D'Aversa, avendo avuto a disposizione appena tre giorni per preparare l'incontro, davanti alla squadra di De Rossi potrebbe presentarsi un Lecce inedito.





    4-2-3-1 o 3-5-2?
    In conferenza stampa, il nuovo allenatore dei giallorossi non si è nascosto, affermando di aver provato più sistemi di gioco nelle due settimane di sosta. Se a Salerno il Lecce si è presentato con un 4-2-3-1 non molto distante dai dogmi di D'Aversa, non è da escludere del tutto la possibilità di vedere tre difensori, cinque centrocampisti e due attaccanti.

    Chance per chi ha giocato meno?
    Chi ha trovato meno spazio con D'Aversa, ora sogna un posto tra le preferenze di Gotti. D'altronde, il nuovo mister del Lecce ha sostenuto di aver trovato un gruppo elettrico, con diversi giocatori che hanno risollevato il capo nonostante il poco minutaggio stagionale. Numeri alla mano sono Venuti, Berisha e Pierotti i calciatori meno impiegati per ogni reparto. Se il terzino ha davanti a sé un Gendrey in forma smagliante, il centrocampista albanese e l'attaccante argentino possono concretamente ambire ad un posto tra i 16 uomini usualmente impiegati nel corso dei novanta minuti. L'infortunio di Kaba può essere un'opportunità per Berisha, che vanta caratteristiche offensive ma è stato plasmato anche nel ruolo di mediano in questi mesi. In seguito alla cessione di Strefezza, invece, la società ha dato massima fiducia all'ex Colon, che da due mesi e mezzo lavora per ambientarsi in un nuovo calcio. Lo stesso Gotti, ai microfoni, non ha nascosto il suo apprezzamento nei confronti di Berisha e Pierotti, considerati due elementi con qualità da scoprire.

     
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    Per battere la squadra meritatamente seconda in classifica serviva un Lecce perfetto e soprattutto un Milan sottotono. Per sfortuna dei salentini, i padroni di casa erano in grande spolvero e tutto è andato nel peggior modo possibile. Il poker d'attaccanti rossonero è stato straripante e ha sfornato complessivamente tre reti; la legge di Murphy ha punito eccessivamente gli ospiti, che anche contro l'Empoli (a causa dell'espulsione di Krstovic) pagheranno gli strascichi di una prestazione neppure tanto diabolica.




    Piano partita molto ragionato, ma saltato al primo inconveniente
    Gotti ha rivisitato il classico 4-4-2 proposto contro la Roma inserendo Gonzalez al posto di Piccoli, Banda dal primo minuto e Dorgu a piede invertito. L'idea complessiva di rinforzare le vie centrali con lo spagnolo, mettere il danese a uomo su Theo e puntare sulla dinamicità dello zambiano aveva il suo perché, però un piano gara molto ragionato (soprattutto in fase difensiva) è saltato con le prime fiammate offensive del Milan. E rimontare a San Siro non è facile, soprattutto in 10 uomini.

    Dall'espulsione di Krstovic al 3-0, passando per un potenziale rigore: pietra tombale
    Il Milan ha condotto meritatamente per 2-0, poi la gara è andata in discesa in seguito all'espulsione di Krstovic e soprattutto al terzo gol rossonero. L'attaccante montenegrino non ha neppure visto Chukwueze, l'intenzione di fare fallo non c'era, tuttavia l'arbitro Massimi ha punito un gesto tecnico rischioso per l'incolumità dell'avversario. Molto più opinabile il doppio episodio che ha di fatto chiuso la gara; Theo Hernandez è alle spalle di Almqvist, ma si riappropria del pallone con uno spintone, sicuramente espressione di grande esperienza. Poi colpisce in testa Almqvist che resta a terra: il Lecce si aspetta che la palla venga buttata fuori, ma viene lanciata in profondità per Leao che segna. Il paradosso arriva pochi minuti dopo, quando il gioco viene fermato dall'arbitro per una semplice distorsione alla caviglia, sempre dello svedese.

     
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    Per il Napoli è stato sicuramente un anno da cancellare. Da campioni d'Italia gli azzurri hanno vissuto una delle peggiori stagioni degli ultimi tempi, che può essere salvata (in parte) solo con un miracolo di Francesco Calzona tale da portare la squadra in Champions League. Tre allenatori cambiati, quattro calciatori acquistati a gennaio per riparare, le tante polemiche del presidente Aurelio De Laurentiis. Insomma, è stata un'annata che definire confusionaria è riduttivo. Ma in mezzo a tutta la confusione qualcuno che ha confermato il livello dell'anno dello Scudetto c'è e a dirlo sono i numeri: Victor Osimhen.




    I numeri di Victor
    Premessa: gli infortuni hanno condizionato, in parte, quella che doveva essere la stagione della conferma. Tra Serie A, Champions League e Coppa Italia il centravanti nigeriano, causa infortuni e Coppa d'Africa, ha saltato 14 partite e collezionato soltanto 26 presenze. Dunque, inevitabilmente, non è riuscito a ripetere i 31 gol stagionali di un anno fa. Ma andando ad analizzare le statistiche nel dettaglio ci si rende conto di quanto continui ad essere decisivo l'ex Lille. Con la rete realizzata domenica al Monza Osimhen è salito a 14 gol stagionali (12 in campionato), con una media pari a un gol ogni 143'. Andando a fare la proiezione si scopre che è superiore ai 25 gol stagionali e che quindi, se non ci fosse stata la Coppa d'Africa e qualche infortunio di troppo, probabilmente Victor avrebbe ripetuto le statistiche dell'anno scorso. Guai, dunque, a dire che Osimhen non ha fatto la differenza anche in questa stagione storta.

    Addio scontato
    Una stagione, tra l'altro, che sarà ricordata anche come quella in cui De Laurentiis si è spinto oltre i propri limiti in termini di ingaggi. Osimhen ha firmato un rinnovo addirittura a 10 milioni di euro a stagione, 4 in più rispetto al precedente record in casa Napoli (Koulibaly e Insigne, 6 milioni), con una promessa al momento del nero su bianco: che l'estate prossimo sarà ceduto. E questo accadrà. Nel suo futuro c'è il Paris Saint-Germain o qualche big di Premier League, ma di certo non il Napoli che uno stipendio del genere non può permetterselo. Resta da capire se ci sarà qualcuno disposto a versare l'intera cifra della clausola, ossia 120-130 milioni di euro, ma la sua partenza è scontata. A Osimhen resta solo una cosa da fare: dare il massimo in queste ultime sette gare e provare a trascinare il Napoli più in alto possibile, magari fino alla Champions League.

     
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    Entrare in campo e caricarsi sulle spalle i sogni e le speranze di una città. Riuscendoci. Santiago Perotti è entrato al minuto numero ottantanove della sfida tra Lecce ed Empoli di sabato scorso. Un cambio quando la sfida pareva già orientata verso il pari, verso lo zero a zero finale. Dentro al posto di Remi Oudin, per provare l'ultimo assalto nei minuti di recupero, cercando però anche di non subire la beffa dalla formazione di Davide Nicola. Pierotti ha preso palla pochi secondi dopo, dalla destra, sfruttando una dormita del difensore polacco Sebastian Walukiewicz, che il direttore di gara Mariani non considererà fallosa. Palla al centro, Nicola Sansone appoggia in rete. E' tripudio salentino al Via del Mare. "Una bellissima sensazione, anche se il gol è di Pierotti -dirà il numero 11 della formazione di Luca Gotti a fine gara-. E' tra i gol più facili della mia carriera, ma bisogna farli anche quelli".

    Chi è Santiago Pierotti
    Nome: Santiago Daniel Pierotti
    Data di nascita: 3 aprile 2001
    Nazionalità: argentino (doppio passaporto italiano)
    Ruolo: esterno d'attacco, centrocampista offensivo
    Da dove e come arriva: dal Colon a titolo definitivo per 1,2 milioni di euro
    I numeri in Serie A 5 partite, 1 assist. 39' totali

    A piccolissime dosi
    "L'ho inserito per dare energia". Gotti ha detto così dopo la gara di sabato contro l'Empoli. Per adesso, però, sia con la gestione di Roberto D'Aversa che con quella dell'ex allenatore dell'Udinese, Pierotti si è visto pochissimo. 24' contro la Juventus, 1' contro il Genoa, 9' contro l'Hellas Verona, 5' contro il Milan, 1' contro l'Empoli. Pochissimo. Poi sette gare soltanto da panchinaro. Però l'assist per Sansone che pesa come un macigno può cambiare la carriera e la storia a Lecce dell'esterno offensivo nato e cresciuto nel Colon di Santa Fe, centonovanta centimetri, dominio atletico sulla fascia che Gotti ora cerca di strutturare anche a livello di esplosività. Tatticamente deve maturare, ma l'ingresso determinante con l'Empoli dimostra che l'ennesima Corvinata sta andando a segno...

     
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    Festa al Mapei Stadium per il Lecce, autore di una vittoria roboante; e emozionante, soprattutto per il presidente Sticchi Damiani, corso sotto il settore ospiti al termine della gara. Ad attenderlo oltre 4mila tifosi, che hanno riempito ogni singolo seggiolino del settore ospiti, fornendo una cartolina magnifica. Su questo successo c’è la firma in particolar modo di Gotti, ma è giusto partire dall’epilogo, il bello del calcio: un presidente tifoso quasi in lacrime, sotto la sua gente.

    Gotti ha cambiato il Lecce.
    Non bastano i punti ottenuti per descrivere le magie compiute da Gotti in poco più di un mese. Il Lecce ha mantenuto la porta inviolata in quattro occasioni su cinque, un dato impensabile fino a pochissimo tempo fa. Per non parlare della valorizzazione dei calciatori; da Dorgu a Blin, passando per Krstovic. È giusto spendere qualche parola sull’attaccante montenegrino, che non ha trovato il gol ma fornisce da tempo prestazioni di pregevole fattura. La sua stagione, nonostante l’oggettiva frenata in fase realizzativa, è assolutamente positiva ed i giallorossi devono coccolarlo, perché le prospettive sono molto interessanti.

    Salvezza ad un passo.
    È complesso definire la quota salvezza a cinque giornate dalla fine del campionato, considerando i sorprendenti risultati degli ultimi turni; per questo motivo, il Lecce sta proseguendo a testa bassa sulla sua strada. C’è chi a inizio stagione avrebbe firmato per il raggiungimento dei 35 punti, quota salvezza negli ultimi due tornei, tuttavia potrebbe essere necessario qualche punticino in più per essere totalmente sereni. Il Lecce ha cinque partite per limare un’altra impresa. Se la meriterebbero tutti: dalla piazza ai calciatori, passando per l’area tecnica e la proprietà. Se la meriterebbe Sticchi Damiani.

     
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    Prestazioni in costante crescita per Patrick Dorgu. L'esterno danese classe 2004 del Lecce sta trovando sempre più spazio con l'arrivo di Luca Gotti in panchina. Sono infatti quattro le presenze da titolare consecutive per il giovane calciatore giallorosso che in stagione ha collezionato 29 gettoni fra campionato e Coppa Italia. Non solo, oltre al gol realizzato nel match contro la Fiorentina, ieri ha trovato il suo secondo centro stagionale nel delicatissimo match di Reggio Emilia contro il Sassuolo.



    C'è la Juventus
    Un gioiello importante per i salentini che lo hanno acquistato in estate per una cifra di 200mila euro e che adesso potrebbe essere rivenduto sul mercato per cifre importanti. Come riporta l'edizione odierna di Tuttosport, la Juventus starebbe seguendo il giocatore per portarlo a Torino la prossima stagione con l'obiettivo di ringiovanire l'organico a disposizione di Massimiliano Allegri.

    La valutazione del giocatore
    L'operazione non è facile per due motivi innanzitutto. Il primo è legato alla valutazione del Lecce. Il presidente Sticchi Damiani infatti valuta il calciatore circa 20 milioni di euro. La seconda è invece la concorrenza che c'è nel campionato italiano. Anche il Milan infatti avrebbe posato gli occhi sul calciatore autore di prestazioni importanti prima con D'Aversa e ora con Gotti.

     
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    Patrick Dorgu, terzino del Lecce, è cresciuto insieme a D'Aversa prima e Gotti poi, diventando un vero e proprio gioiello dei salentini. Secondo quanto raccolto da TMW, il Milan resta forte sulle tracce del giocatore, ma si è inserita anche la Juventus, che lo ha messo tra i primi nomi per la fascia sinistra. E c'è anche tantissima Premier League.

     
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