Brescia 2022/2023

Notizie e News sulla stagione 2022/2023

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    Nuovo cambio di panchina in vista in casa Brescia con Davide Possanzini che dopo appena due giornate, come accaduto ad Aglietti, è pronto a salutare inchiodato da due sconfitte. Come riporta Bresciaingol.it il presidente Massimo Cellino avrebbe deciso per il cambio e alle ore 14 a Torbole è atteso l'arrivo di quel Daniele Gastaldello, già vice di Clotet, che più volte è stato lì per sedere in panchina.


     
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    Mancava solo l'ufficialità, arrivata proprio poco fa, ma la cosa era nota da ieri: Davide Possanzini non è più l'allenatore del Brescia. Al suo posto, la società ha optato per Daniele Gastaldello, vice di Pep Clotet, altra vittima sacrificale di patron Massimo Cellino.
    Questa la scarna nota del club:

    "Brescia Calcio comunica l’esonero di Davide Possanzini. A guidare la Prima Squadra sarà Daniele Gastaldello".

     
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    Non c'è un giorno di calma nell'universo Brescia. Oggi La Gazzetta dello Sport riporta, infatti, la notizia che due membri del CdA hanno deciso di dimettersi: si tratta di Aldo Ghirardi e Giampiero Rampinelli Rota. Formalmente sarebbero addii per motivi personali, ma la rosea ipotizza che dietro ci sia la mancata condivisione dell'esonero di Davide Possanzini deciso dal presidente Massimo Cellino a seguito del ko nello scorso weekend di campionato contro il Benevento.

     
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    Il Brescia lo scorso 30 giugno ha chiuso il bilancio facendo segnare un rosso di quasi sei milioni di euro (5,994 milioni). Ad analizzarlo ci ha pensato il quotidiano Bresciaoggi che sottolinea come i ricavi si sarebbero contratti da 35,15 milioni a 27,77 milioni di euro. Il riscatto di Sandro Tonali ha generato 12 milioni di plusvalenza nel corso dell’esercizio (nonostante i 5 milioni di penale che il Brescia ha versato al Milan). Le minusvalenze – legate ai vari Zmrhal, Martella e Skrabb – avrebbero invece causato un negativo di circa 2 milioni con il patrimonio netto sceso a causa delle perdite da 10,121 milioni a 4,125 milioni.

    La relazione tecnica riporta: “La diffusione della pandemia da Covid-19 e le limitazioni imposte hanno influito negativamente sui ricavi da stadio, nonché sulle principali attività commerciali rivolte ai tifosi e sul mercato dei diritti audiovisivi. La situazione può influenzare il mercato delle sponsorizzazioni sportive, riducendo l’orizzonte temporale degli investimenti pubblicitari“. Il bilancio che si è chiuso il 30 giugno 2022, evidenzia un aumento dei ricavi sulle vendite per 1,938 milioni di euro: 1,196 mln per i biglietti delle gare casalinghe a cui aggiungere 742mila euro per gli abbonamenti. - si legge su Tifobrescia - Le sponsorizzazioni fruttano alle casse 561mila euro invece la pubblicità 330 mila. Stabile il monte stipendi dei giocatori che dal 30 giugno 2021 fino ai dodici mesi successivi passa da 12,698 milioni a 12,672 milioni. Quello dei dipendenti cresce da 451 mila euro a 583mila. Anche i debiti verso i fornitori salgono a 2,635 milioni (+314 mila euro), invece i debiti tributari scendono di 1,86 milioni (ed ora sono complessivamente 6,312 milioni), i debiti verso degli istituti di previdenza salgono a 1,071 milioni (e arrivano a 2,18 milioni).

     
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    Quando il 10 agosto 2017 Massimo Cellino divenne il proprietario del Brescia dall'allora patron Marco Bonometti il suo obiettivo era chiaro: riproporre, almeno in parte, in terra lombarda quanto ottenuto a Cagliari nei 22 anni della sua gestione.




    Certo, immaginare di raggiungere una semifinale europea e due di Coppa Italia, oltre a 17 partecipazioni al campionato di Serie A nel calcio di oggi così come accaduto in Sardegna a cavallo degli anni 2000 è sicuramente più complesso, ma le ambizioni erano chiare.

    Oggi, quasi sei anni dopo quel passaggio di mano, il Brescia, anziché trovarsi a conquistarsi la ribalta della Serie A, è costretto a confrontarsi con un'altra prospettiva: la retrocessione in Serie C. Neanche lo spareggio contro il Cosenza è infatti servito alle Rondinelle a evitare di scivolare in terza serie a 38 anni dall'ultima partecipazione a quel torneo.

     
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    Pep Clotet, Alfredo Aglietti, di nuovo Clotet, Davide Possanzini e, infine, Daniele Gastaldello. È stata questa la cronistoria della panchina del Brescia nella stagione che ha portato al clamoroso ritorno delle Rondinelle in Serie C dopo 38 anni dall'ultima volta in terza serie.

    Una debacle, quella della società di Massimo Cellino che affonda in maniera evidente le proprie radici nel caos avvenuto al timone della squadra. Anche perché l'avvio del campionato con Pep Clotet in panchina era stato tutt'altro che negativo dato che nelle prime sei giornate sono arrivate ben 5 vittorie. Poi, però, dal 6-2 incassato in quel di Bari qualcosa si è evidentemente rotto, tanto che nei successivi sei mesi di vittorie, a prescindere dal tecnico ne è arrivata una sola, con 10 pareggi e 13 sconfitte. Il Clotet bis è stato, infatti, un palese tentativo figlio più per il malcontento per le due settimane della gestione Aglietti che per reale convinzione. Possanzini, invece, è stato l'azzardo figlio di una situazione chiaramente disperata.


    Daniele Gastaldello, invece, è riuscito, grazie anche ad una maggiore conoscenza dell'universo della prima squadra bresciana, a cambiare, almeno parzialmente, rotta. Tanto che nelle sue 13 gare da primo allenatore sono arrivati undici risultati utili a riprova che il materiale tecnico per fare una stagione differente c'era.

    Oramai, purtroppo, la frittata è fatta. E anche quanto di buono c'era non conta più. La realtà è un'altra e si chiama Serie C.

     
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