Italia-Argentina

La 'Finalissima'

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    Lorenzo Insigne non ce la fa e questa sera non ci sarà nella sfida dell'Italia contro l'Argentina a Londra. Dopo aver lasciato il prato di Wembley zoppicando nell'allenamento di ieri l'ex capitano del Napoli non ha recuperato e al suo posto giocherà Giacomo Raspadori, che completerà l'attacco con Bernardeschi e Belotti. Questo il probabile 11 di Mancini aggiornato.
    La squadra questa mattina ha svolto l'ultimo allenamento di rifinitura e da pochi minuti ha fatto rientro in albergo.

    Italia (4-3-3) - Donnarumma; Di Lorenzo, Bonucci, Chiellini, Emerson Palmieri; Pessina, Jorginho, Barella; Bernardeschi, Belotti, Raspadori.

     
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    68 Anni fa
    Il 5 dicembre 1954 primo confronto fra Italia e Argentina in amichevole All’Olimpico di Roma finisce 2-0 per
    gli azzurri, con gol di Frignani e Galli

    15 Le sfide Italia-Argentina
    10 amichevoli e 5 ai Mondiali: 6 vittorie azzurre a 4, 22 gol a 15.
    Ufficiali: 5 gare, 2 successi Italia e 3 pari, ma nel ’90 Argentina ai rigori

     
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    15 Partite fra Italia e Argentina. Sei vittorie per gli azzurri, cinque successi per la Selecciòn e quattro pareggi,
    le due nazionali si sono affrontate l’ultima volta in amichevole il 23 marzo 2018

    34 Anni fa l’ultima vittoria dell’Italia contro l’Argentina. Il 10 giugno 1987 a Zurigo Italia-
    Argentina finisce 3-1 con reti De Napoli, autogol di Oscar Garrè, rete di Maradona e gol nei minuti finali
    siglato da Vialli

     
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    C'è l'Argentina in vantaggio al 45esimo della Finalissima di Wembley contro l'Italia. Al duplice fischio, la squadra di Scaloni è avanti 2-0. Prima una giocata del solito Leo Messi che, poco prima della mezz'ora, è andato via in area a Di Lorenzo e ha servito a Lautaro Martinez un pallone che andava solo spinto in rete. Poi il raddoppio di Di Maria che, quasi allo scadere, ha beffato Donnarumma dopo una perfetta verticalizzazione di Lautaro.

    Scolastica fin qui la Nazionale di Roberto Mancini. Troppo prevedibile per fronteggiare un'Argentina che ha in Messi l'uomo di riferimento, colui a cui tutti vogliono passare il pallone, ma anche Di Maria, Lautaro, Lo Celso e De Paul... L'albiceleste ha fin qui mostrato ben altra qualità in fase di possesso rispetto agli azzurri che qualche occasione - con Raspadori, con Barella - l'hanno pure avuta, ma mai hanno davvero impensierito Emiliano Martinez.

    Doveroso tornare all'azione del primo gol. Perché Messi - il più atteso, il più omaggiato - non ha tradito le attese: ha danzato attorno a Di Lorenzo prima di andargli via e in una frazione di secondo ha avuto la lucidità di servire a Lautaro un pallone che non poteva esser servito meglio. Molto bella anche l'azione del raddoppio ma, in generale, l'Argentina gestisce e fa girare meglio il pallone: fin qui il doppio vantaggio è meritato.

     
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    Complimenti all'Argentina, innanzitutto. Perché Leo Messi e compagni questa sera hanno stravinto. Di più: hanno regalato spettacolo a un pubblico di prevalenza argentino che gli chiedeva grandi giocate. Complimenti all'albiceleste perché, dopo la vittoria della Copa America, questa squadra s'è svegliata da quell'incubo che ha portato campioni come Zanetti o Mascherano a non vincere nulla, nonostante una militanza quasi ventennale in nazionale. E ora è fortissima.

    Poi però bisogna guardare a noi stessi e stasera l'Italia non s'è rivelata all'altezza della Finalissima. Doveva essere la gara che sanciva la fine di un ciclo, s'è ben presto trasformata nella partita che impone - in maniera netta, decisa - un cambio radicale. L'Italia è stanca, l'Italia s'è persa: nella testa come nelle gambe. Nel primo tempo il tridente Bernardeschi-Belotti-Raspadori è stato facilmente neutralizzato dalla difesa sudamericana. Mentre l'Argentina ha confermato, anche contro una europea, che in Qatar sarà tra le squadre da battere.
    Da ormai un paio d'anni la nazionale per Messi non è più il tallone d'achille ma la squadra in cui esaltarsi. Il trend è cambiato, s'è invertito: viene da tutti riconosciuto come il grande leader e lui, superati i trent'anni, non vive più questo ruolo come un peso. Anzi, si esalta. Il gol del vantaggio nasce da una sua invenzione: Messi danza attorno a Di Lorenzo, gli va via e serve a Lautaro un pallone solo da spingere in rete. Ma l'attaccante dell'Inter non s'è limitato al tap-in dell'1-0: sul raddoppio, è sua la verticalizzazione per Di Maria bravo ad alzare il pallone e a beffare Donnarumma in uscita.

    Il gol di Di Maria allo scadere del primo tempo ha chiuso la partita. Nella ripresa, non è tornato in campo Chiellini mettendo così fine - non nel migliore dei modi - alla sua avventura in Nazionale. Fascia a Bonucci, in campo Lazzari, Locatelli e Scamacca dal 46esimo, poi un po' più avanti anche Spinazzola: Mancini ha provato a dare la scossa dalla panchina ma l'impressione è che servirà ben altro. La partita ha continuato a farla l'Argentina e nel finale è arrivato anche lo 0-3 firmato Paulo Dybala. Wembley la scorsa estate fa ci consegnò la versione più bella, più stoica, della Nazionale di Mancini. Stasera, meno di un anno dopo, ci parla di una squadra troppo remissiva per essere l'Italia. E' giunta l'ora di cambiare, non ha più senso andare avanti così.


    Italia Argentina 0-2: risultato e tabellino
    RETI: 28′ Lautaro (A), 45’+1′ Di Maria (A), 90’+4′ Dybala (A).

    ITALIA (4-3-3): Donnarumma 5,5; Di Lorenzo 5, Bonucci 4,5, Chiellini 5 (dal 46′ Lazzari 5,5), Emerson 5 (dal 77′ Bastoni sv); Barella 5,5, Jorginho 5, Pessina 4,5 (dal 63′ Spinazzola 5); Bernardeschi 4 (dal 46′ Locatelli 5,5), Belotti 4,5 (dal 46′ Scamacca 5), Raspadori 5,5. All. Roberto Mancini 4.

    ARGENTINA (4-2-3-1): Martinez 6; Molina 6,5, Otamendi 5, Romero 6,5 (dall’86’ Pezzella sv), Tagliafico 6; De Paul 7 (dal 76′ Palacios sv), Rodriguez 6,5; Messi 7, Lo Celso 5 (dal 90’+1′ Dybala 7), Di Maria 8 (dal 90’+1′ Nico Gonzalez sv); Lautaro 7 (dall’86’ Alvarez sv). All. Lionel Scaloni 7,5.

    ARBITRO: Gomez Maza (Cile).

    AMMONITI: Otamendi (A), Bonucci (I), Di Lorenzo (I), Barella (I).

     
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    Giorgio Chiellini, difensore e capitano dell'Italia, parla così a Rai Sport dopo la Finalissima persa contro l'Argentina, ultima sua partita in azzurro: "Sapevamo che sarebbe stato difficile, la speranza era di vincere partita e trofeo ma questo non cancella ciò che è stato. Mi aspetto un periodo difficile, c'è bisogno che tutti stiamo vicino per ripartire. Spero che tutta Italia, dai media ai tifosi, stia vicino a questo gruppo che deve fare tanto".

     
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    Dopo quasi un anno d'assenza, 334 giorni per la precisione, Leonardo Spinazzola è tornato a giocare una partita con la maglia dell'Italia. L'esterno mancino poco dopo l'ora di gioco della sfida contro l'Argentina di questa sera è infatti subentrato al posto di Pessina nelle fila degli azzurri. Il giocatore della Roma mancava dal due luglio del 2021 quando, nel corso della sfida dei quarti di finale contro il Belgio all'Europeo inglese, si ruppe il tendine d'Achille.

     
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    Mancini: "Alcuni giovani nemmeno giocano in A, ricostruire ora sarà più difficile"


    Che rappresenta questa medaglia d'argento?
    "Rappresenta una partita non vinta, ma alla quale siamo arrivati vincendo l'Europeo e dopo tre anni e mezzo di imbattibilità. Rappresenta comunque un bel momento della nostra carriera".

    Siamo tornati a Wembley, perché si è persa quella magia? Ora il cambiamento verrà accelerato?
    "Io devo dire solo grazie a tutti questi ragazzi che hanno giocato in questi 4 anni, c'è grande dispiacere per la non qualificazione al Mondiale. Stasera la partita è stata equilibrata fino allo 0-1, poi hanno meritato. I nostri ragazzi hanno speso anche tanto negli ultimi due anni e ora sono anche un po' stanco. Volevamo cambiare dopo questa partita e lo faremo".

    Cosa non ti è piaciuto della partita di stasera?
    "Il primo tempo è stato equilibrato, i loro gol nel primo tempo sono arrivati da errori nostri che non possiamo commettere mai. Avevamo palla noi e l'abbiamo persa, sul secondo ci siamo fatti superare a metà campo. Dallo 0-2 è diventato tutto più difficile perché l'Argentina ha giocatori incredibili che sanno gestire il pallone. Ora dobbiamo lavorare molto e impegnarci, sapendo che non sarà semplice".

    Qual è la cosa che in questo momento ti preoccupa di più? Manderai qualcuno in vacanza?
    "Sì, lascerò qualcuno in vacanza perché se lo merita e deve recuperare rispetto a quanto ha fatto in questi due anni. Dopo l'Europeo abbiamo fatto una grande fatica a far gol e dobbiamo trovare soluzioni in questo senso, dobbiamo essere veloci e non sarà semplice mettere una squadra che ci dia soddisfazioni a breve tempo. Bisognerà lavorare bene e sbagliare il meno possibile".

    Hai lo stesso entusiasmo di inizio avventura per affrontare questa situazione?
    "Entusiasmo ne ho ancora da vendere. Ci saranno però anche momenti difficili, come stasera. Questo lo dobbiamo sapere perché non sarà semplice, bisognerà essere veloci per far sì che i nuovi imparino in fretta".

    Questa volta può essere più difficile ricostruire?
    "Può essere più difficile perché abbiamo ragazzi giovani e alcuni non giocano nemmeno in Serie A. Però nella squadra di stasera ci sono giocatori che saranno importanti e dopo aver ripreso forza torneranno a giocare bene come hanno sempre fatto".

     
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    Scaloni: "Abbiamo vinto contro una delle migliori squadre al mondo"


    "Innanzitutto i tifosi sono contenti, hanno visto la squadra giocare molto bene. Tutti quelli che vivono qui e sono stati qui si sono divertiti molto, i miei amici pure. Abbiamo giocato contro una squadra importante, l'Italia è una delle migliori che ci siano, ma le cose sono andare come previsto".

    Hai riportato l'Argentina dove merita di essere?
    "Volevamo ristrutturare e riorganizzare la Nazionale, tornare alle nostre origini e giocare al calcio per le nostre famiglie e per il popolo argentino. I giocatori l'hanno capito ed è merito loro, io ho solo messo un paio di cose".

    E' stata una delle migliori gare delle sua gestione?
    "E' stata una prestazione di alto livello. Oggi abbiamo giocato bene per larghi tratti, nel primo tempo l'Italia ci ha reso le cose difficili e su alcuni aspetti dobbiamo migliorare. Non so se sia stata la miglior partita, abbiamo avuto un ottimo approccio: magari abbiamo fatto meglio in altre gare ma sono molto soddisfatto".

    C'è stata differenza tra primo e secondo tempo?
    "Nel secondo tempo eravamo più a nostro agio, nel primo tempo c'erano alcune cose da calibrare e l'Italia ci ha reso la vita difficile. Abbiamo aggiustato un paio di cose all'intervallo e disputato un ottimo secondo tempo".

    L'Argentina può essere la grande favorita al Mondiale? Lewandowski vuole cambiare in estate, può influire in vista del Mondiale?
    "No, non credo che il cambio di club in generale possa influire. Per quanto riguarda i favori del pronostico no, siamo una buona squadra ma non siamo favoriti".

    Ha fatto un bilancio di quanto fatto?
    "La selezione argentina necessità di tranquillità e tutti devono remare nella stessa direzione. Ora devo preparare la prossima gara contro l'Estonia, è così che vedo le cose. Mi fa molto piacere aver dato ai tifosi qualcosa da festeggiare".

     
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    Giorgio Chiellini ha raggiunto Daniele De Rossi, a quota 117 partite, al quarto posto nella classifica dei giocatori più presenti nella storia della Nazionale: davanti a lui solo Maldini, Cannavaro e Buffon.

     
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    L'Italia fa fatica a segnare. Dopo la vittoria dell'Europeo, questa squadra ha segnato più di un gol solo contro Lituania, Belgio e Turchia. Calcolando che le ultime due erano gare inutili, arrivate dopo il mancato accesso alla finale di Nations League e dopo il mancato pass per il Mondiale, il problema assume una rilevanza ancora maggiore. Abbiamo dilagato solo a Sassuolo contro i lituani, poi un gol contro la Bulgaria, un gol contro la Svizzera (in due partite), 0 contro la Nord Irlanda e altrettanti contro la Nord Macedonia. Così come ieri sera.

    Il problema è chiaro anche a Mancini: "Dopo l'Europeo abbiamo fatto una grande fatica a far gol e dobbiamo trovare soluzioni in questo senso, dobbiamo essere veloci e non sarà semplice mettere una squadra che ci dia soddisfazioni a breve tempo", ha detto il ct subito dopo la partita. L'attacco è il problema principale e in effetti, mettendo a confronto i due tridenti scesi in campo ieri, si spiega tutta o quasi la differenza vista sul prato di Wembley: da un lato Bernardeschi-Belotti-Raspadori, dall'altro Di Maria-Lautaro-Messi. Sulla carta non c'era confronto e il campo l'ha confermato.

    Detto che quello sceso in campo non era il tridente dell'Europeo, che Mancini per l'occasione ha dovuto fare a meno di Chiesa, Berardi, Immobile e alla fine anche Insigne, c'è da interrogarsi sul futuro di un attacco che, più degli altri reparti, soffre il ricambio generazionale. Sicuramente si ripartire da Raspadori e Chiesa, molto probabilmente anche da Berardi, ma per gli altri il mancato accesso al Mondiale potrebbe far rima con la fine della loro avventura azzurra.
    Il problema però è nelle alternative: ieri dal 46esimo in poi è entrato Scamacca e sarà molto probabilmente lui, d'ora in avanti, a guidare l'attacco azzurro. Gli altri attaccanti italiani (in prospettiva 2024) che hanno raggiunto la doppia cifra nell'ultima Serie A sono Andrea Pinamonti (convocato, poi s'è infortunato) e Federico Bonazzoli. Insomma, stando ai gol dell'ultima Serie A l'Italia dovrebbe affidarsi per il futuro a tre attaccanti che, nell'ultima stagione, hanno giocato con Sassuolo, Empoli e Salernitana.
    Vien da sé, quindi, che se questi giocatori non faranno il salto di qualità, anche a livello di club, difficilmente potranno rappresentare una garanzia per i prossimi 10 anni. E infatti nell'ultimo gruppo dei 30 c'era Gnonto, classe 2003 che è andato a Zurigo pur di giocare e non stagnare tra Primavera e prestiti.
    Il rischio è fare come Belotti, che non ha fatto il salto di qualità quando doveva e ieri - in un palcoscenico di primissimo piano come quello di Wembey - ha dimostrato di non essere all'altezza del compito che Mancini gli aveva affidato.

     
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28 replies since 13/5/2022, 21:37   69 views
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