L’interruzione dei campionati dilettantistici ha portato alla promozione di nove squadre dalla Serie D, rientrate nei professionisti grazie alla classifica maturata prima della pausa. Tra le compagini che sono approdate in Serie C, anche se in questo caso sarebbe meglio parlare di ritorno tra i pro, c’è il Palermo, allenato nel corso di questa stagione da Rosario Pergolizzi, timoniere di una squadra che prima dell’interruzione stava dominando il campionato con 63 punti conquistati in ventisei partite e sette lunghezze di vantaggio sulla più diretta inseguitrice, il Savoia. Tuttavia, nonostante la promozione conquistata, Pergolizzi non rimarrà sulla panchina dei rosanero nel prossimo campionato di Serie C.
Mister, come hai maturato la decisione di lasciare la panchina? “Abbiamo risolto consensualmente. Purtroppo avevo la sensazione che troppo spesso i risultati non bastassero mai, complicando un sacco di situazioni. È una società giovane, che sta crescendo e che vive di immagine. Abbiamo pensato che fosse meglio proseguire in direzioni diverse".
Hai già programmi per la prossima stagione o sei ancora in attesa? “Sono ancora in attesa, ho fatto qualche chiacchierata ma sul tavolo non c’è ancora niente di concreto. Sono molto tranquillo, per me è stato un anno di crescita importante, sia come uomo che come allenatore. Mi fa piacere un po' di serenità nel poter scegliere la mia prossima destinazione e poter prendere del tempo per pensarci".
Venendo ai verdetti, sei d’accordo con le promozioni attribuite sul merito della stagione? Anche con un occhio alla Serie C. “Sono d’accordissimo: Reggina, Vicenza e Monza hanno dimostrato di essere le squadre più forti. Hanno investito e sono meritevoli del risultato conseguito, come lo è stato per noi al Palermo. E sono d’accordo anche sulle retrocessioni: purtroppo se una squadra era ultima vuol dire che fino a quel momento era stata la peggiore del campionato, inutile girarci attorno".
Finalmente stiamo tornando ad assaporare un po’ di calcio giocato. Riesci a fare qualche pronostico? “In primo luogo era giusto ricominciare a giocare per riportare un po' di calore nelle case delle persone, in modo a tornare a godere del calcio e anche dare un po' di speranza alla gente. Non sono in grado di fare pronostici: si ricomincia da zero. Mi sento di dire che spero che l’introduzione delle cinque sostituzioni sia solo temporanea e non rimanga in maniera permanente. Va bene per questa stagione, perché temo che la lunga pausa porterà a molti infortuni muscolari. Vedo comunque tutto aperto sia per lo Scudetto che per la retrocessione: il distacco è contenuto, quindi ci sarà lotta fino alla fine".
Se il campionato si dovesse fermare di nuovo a cosa dovremo prepararci? “Un eventuale secondo blocco obbligherà ad insistere nel rispettare il protocollo sanitario, per tenere sotto controllo la situazione. In questo modo potremo dare continuità alla stagione. A mio avviso però servono dei contributi da parte della FIGC che aiutino le società a prevenire un altro stop che potrebbe essere devastante sul futuro del calcio italiano".
Infine, stiamo iniziando a vedere del calcio, anche se a porte chiuse. Quanto dovremo aspettare per ritrovare i tifosi sugli spalti? “Io spero si tornino presto a vedere tifosi sulle gradinate, magari distanziati o solo gli abbonati. È fondamentale che a godere del pallone non siano solo gli addetti ai lavori ma anche i tifosi. Credo sia dovuto tutto alle accortezze e ai protocolli sanitari. Spero che le cose possano tornare come prima al più presto possibile”.
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