Padova story

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  1. padova81
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    1929-1930: il Padova retrocede nel primo campionato di Serie A a girone unico della storia del calcio italiano
    Flash dal passato: momenti di storia biancoscudata nella nostra rubrica del lunedì
    06.10.2014 15:29 di Alessandro Vinci articolo letto 55 volte

    Bello sarebbe scrivere sempre di gioie e di vittorie, di soddisfazioni e di capitoli felici. Questa però non sarebbe la storia del Padova. Non sarebbe la storia di nessuna squadra di calcio, nemmeno di quelle più blasonate, a dir la verità. Certo è che le ultracentenarie vicende biancoscudate sono state indelebilmente caratterizzate da alti e bassi, da veloci salite seguite da ripide discese, saliscendi per cuori forti (per info, vedasi avvenimenti delle ultime stagioni e/o degli ultimi mesi) con i quali il tifoso padovano si è trovato costretto a convivere sin dai primi vagiti. Uno dei più datati esempi di ciò avvenne a cavallo tra gli anni '20 e gli anni '30, quando il Padova riuscì a qualificarsi per il primo campionato di Serie A a girone unico della storia del calcio italiano, per poi venirne subito estromesso causa retrocessione. Siamo nell'estate del 1929. In città si respira entusiasmo attorno al mondo della compagine biancoscudata, unica squadra veneta ad essersi qualificata per il nuovo campionato di massima serie, trascinata dalle reti del suo implacabile bomber Giovanni “Nane” Vecchina (ben 23 in 25 partite disputate), che contribuirono in maniera determinante al raggiungimento dell'ottavo posto finale, l'ultimo utile per staccare il pass per la neonata Serie A a sedici squadre, che verrà poi estesa a diciotto con l'inclusione nel massimo campionato italiano anche della Triestina, piazzatasi al nono posto nel girone A, alle spalle dello stesso Padova, per motivi politico-patriottici (si ricordi che siamo in piena epoca fascista). Giustificati dunque i festeggiamenti per celebrare questo prestigioso traguardo, ma il piazzamento della squadra andava anche considerato come un campanello d'allarme: sarebbero occorsi valenti rinforzi per affrontare al meglio il nuovo campionato, che avrebbe visto gli uomini di un riconfermatissimo Herbert Burgess scontrarsi ogni settimana con le più attrezzate formazioni dell'ormai ex Divisione Nazionale. Ma alla voce “arrivi”, il 6 ottobre, giorno della prima giornata di campionato, figuravano i nomi dei soli Colognese (portiere di riserva) e Lamon (attaccante), oltre a quelli dei rincalzi offensivi Oriani e Tognana. Naturale conseguenza di ciò: quel giorno, Modena corsaro all'Appiani per 3 a 1, con rete biancoscudata (la prima nella Serie A a girone unico) siglata dal solito, indispensabile Vecchina. Un sapore, quello della sconfitta, che il Padova assaporò anche nelle tre giornate successive, con i KO rimediati al secondo ed al quarto turno rispettivamente contro Torino ed Alessandria (entrambi ancora per 3 a 1), intervallati dalla beffa della terza giornata in quel di Brescia, quando le rondinelle ribaltarono l'iniziale vantaggio padovano di Oriani e Lamon con il gol di Moretti e la doppietta di Prosperi. Zero punti e dodici gol subiti in quattro partite, tanto per gradire. Alla vigilia del match contro la Pro Patria, dunque, il Padova si ritrova fanalino di coda della classifica, ma a Busto Arsizio riuscirà ad ottenere il primo punto della stagione andando ad impattare 0 a 0 contro i padroni di casa. La settimana successiva, ecco in programma il primo vero scontro-salvezza della stagione, con il Livorno (penultimo a quota 2 punti) ospite all'Appiani. Una gara da vincere a tutti i costi, se non altro per ravvivare il morale dei giocatori, oltre che per evidenti motivi di classifica. Ed in effetti, Vecchina e compagni non falliscono: amaranto sconfitti per 3 a 1 grazie alla tripletta di un ispiratissimo Gastone Gamba. Ma questo successo, purtroppo, si rivelerà presto un fuoco di paglia. A far tornare i biancoscudati con i piedi per terra ci pensano in rapida successione Ambrosiana Inter (6 a 1 il finale in favore di Meazza e compagni), Bologna (3-2), Genoa (8-0), Pro Vercelli (5-1) e Lazio (4 a 0). Risultati roboanti che non hanno bisogno di commenti e che rispediscono il Padova sul fondo della classifica, staccato di cinque punti rispetto alla zona-salvezza. La sosta natalizia risulta dunque una manna dal cielo per la squadra, che ha l'occasione di riordinare le idee per cercare il riscatto sotto la guida del nuovo tecnico Aldo Fagiuoli, ex difensore biancoscudato '19-'27, nel frattempo subentrato al suo vecchio allenatore Burgess. Sì, ma quando precisamente? Non si sa, non è giunta fino ad oggi la data dell'esonero dell'inglese. Ciò che è certo, però, è che quest'ultimo si accomodò sulla panchina della Roma a partire dall'ottava giornata, esordendo con un ottimo 2 a 0 sull'Ambrosiana Inter, mentre il Padova era impegnato in casa contro il Bologna. Ma quello avvenuto in panchina non fu l'unico cambiamento avvenuto in seno al Calcio Padova: il 15 novembre (il venerdì successivo alla vittoria contro il Livorno), infatti, dopo un solo anno da presidente del Calcio Padova, il Commendatore Silvio Barbieri aveva comunicato le proprie irrevocabili dimissioni, venendo poi sostituito dal suo vice Federico Bevilacqua, membro di lungo corso della dirigenza biancoscudata. Anno nuovo, risultati vecchi. Sembra essere questo il leitmotiv delle prime partite del 1930, quando i biancoscudati, dopo aver ottenuto un pareggio casalingo con il Milan, cadono contro Cremonese prima e Triestina poi. Ma la settimana successiva accade l'inaspettato: all'Appiani arriva la Juventus capolista, la Juventus di Combi-Rosetta-Caligaris (quest'ultimo, però, assente nell'occasione) e del “Mumo” Orsi. Il verdetto appare scontato. Ma a sorpresa gli uomini di Fagiuoli vanno a conquistare i due punti, imponendosi per 2 a 1 sulla corazzata bianconera con reti di Vecchina e Bedendo e salendo così a quota 6 punti, comunque insufficienti per abbandonare l'ultimo posto in classifica. I biancoscudati concluderanno poi il girone d'andata con una sconfitta rimediata in zona Cesarini a Napoli, nel giorno del “pensionamento” del vecchio stadio Militare dell'Arenaccia e con una roboante e prestigiosa vittoria all'Appiani contro la Roma per 3 a 0. Al giro di boa, dunque, Vecchina e compagni si trovano al penultimo posto della graduatoria a quota 8 punti, seguiti a ruota dalla Cremonese e distanziati di quattro lunghezze dal Livorno, momentaneamente salvo. Nulla è ancora perduto, ma certamente per ottenere la permanenza in massima serie servirà cambiare registro nella seconda metà del campionato, cosa che avviene già alla prima gara del girone di ritorno in quel di Modena, dove i biancoscudati ottengono il primo successo esterno della stagione superando i padroni di casa per 2 a 0 con reti dell'immancabile Vecchina e di Gastone Prendato e salendo così a quota 10, a soli due punti dalla zona-salvezza. Qualcosa è cambiato nell'aria. C'è entusiasmo. Un entusiasmo tale da spingere un gruppo di appassionati, dieci giorni dopo la vittoria emiliana, a fondare al Bar Missaglia “La Rumorosa”, il primo club organizzato di tifosi biancoscudati volto ad incitare, sia in casa che in trasferta, la squadra con l'ausilio di clacson, megafoni e strumenti musicali vari. Evidentemente, questo supporto si fece sentire molto bene nelle due successive gare casalinghe contro Torino e Brescia, entrambe vinte dai biancoscudati rispettivamente per 1 a 0 e 2 a 1. E la classifica non poté che beneficiarne, con il Padova che raggiunse al terzultimo posto Modena e Livorno. L'euforia delle quattro vittorie consecutive, però, andò preso a scontrarsi con le croniche difficoltà accusate dalla squadra in trasferta, ad Alessandria prima (4 a 2 il punteggio a favore dei padroni di casa) ed a Livorno poi (4-3), gare intervallate dalla goleada dell'Appiani contro la Pro Patria: 7 a 0 il finale, con cinquina di un super Vecchina. Il Padova torna dunque in solitaria al penultimo posto a quota 16, staccato di tre punti dalla zona-salvezza e per giunta il calendario vede in programma l'arrivo all'Appiani dell'Inter, che dal sedicesimo turno aveva superato la Juventus in vetta alla classifica. Purtroppo stavolta, a differenza di quanto accaduto tre mesi prima con i bianconeri, il colpaccio contro la capolista non si verificherà: 2 a 1 il finale in favore dell'Ambrosiana, con il solito Vecchina a rispondere invano alle reti avversarie firmate da Meazza e dall'ex di turno Leopoldo Conti. La successiva trasferta di Bologna sembra studiata ad arte per consentire ai biancoscudati di accantonare ogni speranza di salvezza, ma il destino non ha fatto i conti con Gastone Prendato, che allo stadio del Littoriale (attuale Dall'Ara) va a siglare una preziosissima doppietta che regala i due punti al Padova, atteso ora da tre gare casalinghe contro Genoa, Pro Vercelli e Lazio. Il fattore Appiani non tradì: dopo uno scialbo 0 a 0 maturato contro il grifone, ecco arrivare due provvidenziali vittorie contro piemontesi e biancazzurri che catapultarono la truppa di Fagiuoli per la prima volta fuori dalla zona retrocessione, a più tre punti su una Triestina in caduta libera ed addirittura a più dieci sull'ormai spacciata Cremonese, squadre che, guarda caso, il Padova è chiamato ad affrontare a seguito di quella che risulterà essere una disastrosa trasferta in casa del Milan, con i rossoneri che asfaltarono i biancoscudati per 6 a 0. La gara di Cremona si presenta dunque come quella del potenziale riscatto, ma si sa, al Padova nella sua storia è sempre piaciuto complicarsi la vita; La gara si indirizza presto sui giusti binari, con il giovane Perazzolo a portare avanti i suoi al 27'. Ma il gol del raddoppio non arriverà, a differenza di quello del pareggio dei grigiorossi, siglato da Subinaghi a venti minuti dal 90'. Un pareggio che sa di sconfitta dunque per Vecchina e compagni, tanto più considerando il contemporaneo successo della Triestina sull'Alessandria. Biancoscudati e alabardati, alla vigilia dello scontro diretto si trovano quindi appaiati al penultimo posto a quota 24 punti. Quella in programma all'Appiani l'8 giugno è una vera e propria finale. Ci si gioca una grande fetta di salvezza. Nonostante il fattore-campo non favorevole, è la Triestina a partire subito determinata ed a cercare con insistenza il gol del vantaggio. Un'insistenza tale da far sì che il difensore Gazzari, chiamato a trasformare un rigore sanzionato dall'arbitro Caironi al 28', per ben due volte non aspetti il fischio del direttore di gara per calciare, vedendosi convalidare la rete del vantaggio giuliano solamente al terzo tentativo. A seguito del gol siglato dagli ospiti, il Padova non riesce a reagire, la Triestina è un fiume in piena e soli sei minuti più tardi trova il gol del raddoppio con Palumbo. Inutile risulterà la rete realizzata da Perazzolo ad un quarto d'ora dal termine. Gli alabardati espugnano l'Appiani per 2 a 1, spedendo la truppa di Fagiuoli al penultimo posto a sole tre giornate dal termine dei giochi ed attesa dalla proibitiva trasferta in casa di una Juventus ancora in lizza per la conquista dello scudetto. E' il più classico dei testacoda. E sarà il più classico degli epiloghi: 3 a 1 in favore dei bianconeri, trascinati dalla tripletta di Casarini. Contemporaneamente, la Triestina aveva impattato per 2 a 2 in casa contro il Milan, squadra che ormai non aveva più nulla da chiedere al campionato, e superato la Lazio al quindicesimo posto. Il Padova mantiene dunque due lunghezze di svantaggio rispetto al terz'ultimo posto e guarda con speranza alla sfida dell'Appiani contro il Napoli di William Garbutt, già certo della salvezza. Ma in caso di sconfitta sarebbe stata matematica retrocessione per Vecchina e compagni, in astinenza da vittorie da ormai quattro turni. Come andò a finire? Netta vittoria biancoscudata per 3 a 0 con contemporaneo successo della Lazio sull'Alessandria e pareggio della Triestina nello scontro-salvezza contro la Pro Patria. A 90' dal termine del campionato la situazione in coda alla classifica è dunque la seguente: Cremonese ultima ed ampiamente retrocessa a quota 16, Padova 26, Triestina, Modena, Lazio e Pro Patria 28. Per evitare la retrocessione in Serie B gli uomini di Fagiuoli hanno un solo risultato a disposizione all'ultima giornata: la vittoria, con la speranza che una delle quattro squadre a 28 punti venga sconfitta per poter disputare lo spareggio-salvezza. L'avversario è la Roma dell'ex Herbert Burgess, già certa di un anonimo piazzamento di metà classifica. Favori alla squadra che aveva bisogno di punti? No, non era usanza a quei tempi. Si scendeva sempre in campo per onorare la competizione. E per il Padova fu una Caporetto che ebbe come diretta conseguenza la retrocessione: 8 a 0 il finale in favore dei giallorossi (il secondo stagionale subìto dai biancoscudati dopo quello maturato alla nona giornata contro il Genoa). Un risultato che non concede spazio a repliche e che lascia un grande amaro in bocca, perché nel frattempo sia la Lazio che la Triestina avevano perso rispettivamente contro Juventus e Napoli. A vent'anni esatti dalla fondazione, ecco dunque arrivare la prima retrocessione della storia per l'ACP (o meglio, AFCP, all'epoca). Per fortuna però, i biancoscudati impiegheranno solamente due stagioni per tornare in massima serie. A proposito di saliscendi.
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    Herbert Burgess, il mister
     
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