F.C. Padova 1910

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    Crac Padova, Penocchio chiede un’altra proroga di 60 giorni per la presentazione del concordato
    Scritto da: Gabriele Fusar Poli 13 dicembre 2014

    Fonte: Corriere del Veneto, Nicola Munaro/Mattino di Padova, Stefano Edel/Gazzettino, Luca Ingegneri
    Il giorno da segnarsi sul calendario è martedì 16 dicembre, quando il giudice del tribunale fallimentare Caterina Zambotto depositerà il dispositivo con cui dirà sì o no alla richiesta di proroga di altri 60 giorni, presentata ieri mattina dagli avvocati del Calcio Padova 1910. Altri due mesi che, secondo i legali del presidente Diego Penocchio, sarebbero necessari a preparare il piano di concordato preventivo in bianco e cercare così di salvare la società dall’incubo fallimento. Oggi infatti scadevano i primi 60 giorni concessi dal tribunale per consegnare al giudice i documenti utili alla richiesta di ammissione alla procedura di concordato nei confronti di un centinaio di creditori, tra cui il Comune, che dall’entourage di Penocchio avrebbe ricevuto l’offerta di scudetto e nome in cambio dell’azzeramento dei debiti, circa 300mila euro. Richiesta respinta, come quella di altri creditori a cui l’AcP 1910 aveva proposto il rientro del 30% delle somme. Se il giudice concederà la proroga, anche l’udienza pre-fallimentare del 16 gennaio non avrà molto da dire, diventando privilegiata la strada del concordato. Se invece i documenti arrivati ieri risultassero incompleti, tra un mese si potrebbe parlare di fallimento.

    Eccola qui, la mossa che conferma lo scenario di grave difficoltà nel quale si sta muovendo la proprietà del Calcio Padova Spa, impegnata ad evitare un crack finanziario che sembra profilarsi sempre più minaccioso all’orizzonte. I legali bresciani di Diego Penocchio hanno depositato ieri un’istanza al Tribunale di Padova (sezione fallimentare) chiedendo una proroga di 60 giorni per la presentazione, agli stessi giudici, dell’accordo di ristrutturazione dei debiti, fondamentale per ottenere il via libera al concordato “in bianco” con i creditori (un centinaio) della società. Evidentemente, come già era trapelato, la proposta di restituire solo il 30% del debito ai creditori chirografari (coloro che non hanno titoli di prelazione o privilegio, a differenza, ad esempio, dei dipendenti, dunque direttori sportivi, allenatori, calciatori e personale di segreteria) non è stata accolta all’unanimità, e questo ha complicato i piani dell’ex presidente, che con l’ex socio Marcello Cestaro (uscito ufficialmente di scena il 31 dicembre 2013, ma di fatto coinvolto nella scellerata gestione della Spa di viale Rocco nell’ultima stagione di serie B) sta cercando una via d’uscita tale da evitargli pesanti conseguenze sotto il profilo penale, oltrechè economico.
    Che cosa succederà adesso? Bisognerà attendere la decisione del giudice Caterina Zambotto, la quale si è riservata di valutare il quadro complessivo e ha fatto sapere che entro martedì si pronuncerà sulla richiesta degli avvocati bresciani. Oggi, oltretutto, scade il termine, fissato dallo stesso Tribunale, per il deposito dell’istanza di omologazione dell’accordo di ristrutturazione dei debiti, un piano che dovrebbe essere consegnato al commissario giudiziale, il commercialista veneziano Marco Basaglia, chiamato ad esprimere il proprio parere (determinante) in merito alla soluzione avanzata ad ottobre, quella, appunto, del concordato “in bianco”. È evidente che, prendendo ancora tempo, Penocchio (e con lui Cestaro) spera di convincere alla fine anche i più recalcitranti e di avere almeno il 60% dei creditori consenzienti sulla proposta di pagamento avanzata nei loro confronti. Tutto questo in attesa delle mosse del Pm Marco Peraro, che dell’inchiesta penale avviata dalla Guardia di Finanza deve adesso trarre le conclusioni, con gli eventuali provvedimenti del caso.

    Tanto rumore per nulla. Chi annunciava la presentazione del piano di ristrutturazione del debito del Calcio Padova 1910 non conosceva evidentemente la legge fallimentare. Quella che consente alle società ammesse alla procedura concordataria di chiedere al tribunale una proroga. Altri 60 giorni di tempo per poter perfezionare gli accordi con lo stuolo di creditori della vecchia società presieduta da Diego Penocchio. Un’opportunità di cui i legali dell’imprenditore bresciano hanno subito approfittato. L’istanza di concessione della proroga è stata depositata al giudice Caterina Zambotto. Gli avvocati di Penocchio hanno confermato che le trattative per gli accordi con i creditori sono in corso, ma che serve ancora del tempo per completare l’operazione. Ecco perchè si rende necessaria la proroga. Il Tribunale fallimentare in sessione collegiale si è riunito ieri pomeriggio per analizzare l’istanza del Calcio Padova 1910. Il provvedimento verrà depositato soltanto lunedì mattina ma, salvo improbabili sorprese, la società di Penocchio avrà a disposizione altri sessanta giorni per trovare la quadratura del cerchio con fornitori, ex dipendenti, calciatori e collaboratori, e presentare al commissario giudiziale, il commercialista veneziano Marco Basaglia, e al Tribunale la domanda di omologa del concordato in bianco. Il Calcio Padova 1910 avrebbe proposto a tutti i creditori chirografari il saldo del 30 per cento delle rispettive spettanze, in tre tranches nell’arco di un paio d’anni. Ai legali del club sarebbero arrivate alcune risposte positive. Altri creditori non si sarebbero ancora espressi. Nel caso in cui Penocchio ottenesse la proroga avrebbe il tempo necessario per condurre le trattative più delicate, tra cui quella con il Comune di Padova che lamenta crediti per oltre 300mila euro tra affitto e costi di utenze. L’imprenditore bresciano e il suo predecessore Marcello Cestaro stanno spingendo nella direzione di un accordo complessivo che permetterebbe di chiudere l’operazione con un esborso di circa 5-6 milioni di euro. L’obiettivo è quello di scongiurare conseguenze di natura penale, ma l’inchiesta giudiziaria andrà comunque avanti anche in caso di via libera al concordato.
     
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    Calcio Padova, tutti i particolari della proroga di 60 giorni concessa dal Tribunale. Ci sono tante sorprese
    Scritto da: Staff Padova Goal 17 dicembre 2014

    Fonte: Dimitri Canello, Corriere del Veneto
    Emergono particolari molto interessanti nel dispositivo con il quale lunedì il Tribunale di Padova ha accettato di concedere una proroga di sessanta giorni a Diego Penocchio e Marcello Cestaro relativamente alla vicenda del Calcio Padova 1910 del 15 luglio scorso. E il «buco» in bilancio del club viene certificato nero su bianco: 13 milioni e 400mila euro. Una cifra enorme, per ripianare la quale (o perlomeno tentare di farlo) è scesa in campo anche Unicomm. Fra le pieghe del possibile accordo emerge che Gsport, che curava il marketing nella passata stagione e aveva stretto un accordo di sponsorizzazione con il gruppo Unicomm, ha accettato di transare le proprie spettanze per un milione e 237mila euro. La Ormis di Penocchio ha rinunciato a un credito di 813mila euro accettandone mille per tacitare ogni propria pretesa e legando la stessa all’accordo della ristrutturazione complessiva del debito. Inoltre Penocchio si accollerà oltre due milioni di euro dovuti al Credito Sportivo, senza dimenticare che verranno pagati i debiti nei confronti dell’erario e quelli previdenziali usufruendo di possibili rateizzazioni: verranno liquidati interamente i debiti nei confronti dei dipendenti non calciatori e verrà corrisposto in 36 mesi il 50% del credito maturato dai calciatori e dai privilegiati e il 70% degli importi con i chirografari. Tutto questo, ovviamente nelle intenzioni di Unicomm e Penocchio, che dovranno ottenere il placet di tutti i creditori per avere il via libera. Unicomm e Penocchio, in definitiva, stanno tentando di evitare il fallimento e il rischio di incorrere nell’accusa di bancarotta fraudolenta. In campo è stato schierato un fortissimo pool di avvocati. Simone Perazzolo per i fornitori, Vittorio Rigo e Massimo Diana per i calciatori e i tecnici, i legali di Penocchio e di Unicomm, Andrea Zaglio, Marco Orizio e Stefano Vergano. Adesso bisognerà soltanto attendere per capire se la manovra avrà o meno successo.
     
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    Crac Padova, concordato vicino: il vecchio simbolo verrà riconsegnato a titolo gratuito al sindaco, mentre la ragione sociale…
    Scritto da: Gabriele Fusar Poli 22 gennaio 2015

    Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello
    Si chiuderà con ogni probabilità alla fine di febbraio la lunga querelle relativa al Calcio Padova 1910, sparito dai radar del calcio professionistico il 15 luglio scorso. E, secondo gli ultimi rumors, sono stati fatti consistenti passi in avanti nella direzione di un concordato a 360 gradi nei confronti di tutti i creditori del vecchio club di viale Rocco sotto l’egida del Tribunale padovano.
    Un passaggio che, di fatto, si concluderà con la liquidazione della società senza ulteriori strascichi giudiziari. La scorsa settimana il pool di legali ingaggiato da Unicomm e dall’ex presidente Diego Penocchio ha raggiunto un accordo di massima con l’Aic sulle spettanze da liquidare ai tesserati ancora sotto contratto prima dello svincolo imposto dalle norme federali. Un passaggio fondamentale riguarda proprio l’accordo con i calciatori, a cui verrà concesso il 50% di quanto dovuto e in alcuni casi la somma sarà anche superiore. A queste condizioni logico aspettarsi che si possa arrivare in tempi rapidi alla fumata bianca. I debiti, che ammontano a 13,4 milioni di euro secondo le stime definitive, verranno transati grazie all’intervento decisivo di Unicomm. Il colosso di Dueville ha deciso di mettere mano al portafoglio per evitare un fallimento dalle conseguenze davvero pesanti. Per questo motivo verranno pagati a rate i debiti nei confronti dell’erario e quelli previdenziali, verranno liquidati interamente i debiti nei confronti dei dipendenti non calciatori e corrisposto addirittura il 70% degli importi ai chirografari.
    Al lavoro un pool munitissimo di avvocati: Simone Perazzolo per i fornitori, Vittorio Rigo e Massimo Diana per calciatori e tecnici, i legali di Penocchio e di Unicomm, Andrea Zaglio, Marco Orizio e Stefano Vergano. La data da segnare sul calendario è l’11 febbraio, ma le ultime indiscrezioni spiegano che il Tribunale dovrebbe concedere un’ulteriore proroga fino al termine del mese per chiudere l’accordo. Sono state rintuzzate, infatti, due istanze fallimentari dell’avvocato Mattia Grassani e della società di broker Nipa e tutto sembra convergere verso un accordo che dovrebbe, di fatto, sancire la fine definitiva del vecchio Calcio Padova senza fallimento. Decisivo, in tal senso, l’ingresso sulla scena di Unicomm. Una volta completato il procedimento, il marchio del vecchio club, secondo le intenzioni di Marcello Cestaro, dovrebbe essere restituito al sindaco Massimo Bitonci a puro titolo gratuito.
    Tra formalità burocratiche e passaggi obbligati, se non ci saranno colpi di scena, cambi di programma o intoppi durante l’estate lo «scudo» del Calcio Padova tanto caro ai tifosi tornerà, dunque, nelle mani dell’attuale società guidata da Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto mentre la vecchia ragione sociale Calcio Padova spa andrà a morire dopo la liquidazione.

    Torna a parlare Cestaro: "A breve spiegherò tutto in una conferenza stampa, ma qualcuno dovrà presentarsi con i vetri blindati. Ecco cosa penso del nuovo Padova..."
    22.01.2015 12:42 di Stefano Viafora

    In esclusiva per PadovaSport.tv, Marcello Cestaro torna a parlare del Padova, mentre la vecchia società ACP1910 si avvia verso il concordato (come da noi sempre sostenuto), evitando dunque il fallimento. Nelle prossime settimane verranno pagati, a rate, i debiti di varia natura (erario, dipendenti calciatori e non, fornitori). Il Padova dunque tornerà presto a chiamarsi Calcio Padova 1910 e non potrà dirsi fallito: "Stiamo andando in questa direzione - conferma Cestaro - Ma mi faccia dire una cosa..."

    Prego...
    Ho consegnato una macchina che andava bene, compresi oneri e onori. Un giorno l'autista (Penocchio, ndr) viene a bussare alla mia porta dicendomi: "Non so cosa fare". Io ho risposto che non era un problema mio, quello che dovevo fare l'ho fatto.

    E' sicuro di avere la coscienza a posto?
    Qualche puttanata l'ho fatta anche io. Ma senta, dopo aver speso dieci anni della mia vita, perso la famiglia, e speso soldi, sfiorato la serie A, secondo lei io non ci tenevo abbastanza al Padova? Se poi arriva questo matto (ancora il riferimento è a Penocchio, ndr) cosa ci posso fare? Come facevo a sapere che tipo era? Mi pare successe anche in passato con quel personaggio lì, come si chiama (Viganò, ndr).

    Aveva detto che, una volta conclusasi questa vicenda, avrebbe spiegato molte cose...
    E' quello che farò tra poco, farò una conferenza stampa con gli amici, quelli che sono rimasti e spiegherò tutto quello che ho visto e ho saputo, non può finire così. Però qualcuno dovrà presentarsi con i vetri blindati... perchè ho intenzione di scaricare tutta la mia rabbia. Ho letto cose, guardi... Malafede, cattiverie...

    E il Padova di oggi lo segue? Ha visto quanti tifosi allo stadio?
    Continuo a seguirlo da tifoso, ho visto che stanno facendo bene e mi fa piacere, ma non puoi neanche vincere tutte le partite.

    Dalle Rive e il suo Altovicentino sono l'avversario da battere...
    L'ho incontrato qualche volta, ma per me il calcio è solo Padova, tutto il resto non lo seguo, se guardo il calcio aldilà della serie A, guardo il Padova e spero proprio riesca a risalire e tornare nelle categorie che merita.
     
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    Crac Padova, la vecchia proprietà restituisce il Biancoscudo al sindaco Bitonci. E per il cambio di denominazione…
    Scritto da: Gabriele Fusar Poli 5 febbraio 2015

    Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello
    E’ di queste ore la notizia di un accordo pressoché raggiunto tra la vecchia proprietà del Calcio Padova e il sindaco Massimo Bitonci per la restituzione del marchio societario nelle mani del primo cittadino. Servirà una delibera comunale per formalizzare il passaggio di consegne e la successiva restituzione dello «scudo», tanto caro ai tifosi, agli attuali vertici della Biancoscudati. Difficile ipotizzare una tempistica attendibile per una serie di ragioni burocratiche ma, alle intenzioni manifestate dall’ex presidente Marcello Cestaro, seguiranno molto presto i fatti. Con ogni probabilità al termine dell’attuale stagione l’attuale società potrà poi procedere al cambio di denominazione. Si passerà, dunque, da Biancoscudati Padova a «Calcio Padova 1910» o comunque a un nome molto simile, mentre la vecchia partita iva «Calcio Padova Spa» andrà a morire dopo la liquidazione.
    Negli ultimi giorni, intanto, è proseguito il lavoro ad ampio raggio del pool di legali che sta seguendo la soluzione del concordato con i creditori. Simone Perazzolo per i fornitori, Vittorio Rigo e Massimo Diana per calciatori e tecnici e i legali di Penocchio e di Unicomm, Andrea Zaglio, Marco Orizio e Stefano Vergano, hanno ormai in mano quasi tutte le firme necessario per chiudere il cerchio. La data da segnare è l’11 febbraio ma le ultime indiscrezioni confermano che il tribunale dovrebbe concedere un’ulteriore proroga fino al termine del mese per chiudere una volta per tutte l’accordo transattivo. Dopo aver rintuzzato le istanze fallimentari dell’avvocato Mattia Grassani e della società di broker Nipa tutto sembra convergere verso un accordo che dovrebbe sancire la fine del vecchio Calcio Padova senza fallimento. Decisivo l’ingresso in scena di Unicomm, che ha deciso di mettere mano al portafoglio per evitare il fallimento e proponendo un accordo transattivo rispetto alla cifra complessiva del debito, che ammonta a 13 milioni di euro.
     
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    Il Comune compra il Biancoscudo, logo in comodato al club di Bergamin
    07.02.2015 11:54 di Stefano Viafora
    Fonte: "Il Mattino"

    Entro la fine di febbraio, il vecchio Biancoscudo e la vecchia denominazione Ac Padova 1910 potrebbero passare di mano. E il percorso, scontato, sarà dalla vecchia società ormai sportivamente morta a quella che oggi lotta per salire in Lega Pro. Ma la novità è che logo e nome potrebbero essere acquistati dall’amministrazione comunale (che vanta un credito verso Penocchio di circa 300 mila euro) e non dalla Biancoscudati, per poi essere dati in affitto (a un prezzo simbolico) o in comodato d’uso dal Comune al club di Bergamin. Questo per un duplice obiettivo: evitare in un futuro che accada di nuovo un patatrac come quello del luglio scorso (squadra non iscritta ai campionati professionistici) e dare la possibilità alla Biancoscudati (grazie alla vecchia denominazione) di poter essere ripescata (vedi ciò che accadde alla Fiorentina) se ci saranno le possibilità strada facendo. Ciò che è certo è che l’amministrazione comunale guidata da Massimo Bitonci, vuole porsi come garante di fronte alla città e ai suoi tifosi. L’accordo, non è ancora stato trovato. Tuttavia, da entrambe le parti c’è ottimismo. Bisognerà capire quanto vorrà Penocchio per nome e logo e cimeli vari. Si vocifera una cifra attorno ai 150-170 mila euro. In questo caso Iniziative Euganee srl salderebbe il debito con in Comune con altri 130-150 mila euro. L’accordo rientra nel piano di concordato che dovrebbe essere presentato in tribunale mercoledì prossimo.
     
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    Crac Padova, “il Mattino”: salta il concordato preventivo, Calcio Padova ancora a rischio fallimento?
    Scritto da: Gabriele Fusar Poli 14 febbraio 2015

    Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel
    Come volevasi dimostrare. Il Calcio Padova 1910, quello che è scomparso dalla scena del professionismo, pur restando ancora affiliato alla Figc, non andrà al concordato preventivo, ritornando così di fatto alla situazione di giugno 2014, quando era parso chiaro che i debiti accumulati avrebbero messo in evidente difficoltà la proprietà (Iniziative Euganee di Diego Penocchio, titolare delle 200 mila azioni della Spa di viale Rocco) al punto da pregiudicarne il proseguimento dell’attività agonistica. Quando tutto sembrava incanalarsi verso lo sbocco più logico – un accordo con il 60% dei creditori tale da giustificare la domanda di ammissione alla procedura di concordato, avanzata al Tribunale a metà ottobre, e sulla base della quale a metà dicembre era stata concessa una proroga di 60 giorni – a sorpresa mercoledì 11 febbraio gli avvocati Fabio De Blasio di Padova, Marco Orizio e Stefano Vergano di Brescia hanno depositato presso la sezione fallimentare dello stesso Palazzo di Giustizia un atto di rinuncia della società al ricorso. Al collegio dei giudici, presieduto dalla dottoressa Maria Antonia Maiolino e composto dalle colleghe Manuela Elburgo e Caterina Zambotto, non è rimasto altro da fare, il giorno dopo, che prenderne atto e non considerare più tale percorso. La partita con il Tribunale civile si è così chiusa, in attesa di iniziarne un’altra dall’esito tutt’altro che scontato. Perché, giunti a questo punto, è evidente che basta che qualcun altro, fra i tanti creditori che non hanno trovato l’intesa con la società, presenti istanza di fallimento per aggravare sensibilmente la posizione di Penocchio e del suo ex socio Marcello Cestaro (uscito ufficialmente dal Padova all’inizio del 2014), con il rischio di vedersi affibiare un’accusa, pesantissima, di bancarotta.
    Perché il dietrofront. La sensazione emersa in queste ore, dopo la clamorosa decisione di di non andare più avanti su quella soluzione, è che il ricorso per l’ammissione al concordato sia servito a guadagnare tempo. Ma qualcosa, tuttavia, non è andato come Penocchio e Andrea Valentini, gli unici due indagati nell’inchiesta aperta nel giugno scorso dalla Procura della Repubblica insieme alla Guardia di Finanza, avevano preventivato: perché se è vero che era stata raggiunta l’intesa con il 50% dei creditori, è mancata all’ultimo momento quella con il Credito Sportivo, che avrebbe consentito di superare la soglia del 60% richiesta per legge per ottenere il “via libera” al concordato. Adesso l’Acp 1910 rischia di nuovo il fallimento, sebbene i legali della società, nell’atto di rinuncia al ricorso presentato in Tribunale, annuncino che verrà presentato un piano di ristrutturazione del debito di cui si chiederà l’omologazione in Tribunale. I presupposti, tuttavia, sono diversi: serve il consenso di almeno il 60% dei creditori e tale accordo deve essere asseverato da un professionista, contemplando il pagamento integrale anche di chi, fra coloro che avanzano soldi, non vi partecipa. Un percorso assai rischioso, e che non è detto sia coronato da successo. È importante sottolineare come, nella documentazione prodotta ai giudici, la proprietà spieghi il motivo per cui non sia stato possibile presentare l’accordo con la maggioranza dei creditori nei tempi concessi (difficilmente il Tribunale avrebbe accordato una seconda proroga dopo quella del 15 dicembre): non c’è stato il via libera dal Credito Sportivo e dalla Unicomm srl.
    Solo una questione di mancate firme o c’è dell’altro? Ad esempio, visto che per la prima volta viene citato il Gruppo di Dueville (e dunque sarebbe Cestaro a farsi carico del ripianamento del debito, dato che Penocchio non ha i mezzi economici per far fronte all’ingente deficit), è possibile che il cavaliere con i suoi famigliari voglia vederci chiaro, per non incorrere in risvolti penali? Se Penocchio è riuscito a far rientrare l’istanza di fallimento dell’avvocato Mattia Grassani (che vi ha rinunciato solo l’11 febbraio) e quella presentata dalla società vicentina Ni.Pa Broker srl (che ha depositato l’atto di desistenza il 6), accordandosi con entrambi per il pagamento, non ce l’ha fatta in ogni caso a restare dentro i tempi concessigli. Dunque, si riparte daccapo. Palla alla Procura. Continuano così ad esserci sorprese in questa vicenda, che ricorda per molti versi, nel suo piccolo, quanto sta accadendo al Parma (e non a caso i due indagati avevano rapporti anche con il club ducale). Ad esempio, salta fuori questo debito con il Credito Sportivo di cui nessuno sapeva nulla. Fondi richiesti, ed ottenuti, a che scopo? Il trait d’union, ovviamente, era Valentini senior, a.d. del Calcio Padova e presidente dell’istituto romano dal 2002 al 2005. A quanto ammonti tale debito non è dato sapere, ma qualcuno ipotizza che i soldi richiesti (più di un milione di euro?) potrebbero essere serviti a finanziare i lavori della palestra al Centro Sportivo di Bresseo e alla gestione dei campi da gioco dell’impianto. Ricordiamo che proprio Valentini tentò inutilmente di convincere il sindaco di Teolo, Moreno Valdisolo, a chiedere un prestito al Credito Sportivo per la realizzazione di un terreno di gioco in erba sintetica. Sollecitazione a cui il primo cittadino del comune collinare rispose picche. Vedremo, dunque, come Penocchio e Cestaro cercheranno di ripianare i debiti, che ammonterebbero ad oltre 13 milioni di euro. E si attendono anche le prossime mosse della Procura: il Pm Marco Peraro aspetterà ancora o chiederà lui stesso, per conto dello Stato, maggior creditore, il fallimento della Spa biancoscudata?

    Crac Padova, “il Gazzettino”: Penocchio e Cestaro scongiurano il fallimento, scelto il piano di ristrutturazione del debito al posto del concordato
    Scritto da: Gabriele Fusar Poli 14 febbraio 2015

    Fonte: Gazzettino, Luca Ingegneri
    Diego Penocchio e il suo predecessore Marcello Cestaro possono tirare un sospiro di sollievo in attesa di aprire i cordoni della borsa. Il Calcio Padova 1910 non rischia più il fallimento. Le istanze presentate dall’avvocato bolognese Mattia Grassani e dalla società vicentina di brokeraggio assicurativo Ni.Pa Broker srl sono state revocate. In altre parole i creditori hanno rinunciato alle rispettive pretese, a seguito di accordi con la vecchia società biancoscudata. Liberato da ogni vincolo di natura fallimentare, il Calcio Padova 1910 ha ufficializzato anche la rinuncia al concordato preventivo in bianco. I legali del presidente Penocchio hanno scelto un altro percorso contemplato dal codice, quello del piano di ristrutturazione del debito. Tra le due strade esiste una differenza sostanziale. Il piano di ristrutturazione del debito si riduce sostanzialmente a un accordo tra privati. Si raggiunge un’intesa sulla percentuale dei crediti vantati e sui tempi di pagamento, senza la mediazione del giudice. Ma con una clausola insormontabile: perchè il progetto abbia concrete possibilità di essere omologato dal tribunale fallimentare deve ottenere l’adesione di almeno il 60% dei creditori.
    Chi rimane fuori dal patto dovrà comunque essere saldato entro i 120 giorni successivi alla data di omologa del piano. Quello della fatidica soglia del 60% è un traguardo che lo staff di legali del presidente Penocchio non ha ancora raggiunto. Ci sta lavorando con impegno, la quota minima necessaria è ad un passo, ma occorre un ulteriore sforzo economico. Ecco la ragione per cui il Calcio Padova 1910 non è ancora stato in grado di presentare al giudice delegato Caterina Zambotto il piano con cui chiudere tutte o gran parte delle pendenze creditorie. In realtà dopo la rinuncia al concordato preventivo la società biancoscudata non deve più rispettare termini perentori. È comunque chiaro che la partita dovrà essere chiusa in tempi rapidi, se non altro nel rispetto degli impegni già assunti con i creditori. I privilegiati, in primis i giocatori, l’ex diggì Sottovia e gli ex dipendenti, dovrebbero ottenere cifre oscillanti tra il 60 e il 70% delle rispettive spettanze mentre ai chirografari verrebbe assicurata una percentuale tra il 30 e il 40% dei crediti. Il saldo dovrebbe avvenire in tre tranches, nell’arco di un paio d’anni. Alcune importanti trattative sarebbero ormai in dirittura d’arrivo. Compresa quella con il Comune che vanta crediti attorno ai 320mila euro per l’affitto dello stadio e altre voci correlate.
    Si starebbe lavorando per un accordo transattivo che prevede il pagamento di un importo del 40 per cento (circa 140 mila euro) più la cessione del marchio, che ha un valore economico, dei trofei e del mobilio della sede che l’attuale proprietà a sua volta acquisterebbe dall’amministrazione. Quanto al logo, trattandosi di un bene della collettività, l’idea è che resti di proprietà comunale, con cessione in comodato alla società, anno per anno, a un prezzo simbolico. Penocchio e Cestaro contano di condurre in porto il piano di ristrutturazione del debito tra la fine febbraio e i primi di marzo, con la previsione di un esborso di circa 5-6 milioni di euro. Un sacrificio notevole a fronte comunque dell’azzeramento di tutte le pendenze di natura penale. Con la revoca delle istanze di fallimento, ufficializzata ieri dal tribunale, cade automaticamente l’accusa di bancarotta.
     
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    Crac Padova, “Mattino”: “Assente il piano di rientro, il sindaco Bitonci pronto a presentare istanza di fallimento”
    Gabriele Fusar Poli 17 marzo 2015

    Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel

    Dov’è il piano di rientro dei debiti accumulati dal Calcio Padova 1910, annunciato nell’atto, depositato presso la sezione fallimentare del Tribunale l’11 febbraio scorso, con cui l’ex società biancoscudata rinuciava al concordato preventivo nei confronti degli oltre 100 creditori che aspettano di essere pagati? Sono trascorsi un mese e cinque giorni (con oggi) da quando il collegio di magistrati (composto da Maria Antonia Maiolino, presidente, Manuela Elburgo e Caterina Zambotto) ha preso atto del cambio di strategia scelto dalla vecchia proprietà, e comunicato dagli avvocati Marco Orizio e Stefano Vergano di Brescia e Fabio De Blasio di Padova, e non c’è traccia di nulla.Nel documento presentato ai giudici, dopo la comunicazione del ritiro dell’istanza di concordato, si auspicava di «poter depositare quanto prima possibile istanza di omologazione dell’accordo di ristrutturazione dei debiti ex art. 182 bis legge finanziaria, nel tempo strettamente necessario a consentire l’accordo con l’Istituto per il Credito Sportivo e con Unicomm srl». Il “prima possibile” sta forse diventando “il più tardi possibile”? Irritazione a Palazzo. La mossa di metà febbraio sembra infatti acquistare, con il passare dei giorni, un senso preciso: trovato l’accordo con l’avvocato bolognese Mattia Grassani e con la società vicentina Ni.Pa Broker, che avevano chiesto il fallimento della Spa di viale Nereo Rocco, si è imboccata la strada di un’intesa privata con i creditori, convinti di trovare alla fine la quadra su tutto. Ovviamente con tempi più… dilatati, senza la spada di damocle sulla testa dei 60 giorni da rispettare per la presentazione del ricorso al concordato dopo aver ottenuto tale proroga a metà dicembre.

    Scongiurato tale rischio, il silenzio che ne è seguito è sembrato significativo al riguardo: meno si parla del vecchio Padova e meglio è. Ma non la pensano così a Palazzo Moroni, dove in queste ore Massimo Bitonci ed il suo staff starebbero meditando un’azione clamorosa, visto e considerato che l’amministrazione municipale avanza poco più di 300 mila euro dal club sparito l’estate scorsa dal calcio professionistico italiano: presentare, a firma del primo cittadino, una (nuova) richiesta di fallimento. Ieri il sindaco ne ha discusso con il capo di gabinetto Andrea Recaldin e ha domandato un parere anche ai legali dell’Ente municipale. Avrebbe rotto gli indugi – questa l’indiscrezione – perché irritato proprio dal silenzio seguito all’incontro con un emissario di Penocchio il mese scorso. Emissario che gli si era presentato davanti con un preciso mandato: il debito con il Comune poteva essere estinto con la restituzione del logo e del titolo sportivo alla città, valutazione intorno ai 70-80 mila euro, più attrezzature, macchinari della sede e altro materiale, e la differenza sarebbe stata saldata con l’esborso di denaro. A tale proposta, redatta su carta, il sindaco ha apposto la sua firma, ma dopo quella visita non si è più fatto vivo nessuno dell’Ac Padova 1910. Per illustrare modalità e tempi relativi al pagamento. Ecco spiegato il motivo per cui Bitonci vuole vederci chiaro, ed è evidente che, se il Comune dovesse intraprendere le vie legali, la situazione per Penocchio (e Cestaro, suo socio sino a fine 2013) precipiterebbe. Il fallimento rappresenterebbe una jattura, avendo rinunciato, appunto, al concordato.

    Dopo mesi di silenzio, giustificati anche dalla necessità di capire quali contromosse, sul piano civile, avrebbe adottato il vecchio gruppo dirigente, l’indagine della Procura della Repubblica e della Guardia di Finanza su Penocchio e Valentini, raggiunti da avvisi di garanzia nel giugno scorso per violazione dell’articolo 2638 del codice di procedura civile (“essere stati di ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza”) , registra novità importanti. Pur nel riserbo strettissimo che circonda l’operato degli uomini del Comando provinciale di via San Fidenzio, l’attenzione degli inquirenti si sarebbe concentrata su nuove ipotesi accusatorie, sempre nei confronti di Penocchio e Valentini: reati di natura fiscale. I dati incrociati e soprattutto le carte sequestrate nelle perquisizioni di 10 mesi fa avrebbero fatto emergere parecchie incongruenze nella gestione. Ricordiamo che, a partire da marzo 2014, il Padova non pagò più nessuno, per cui tecnici e giocatori ancora oggi avanzano 4 mesi di stipendio (se l’accordo sulla ristrutturazione venisse depositato, sarebbero tra i creditori privilegiati). Ma sono decine le persone che aspettano una soluzione positiva, tra ex dipendenti, fornitori di servizi e imprenditori che, in qualche modo, hanno collaborato con la società biancoscudata. Senza contare l’Erario.

    A questo punto, è importante capire come si comporterà la Unicomm, dunque il suo proprietario. L’accordo auspicato dagli avvocati di Penocchio, se ci sarà, riporterà il cavaliere di Schio alla ribalta, ma con l’obbligo di tamponare le falle apertesi nella nave, poi arenatasi. Il deficit accertato supera i 13 milioni di euro, con il piano di ristrutturazione si potrebbe scendere a 6, massimo 7. Ma la domanda è lecita: sarà solo il colosso della grande distribuzione di Dueville ad accollarsi l’onere di mettere ogni cosa a posto ed evitare così il crack? Cestaro a parole dice di non volerne sapere, ripete un giorno sì e uno sì che le responsabilità sono di Penocchio e dei suoi collaboratori, eppure la realtà è che, essendo stato al fianco dell’imprenditore bresciano per sei mesi dopo la cessione della società, tocca pure a lui farsi carico dei debiti contratti. E non si può permettere, in un momento delicato come l’attuale anche per il suo gruppo, di rischiare un’accusa di bancarotta. Ci sono migliaia di famiglie in ballo, per cui è meglio pagare e chiuderla lì. Ma se manca l’intesa con Penocchio, il quadro si complica. Il titolo sportivo. Ultima annotazione: se il Comune, indipendentemente dall’azione legale che intraprenderà o meno, tornerà in possesso del nome ufficiale e dello scudo biancoscudati, ne resterà proprietario. L’idea di Bitonci, già annunciata qualche mese fa, è di darli in comodato d’uso, di stagione in stagione, alla nuova dirigenza, sottoscrivendo con essa un preciso impegno. Insomma, un patrimonio della città che deve restare nelle mani della massima istituzione, il Comune, a garanzia dei padovani.
     
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  8. padova81
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    Crac Padova, “Corriere del Veneto”: c’è la firma del Credito Sportivo, concordato in dirittura d’arrivo
    Gabriele Fusar Poli 20 marzo 2015

    Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello

    Ci siamo. La firma del Commissario del Credito Sportivo Paolo D’Alessio per l’accettazione da parte dell’istituto di credito delle garanzie fornite da Diego Penocchio in merito al debito di due milioni e 114mila euro contratto dall’ex presidente del Calcio Padova nella stagione scorsa, è arrivata nel pomeriggio di ieri dopo un’attesa durata tre settimane. L’hanno ricevuta gli avvocati dell’imprenditore bresciano Marco Orizio, Stefano Vergano e Andrea Zaglio, che hanno immediatamente provveduto a girare il documento ai legali di Unicomm e a Simone Perazzolo, incaricato di definire l’accordo di ristrutturazione del debito della vecchia società, sparita dai radar del calcio professionistico lo scorso 15 luglio. La notizia è stata confermata da fonti interne alla Lega di serie B, che si è interessata alla vicenda, adoperandosi perché l’accordo andasse a buon fine visti gli stretti rapporti istituzionali attualmente in essere con il Credito Sportivo. A questo punto la strada verso il concordato sembra non conoscere più ostacoli. In una decina di giorni dovrebbero essere perfezionati gli ultimi tasselli del piano di rientro, già predisposto nei dettagli, e chiusi formalmente tutti gli accordi con fornitori, calciatori, staff tecnico e terze parti.

    Con il documento controfirmato dal Credito sportivo, la percentuale dei creditori che hanno sottoscritto l’accordo con la proprietà del Calcio Padova Spa supera di gran lunga il 60% richiesto per legge, arrivando a sfiorare il 73% del totale degli aventi diritto. E questo, secondo le norme, permette alla vecchia società, tornata in bonis dopo aver rintuzzato le istanze fallimentari dell’avvocato Grassani e della società di brokeraggio Ni.pa, di evitare il fallimento seguendo la strada della messa in liquidazione. Siamo, dunque, ai titoli di coda? L’impressione è che da adesso in avanti si viaggerà a un ritmo ben diverso rispetto alle lentezze o all’immobilismo dell’ultimo mese e che non dovrebbero esserci più sorprese lungo il percorso. Una volta definito l’accordo transattivo nel suo complesso, il Comune di Padova (creditore di 300mila euro per i canoni non pagati dalla vecchia proprietà dell’ultima stagione) darà il via al recupero di marchio, logo e memorabilia di 105 anni di storia del Calcio Padova Spa, per poi concederle in comodato d’uso ai vertici dei Biancoscudati Padova.
     
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  9. padova81
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    Calcio Padova, la Giunta comunale approva la proposta per la restituzione di logo, marchio e trofei. I dettagli
    Dimitri Canello 24 marzo 2015

    Ormai ci siamo. Nella mattinata odierna l’avvocato Simone Perazzolo, incaricato dalla vecchia proprietà del Calcio Padova di mettere a punto l’accordo di ristrutturazione del debito sulla base dell’articolo 182bis della nuova legge fallimentare, ha varcato i cancelli di Palazzo Moroni per presentare la proposta definitiva al Comune di Padova per la restituzione di marchio, logo e memorabilia all’amministrazione della città del Santo. Tutto confermato quanto già trapelato nei giorni scorsi e confermato dal sindaco Massimo Bitonci. Una parte della cifra dovuta dal vecchio Calcio Padova (150mila euro sui 320mila totali) verrà liquidata in contanti, il resto sarà rappresentato dal controvalore di logo, marchio, memorabilia e trofei. Il Comune ne riassumerà la proprietà per poi girarla in comodato gratuito ai Biancoscudati Padova. La Giunta Comunale ha approvato la proposta presentata da Perazzolo precisando di voler ricevere i primi pagamenti entro il 30 settembre, pena la decadenza dell’accordo. Nei prossimi giorni, una volta espletate tutte le formalità e salvo colpi di scena al momento difficili da prevedere, la vecchia società verrà messa in liquidazione e i creditori pagati con accordo transattivo.
     
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  10. padova81
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    Il vecchio Padova "libera" titolo e logo
    08.04.2015 09:23 di Redazione Padova Sport
    Fonte: "Il Mattino"

    Adesso sì che ci siamo: la Biancoscudati Padova può chiamarsi Associazione Calcio Padova 1910, appropriandosi, oltrechè del titolo sportivo, anche del logo e delle memorabilia (le coppe, i trofei e, di fatto, la storia della società, dal 1910 appunto sino al luglio 2014). La svolta, perché tale dev’essere definita, è maturata, con inatteso anticipo rispetto alle previsioni più ottimistiche, pochi giorni prima della fine di marzo: il vecchio Padova, affiliato alla Figc ma di fatto inattivo, ha visto accolta la domanda di cambio di denominazione, per cui oggi è iscritto alla Camera di Commercio come Football Padova Spa, “società in liquidazione”. Per capire l’importanza della scelta compiuta da Diego Penocchio (e dal suo ex socio Marcello Cestaro), bastano un paio di considerazioni: l’Ac Padova 1910 esiste ancora, ma solo sulla carta, non essendo più legata come nome a nulla, sostituita dalla nuova denominazione. Dunque, l’attuale proprietà della Biancoscudati Padova, società sportiva dilettantistica fondata nel luglio scorso, ha tutte le carte in regola per chiedere, indipendentemente dalla promozione in Lega Pro, di tornare a chiamarsi come una volta. Un po’ com’è successo a Firenze, quando si ripartì con la Florentia Viola e, dopo il salto dalla C/2 alla C/1 (che poi fu serie B, saltando dunque una categoria), i gigliati recuperarono la storica denominazione di Fiorentina. Nelle mani del sindaco. I tifosi possono (finalmente) esultare: il peggio è passato. Adesso la festa sarà doppia: per il ritorno tra i professionisti e perché il Biancoscudo sarà quello di prima, con annessi e connessi.
     
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  11. padova81
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    Vecchio Padova, arriva l’ultimo ok: asseverato il piano di ristrutturazione del debito, lunedì il deposito in Tribunale
    Dimitri Canello 7 agosto 2015

    Adesso non ci sono più dubbi: il vecchio Padova non fallirà. Nella giornata di oggi, secondo quanto riferito a Padovagoal, è arrivato l’ultimo ok che si attendeva al piano di ristrutturazione del debito del club guidato da Diego Penocchio, scomparso dai radar del calcio professionistico il 15 luglio del 2014. Il dottor Gianfranco Peracin, scelto dalle parti per la verifica finale della procedure, ha asseverato con tanto di firme il piano di ristrutturazione del debito presentato dai legali di Diego Penocchio e Marcello Cestaro, giudicando positivamente tutte le garanzie previste per far fronte a quanto dovuto ai creditori. La procedura può dunque considerarsi conclusa e verrà definitivamente archiviata lunedì con la consegna in Tribunale e in Camera di Commercio di tutto l’incartamento. In un successivo momento verrà poi avviato dal Comune il procedimento di restituzione di logo, marchio e memorabilia della vecchia società, che torneranno dunque di proprietà dell’attuale Calcio Padova.
     
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  12. padova81
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    Crac Padova, “Mattino”: Cestaro e Penocchio salvi se pagheranno 7.9 milioni di euro
    Gabriele Fusar Poli 5 settembre 2015

    Il piano finalmente c’è, è già stato depositato in Tribunale (martedì 11 agosto) e pubblicato sul registro delle imprese della Camera di Commercio, ed evita, salvo sorprese (a questo punto impensabili), il fallimento. Ma è un accordo oneroso per i due ex soci del vecchio Calcio Padova – ora Football Padova Spa in liquidazione – i quali, per far fronte a tutte le pendenze in piedi anche dopo la cessazione dell’attività agonistica della società, oggi ancora iscritta alla Figc, dovranno sborsare complessivamente 7 milioni e 900 mila euro, per l’esattezza 7.898.396. Dunque, Diego Penocchio (presidente dei biancoscudati dall’8 luglio 2013 al luglio 2014) e Marcello Cestaro (dal 2002 nella Spa di viale Rocco, prima come socio di minoranza, poi di maggioranza e, infine, come come numero uno) hanno raggiunto l’intesa fra di loro per evitare il crack del club, dopo aver trovato un accordo con il 68% dei creditori – oltre un centinaio in tutto – che aspettano di essere saldati delle loro spettanze. L’asseveratore Peracin. Gianfranco Peracin, commercialista (studio Cortellazzo&Soatto), è l’asseveratore, vale a dire il professionista che, oltre alla veridicità dei dati aziendali, deve attestare la fattibilità del piano (per il risanamento), ovvero l’attuabilità dell’accordo con particolare riferimento alla sua idoneità ad assicurare l’integrale pagamento dei creditori estranei al medesimo. Questo significa che, oltre a quel 68% che ha detto sì, resta un 32% di creditori che non ha aderito al piano e che dovrà essere pagato entro 120 giorni dalla data di omologazione del Tribunale (un passaggio formale, a questo punto), omologazione attesa tra un paio di mesi a partire dall’11 settembre, quando scadrà il termine per eventuali opposizioni da parte dei creditori con cui non dovesse esserci intesa. La relazione di Peracin ai giudici – 119 pagine – è molto esaustiva e in alcuni passaggi chiarisce molto bene com’è stato gestito il Padova nelle ultime stagioni e quale sia stata l’… esagerazione di soldi spesi da Cestaro prima e dall’imprenditore bresciano poi, incapace alla fine di trovare i fondi necessari per iscrivere un anno fa la squadra alla Lega Pro.

    Finanziamento Unicomm. Le cifre relative ai bilanci delle stagioni di Serie B sono da brividi: il commercialista scrive che “gli esercizi 2011, 2012 e 2013 presentano perdite civilistiche di euro 9.901.545, 10.451.920 e 9.891.138”, che venivano risanate sempre dalla Unicomm srl. Dall’ultimo bilancio, approvato il 31 dicembre 2014, “il risultato economico in perdita è di 16.724.590,99 euro”. La media dei ricavi nel triennio 2011-13 era stata di circa 13.950.000 euro, ed è “inferiore alla media dei soli costi per personale dello stesso periodo (circa 14.566.000 euro)”. Per non parlare dei costi dei calciatori e dei tecnici: 14,5 milioni nel 2012 e 9,9 milioni nel 2013. Al 31 maggio 2015 i debiti accertati erano di 14.402.363 euro. Allora, quali sono i presupposti su cui si basa (e sta in piedi) il piano di rientro, che si estende su un arco temporale di 4 anni, sino al 2018, quando i pagamenti ai creditori saranno completati? Essenzialmente tre: 1) versamento in denaro da parte della Unicomm srl (dunque, Marcello Cestaro); 2) estinzione del mutuo contratto nei confronti del Credito Sportivo (2.114.000 euro) nell’aprile 2014 da parte di Diego Penocchio, che ha concordato con l’Ente la restituzione di 1.566.643 euro; 3) sgravio dei contributi previdenziali nei confronti degli enti interessati. Ma come si ripartiranno il debito i due industriali? Innanzitutto con il contributo economico di 5,576 milioni da parte di Unicomm srl. Qualora fosse necessario, il gruppo di Dueville si è impegnato a versare altri 200 mila euro. A garanzia dell’intero importo Unicomm Spa, che controlla Unicomm srl, ha presentato una fidejussione di 1 milione di euro prima che il Tribunale si pronunci. Il denaro rimanente, per giungere ai 7,9 milioni indicati dal piano, arriverà da Penocchio, con le modalità già ricordate, e dal recupero di crediti che il Padova vanta nei confronti della Lega Calcio, che tra campionato e trasferimenti dei propri calciatori raggiungono i 696.295 euro.

    In più, la fidejussione versata per l’iscrizione al campionato cadetto 2013/14, dell’importo di 800 mila euro, verrà restituita al solo scopo di coprire il “buco” creatosi. Ci sono poi bandiere, sciarpe, maglie, polo, felpe, tute, borsoni e altro materiale marchiato Calcio Padova, tutte rimanenze di magazzino, che il perito ha stimato in 10.330 euro e che potranno essere acquistate da chi lo vorrà. Così come saranno venduti 4 automezzi, per un importo stimato di 13 mila euro: due auto Opel, anno 2008, e due autocarri sempre Opel per il trasporto delle cose, uno del 2000 e l’altro del 2008. Debiti verso l’Erario. Ammontano a 1.380.523 euro (più 106.166 di interessi). La società ha deciso di rateizzarli in 20 rate trimestrali, da aprile scorso e sino al 31 gennaio 2020. Straordinariamente vantaggioso è l’accordo sulle ritenute fiscali: da 1.387.038 si è scesi a 68.367. L’Iva da versare ammonta a 145.077, mentre ad Equitalia per una cartella non pagata verranno dirottati 354.315 euro. I fornitori. A questa voce, il dato è pesante: 3.147.339 euro. Alla controparte sono stati proposti accordi per il rientro parziale del debito in due o tre tranche. E la riduzione è stata significativa, ben 1.733.230 euro. Per chi ha aderito alla proposta sono a disposizione 1.117.164 euro, per i fornitori non aderenti 296.945, importo da liquidare entro 120 giorni dall’omologazione. Il Comune. L’amministrazione municipale avanza 321.031 euro per canoni d’affitto degli impianti e per le utenze, oltreché per le imposte di pubblicità non versate. L’accordo prevede: 150.000 euro in contanti da versare nelle casse comunali in tre rate; la cessione del marchio “Calcio Padova” per un valore forfettario di 100 mila euro; la cessione pure delle “memorabilia” della società (coppe, trofei, cimeli, foto ecc.) per 35 mila euro; e infine la cessione di arredi e attrezzature della sede, quantificati in 10 mila euro.

    Sottovia. Ricordate l’ex a.d. e direttore generale, messo prima in disparte e poi licenziato dallo stesso Penocchio? Le sue azioni legali e presso la Lega di B sono servite: riassunzione ordinata dal giudice e accordo per il pagamento di arretrati e Tfr. Morale: Gianluca Sottovia, che ora lavora a Treviso, dove con il fratello ha aperto una gelateria, riceverà 570.000 euro in tre rate, con scadenza 2018. Giocatori e tecnici. I debiti nei loro confronti ammontavano a 2.227.510 euro. Grazie all’intesa con 69 dei 74 soggetti in questione, la cifra complessiva è scesa a 1.900.008 (Vantaggiato, tanto per citare uno degli elementi più discussi, prenderà 100 mila euro, non essendo stato più pagato da marzo a giugno 2014). Ormis e G-Sport. Dalla relazione emergono due “chicche” degne della massima attenzione: 1) un debito del Calcio Padova verso la Ormis Spa (il gruppo meccanico-metallurgico di Penocchio) di 813.699 euro. La proposta, accolta, è di estinguerlo con il versamento di 1.000 euro (sì, proprio 1000!) a saldo di tutto; 2) un secondo debito nei confronti della G-Sport di Montichiari, la società di marketing e sponsorizzazione dei Giacomini (padre e figlio), per un importo di 1.666.667 euro, soldi versati nel marzo 2013 in anticipo da Unicomm per apporre il marchio Famila sulle maglie della prima squadra sino alla stagione 2015/16. A questi ne vanno aggiunti altri 441.846 per altre pendenze. Anche in questo caso gli oltre 2 milioni sono stati ridotti a 1.000 (!) euro di saldo. La conferma che G-Sport, come aveva accertato la Guardia di Finanza nella sua indagine sugli incroci e sulle commistioni tra Padova e Parma, era un socio a tutti gli effetti della Spa biancoscudata. Socio “occulto”, però, perché non si doveva sapere.

    (Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel)
     
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